Aprile 22nd, 2010 Riccardo Fucile
E’ QUASI ROTTURA: “NON SONO UN TRADITORE E NON TACCIO, SIAMO DIVENTATI LA FOTOCOPIA DELLA LEGA, SULL’IMMIGRAZIONE DICO LE COSE CHE DICE IL PPE IN TUTTA EUROPA”… “ATTENTI AL CENTRALISMO CARISMATICO, AVERE IDEE DIVERSE E’ LECITO, LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA NON E’ CREARE SACCHE DI PRIVILEGIO PER QUALCUNO”…. “SULLE CELEBRAZIONI DELL’UNITA’ D’ITALIA IL PDL NON HA UNA PROPOSTA PERCHE’ ALLA LEGA DA’ FASTIDIO, QUANTO COSTERA’ IL FEDERALISMO FISCALE?”
Alla fine del “discorso della sua vita”, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è conscio di aver fatto il proprio dovere.
Ha parlato per oltre un’ora di politica a un partito che per la prima volta ha dovuto ascoltare non spot o barzellette, ma questioni reali e persino ideali.
Un terreno su cui il premier non è abituato a scendere, avvezzo più ai predellini da imbonitore mediatico.
Per non parlare della corte dei miracolati che lo circonda, novelli caporali di giornata e di maggiordomi in livrea, per cui la politica si traduce solo in occupazione di poltrone, in piena sintonia con le truppe padane.
Per Berlusconi qualsiasi critica sono un oltraggio alla sua presunzione, qualsiasi osservazione un fastidio, qualsiasi rilievo un delitto di lesa maestà : livido e contratto, insofferente e nervoso, mentre Fini lo stringeva all’angolo semplicemente con le osservazioni che gli avrebbe fatto l’elettore medio di centrodestra in buona fede.
Sintetizziamo l’intervento di Fini che esordisce dicendo che si tratta di “una riunione indispensabile per fare chiarezza, mentre c’è chi tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto”.
E continua: “E’ possibile avere opinioni diverse, io dico quello che penso e lo faccio da mesi: per questo sono stato oggetto di campagne giornalistiche vergognose da parte di giornalisti pagati da familiari del premier. Non è alto tradimento uscire dal coro e dire che non va tutto bene, occorre stare attenti al centralismo carismatico, se si critica qua si passa per sleali, ma io le cose te le dico in faccia”.
Poi un affondo: “Non siamo in cerca di potere, anzi chi è con me ha messo in conto di perdere qualcosa, ma oggi è la giornata della svolta, da oggi le cose cambiano: c’è una maggioranza che condivide tutte le cose fatte da Berlusconi e una minoranza che non le condivide”.
Fini inizia a entrare nei dettagli: “Il Pdl al nord non è andato affatto bene, inutile nasconderlo”.
“Sull’immigrazione dico le cose che dicono tutti i partiti popolari europei, dire altro significa solo compiacere la Lega. Al nord siamo diventati la fotocopia della Lega, non abbiamo identità . Appiattirsi sulle posizioni di Bossi è pericoloso e il centro sud è preoccupato”. Continua »
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Aprile 22nd, 2010 Riccardo Fucile
“NON AVRA’ I VOTI E SI RITROVERA’ CON UN GOVERNO ISTITUZIONALE E ALLE PRESE CON LA GIUSTIZIA”… BERLUSCONI IN PREDA ALL’IRA: PER LUI E’ INCONCEPIBILE NON SOLO AVERE IDEE DIVERSE, MA ANCHE SOLO IDEE
Cresce la tensione mentre è iniziato all’Auditorium la Direzione nazionale del Pdl: quell’organismo che, fosse stato per il premier, non si sarebbe mai creato, tanto quando decide lui deve andare bene a tutti.
Un Berlusconi furibondo che prepara la vendetta, ma che rischia grosso, circondato da una corte di miracolati che invece che provare a farlo ragionare lo incitano a farsi autogol.
Siamo arrivati al punto che faranno parlare Fini alle 13, dopo l’introduzione del premier e la celebrazione della “sconfitta elettorale”, fatta passare per vittoria, da parte dei tre coordinatori (persi 2.500.000 in un anno, 4.000.000 in due anni, discesa al 32%, dal 37,2% delle politiche e dal 35,3% delle europee).
Una sceneggiata patetica volta a “umiliare” il presidente della Camera, reo del delitto di lesa maestà e di porre questioni politiche, il fatto di porre il suo intervento dopo persino quelli di Giovanardi e Rotondi.
Il “maestro dell’eleganza”, quello che sosteneva che “a palazzo Grazioli non poteva succedere nulla di inelegante in mia presenza perchè io sono il massimo dell’eleganza”, getta ormai la maschera.
Fini ha accolto con soddisfazione l’ennesimo insulto e la mancata risposta ai problemi politici da lui sollevati, confidando ai suoi fedelissimi: “Silvio non ha ancora capito che non ci penso proprio a scendere a patti con lui. E se vado via mi porto fuori dal partito anche i suoi…Si troverà senza voti in parlamento, con un governo istituzionale e alle prese con la giustizia”
Come dire: o il Pdl si dà un progetto che prescinde dal cesarismo e diventa un moderno partito di destra europea, attento al sociale e alle riforme vere, o non c’è futuro.
Fini rischia, ma sa che ce la può fare.
Non ha rilevanza il conto dei fedeli in Parlamento, è questo che nel Pdl non capiscono, conta la società italiana. Continua »
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Aprile 22nd, 2010 Riccardo Fucile
NEI PROSSIMI DUE MESI IL GOVERNO POTREBBE FINIRE SOTTO SUL DISEGNO DI LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI GRADITO SOLO AL PREMIER, SULLA RIFORMA DELL’UNIVERSITA’ E SULLA PROROGA DEL PERMESSO DI SOGGIORNO PER GLI IMMIGRATI CHE HANNO PERSO IL LAVORO PER LA CRISI…. ANCHE BIOTESTAMENTO, PROBLEMI ETICI, NOMINE DEL CSM RISCHIANO DI ESSERE BLOCCATI
Già il governo, nonostante un’ampia maggioranza, è andato spesso “sotto” in aula, a causa delle assenze e di “missioni” varie di troppi parlamentari.
Spesso a causa anche dei doppi incarichi di molti che, pur essendo ministri e sottosegretari, non hanno mai mollato il posto di deputato o senatore.
Il divieto del doppio incarico era stato sottoscritto da tutti al momento della candidatura, ma quando si è trattato di metterlo in atto, rinunciando a uno dei due posti, la classe dirigente di Pdl e Lega ha dato il peggio di sè, ostinandosi a mantenere il doppio incarico, con relativa maggiorazione economica.
A nulla sono valsi gli inviti del premier, cui non hanno peraltro mai fatto seguito fatti concreti.
Berlusconi si preoccupa di questo aspetto solo quando la maggioranza in aula si dissolve, ma non ha mai preso provvedimenti contro tale scandalosa mancanza alla parola data e alla firma apposta.
Non a caso è uno dei temi interni che Fini ha più volte richiamato, chiedendo che vengano fatte rispettare le regole etiche di partito.
I cento voti di margine alla Camera quindi di fatto si assottigliano: fino a giungere alla conclusione che se 20 deputati o 10 senatori cambiassero voto o si astenessero, il Governo andrebbe sotto e non avrebbe più la maggioranza.
Ora che Fini ha creato una sua corrente, è evidente che, su temi che gli stanno particolarmente a cuore, il rischio di “franchi tiratori” si fa più pressante.
Di fatto se 29 deputati e 13 senatori finiani non votassero col governo, per Berlusconi sarebbe il de profundis.
Ma vediamo quali sono i provvedimenti a rischio nel breve, ovvero da qui a giugno. Continua »
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