STIPENDI GRANDI MANAGER: BILANCI IN ROSSO, MA PAGHE IN AUMENTO
CONTI IN ROSSO PER 800 MILIONI, FABBRICHE PROSSIME ALLA CHIUSURA, MA ALLA FIAT MONTEZEMOLO PASSA NEL 2009 DA 3 A 5 MILIONI DI STIPENDIO, MARCHIONNE DA 3,4 A 4,7 MILIONI… SCARONI (ENI) DA 3 A 4,2 MILIONI….PER PURI NEGRI (PIRELLI RE) LIQUIDAZIONE DI 14 MILIONI DI EURO, CON L’AZIENDA IN PERDITA DI 195 MILIONI
Mentre lo Stato finanzia la cassa integrazione e tante famiglie italiane si trovano in grandi difficoltà , gli stipendi dei grandi manager non sembrano soffrire la crisi.
Facciamo un tipico esempio: mentre i conti sono stati dichiarati in rosso per 800 milioni di euro, mentre alcune fabbriche sono preannunciate in chiusura e migliaia di operai sono soggetti alla cassa integrazione, la crisi alla Fiat non sembra aver toccato le busta paga dei due suoi esponenti più famosi.
Il presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, nel 2009 ha percepito uno stipendio di 5 milioni di euro, 2 in più rispetto ai 3 milioni del 2008.
L’amministratore delegato Sergio Marchionne invece ha goduto nel 2009 di una busta paga di 4,7 milioni, rispetto ai 3,4 del 2008.
L’inchiesta del “Sole 24 ore” evidenzia che non è solo un caso limitato alla Fiat: in piena crisi sono aumentati un po’ tutti gli stipendi delle grandi società quotate a Piazza Affari.
Un altro caso emblematico è quello di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, il cui stipendio nel 2009 è aumentato del 40% rispetto all’anno precedente, da 3 a 4,2 milioni di euro.
C’è stata anche qualche riduzione in verità , ma sempre su cifre stratosferiche: Pierfrancesco Guarguaglini di Finmeccanica, gigante a controllo pubblico, invece di 5,5 milioni ne ha portati a casa 4,7, Umberto Quadrino (Edison) 2,4 invece che 3,8 milioni.
Non si può dire che la crisi abbia colpito invece Corrado Passera (Intesa SanPaolo) che ha percepito 3,5 milioni, Cesare Geronzi (Mediobanca) con 3,3 milioni o Jean Claude Blanc (a.d. Juventus) con 2,7 milioni di euro per il 2009.
Il re degli stipendi nel 2009 è stato comunque Giovanni Puri Re che ha lasciato il gruppo immobiliare Pirelli Re con una perdita di 195 milioni di euro, ma ha incassato un assegno di 14 milioni come buonuscita.
L’imprenditore mantovano Roberto Colaninno (Immsi e Piaggio) non ha subito riduzioni di “busta paga”: sempre 1,9 milioni di euro annui, nonostante i risultati societari, mentre l’amministratore delegato Claudio Calabi ha percepito 1 milione di euro, salvo lasciare il gruppo con un rosso di 52 milioni. Anche Massimo e Gian Marco Moratti godono di stipendio fisso da manager, senza quota variabile lasciata ai risultati: dalla Saras hanno percepito, nel 2009, 2,5 milioni a testa, stessa cifra del 2008.
Il bilancio però segna una perdita netta di 54,5 milioni, rispetto all’utile di 327 milioni del 2008.
Emerge un quadro che induce a pensare che gli stipendi dei manager non conoscano crisi, persino l’allontanamento per risultati negativi garantisce una fuoriuscita milionaria.
Come per i comuni operai e impiegati insomma, cambiano solo “un poco” le dimensioni….
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