I FINTI DESTRI: UNA VITA DA SERVI SENZA CULTURA, ORA IN SOCCORSO AL NUOVO PADRONE
Aprile 17th, 2010 Riccardo FucileSE L’AIUOLA E’ RASATA BENE, LE DEIEZIONI CANINE SONO RACCOLTE , GLI IMMIGRATI LAVORANO SODO DI GIORNO, MA EVITANO DI FARSI VEDERE PER STRADA DALLE 20 DI SERA ALLE 6 DEL MATTINO, PER LORO E’ L’APOTEOSI DELLA DESTRA… SI SONO SEMPRE ACCONTENTATI DELLE BRICIOLE DI PANE ELARGITE DAL PADRONE DI TURNO E AMANO GLI SPOT, I SALOTTI E GLI ABITI FIRMATI
La prospettiva della rottura più che giustificata da parte di Fini nei confronti del mono-incolore leghista, con appoggio interno di Berlusconi, che fa finta da due anni di governare il nostro Paese, li ha prima preoccupati e poi scatenati. Il presidente della Camera è divenuto per loro il “traditore” della destra, colui che mette in discussione il “padrone buono”, quello per cui ci si accomoda in fila, confidando che prima o poi elagisca una escort usata, per poter magari diventare a loro volta degli utilizzatori finali.
Si riconoscono dalla livrea, quella con cui sono nati e con cui periranno, portata spesso con scarso stile sotto gli abiti firmati cui tengono tanto.
Si riconoscono dai bonifici che ricevono sul loro conto corrente: spesso nati con le pezze al culo, ma con la lingua usurata dal lecchinaggio, hanno cambiato diversi padroni al momento opportuno, facendo sempre in modo che l’accredito fosse garantito a fine mese.
Si riconoscono dal fatto che si definiscono “di destra”: la loro massima realizzazione è uscire di casa, non rischiare di calpestare la cacca dei cani, vedere le aiuole ben tagliate e pochi immigrati in giro.
Questi ultimi per loro devono infatti lavorare possibilmente in nero dalle 6 del mattino alle 18 di sera, per poi ritirarsi nelle loro case e non farsi vedere in giro.
I treni devono marciare in orario, la loro auto inquinare liberamente la città , i profughi essere affogati a pagaiate, le prostitute nascoste alla vista della moglie (salvo frequentarle in sua assenza).
Non vorrebbero mai pagare le tasse e sono invidiosi di chi ci riesce, spesso i meridionali sfruttatori, ovvio.
Non seguono troppo i figli perchè hanno “da pensare alla carriera”: se ne liberano regalando loro una bella auto al compimento dei 18 anni, salvo poi scoprire che il figlio, fatto di coca, si è schiantato contro un muro o che la figlia fa marchette per pagarsi l’abito firmato.
Chi poi, tra loro, si impegna in politica ama anche cantare melodie patriottiche come “meno male che Silvio c’è”.
Chi cantava “Giovinezza” ha fatto presto a cambiare musica, grazie ad Apicella: persino chi difendeva i ragazzi che contestavano il Grande Fratello (e chi li ha mandati a contestarlo) è finito, più che orizzontale, a novanta gradi.
Però ha occupato qualche poltoncina in similpelle.
Chi sgomita per un posto in qualche fondazione bancaria, chi per una nomina da consigliere in qualche ente locale, chi si accontenta anche di fare il portaborsetta, chi fa l’intellettuale e si scrive addosso, lasciando evidenti tracce di “urina del suo sacco”, chi tenta di giustificare la sua resa al sistema con osservazioni del tipo “bisogna adeguarsi ai tempi”. Continua »