Marzo 8th, 2014 Riccardo Fucile
TASK FORCE PER ACCELERARE I LAVORI E PREVENIRE I CROLLI
Stavolta non ci saranno tempi supplementari.
Il messaggio che arriva dalla Ue è inequivocabile: «Le deroghe non sono possibili. Invece di cercare le eccezioni, la cosa più importante è concentrarsi e lavorare».
A parlare è il portavoce del commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn che, all’indomani delle preoccupazioni espresse dal neo-soprintendente Massimo Osanna, sgombra il campo da qualsiasi ipotesi di richiesta di proroga.
I 105 milioni del Grande progetto Pompei cofinanziato dalla Ue dovranno essere spesi entro il 30 giugno 2015.
«Faremo una check list – ha aggiunto – per monitorare da vicino l’avanzamento dei lavori e un punto della situazione pubblico prima della pausa estiva». Parole dopo le quali lo stesso Osanna ha calibrato il tiro, rileggendo a freddo quanto detto il giorno in cui s’è insediato: «Mi sono limitato a esprimere preoccupazione. Chiedere eventuali deroghe non spetterebbe neanche a me».
Non sarà certo facile imprimere in poco più di un anno un’accelerazione a un piano d’intervento da 105 milioni che, per ora, vede un solo cantiere consegnato per un valore di appena 853mila euro, cinque cantieri aperti da complessivi 8,4 milioni, sette gare da 20,2 milioni chiuse e in corso d’aggiudicazione e una procedura concorsuale in corso
Ma al ministero dei Beni culturali vogliono mettercela tutta.
E soprattutto, dopo i tre crolli dello scorso fine settimana, dimostrare a Bruxelles che l’Italia si sta impegnando: ieri al Collegio Romano secondo incontro a tema in tre giorni, con il ministro Dario Franceschini, il direttore generale di progetto Giovanni Nistri, lo stesso soprintendente, il segretario generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia e il capo di gabinetto Giampaolo D’Andrea.
Tra i temi affrontati, la prevenzione di eventuali nuove emergenze, soprattutto in vista delle piogge che dovrebbero abbattersi sull’area nelle prossime ore.
Tra le misure allo studio, l’intensificazione del pattugliamento, anche di notte e nei fine settimana. In più sarà articolato un piano per conciliare conservazione e fruizione. «Da questo preciso momento in poi – ha detto Osanna a margine dell’incontro – lavoreremo alacremente sul versante del Grande progetto, come sulla manutenzione ordinaria. Siamo una squadra nuova, mi piacerebbe che venissimo giudicati per i fatti. Perchè ci sono i presupposti per fare bene».
La manutenzione ordinaria, tema sul quale di recente è intervenuto il ministero sbloccando fondi a disposizione della soprintendenza per due milioni, a Pompei è un vecchio cavallo di battaglia del sindacato.
«Ma le risorse – commenta Antonio Pepe di Cisl Beni culturali – contano fino a un certo punto. Per prevenire i crolli servono braccia: occorrerebbero squadre di operai, come quelle che c’erano fino a qualche anno fa, pronte a intervenire a seguito delle segnalazioni di pericolo»
Intanto le notizie riguardanti i nuovi crolli sono arrivate anche a Berlino, dov’è in corso l’Itb, fiera internazionale del turismo.
«Molti buyer esteri – racconta Raffaele Ercolano di Incoming Italia, consorzio di promozione turistica che riunisce i principali operatori nazionali – hanno chiesto delucidazioni al nostro stand: temevano che i crolli avrebbero portato conseguenze sul piano della fruibilità del sito».
Che sul fronte turistico rappresenta da sempre una nota dolente: «Per fortuna – continua Ercolano – la domanda di pacchetti comprendenti Pompei continua a crescere».
Tuttavia se i flussi internazionali arrivano, secondo Ettore Cucari di Fiavet Campania, «non è certo merito del lavoro compiuto dal sistema Italia, quanto piuttosto di operazioni concepite all’estero come la mostra del British Museum o il film “Pompei”. Il guaio è che, dopo le visite, gli utenti si lamentano per le case non visitabili e i servizi approssimativi».
Pompei non è a Londra e nemmeno a Hollywood.
Francesco Prisco
(da “Il Sole”)
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Marzo 8th, 2014 Riccardo Fucile
LE DOTI MIRACOLOSE DI “SORELLA GIORGIA”: ALLE PRIMARIE DEL PD, IN PROVINCIA DI SALERNO, HANNO PARTECIPATO IN 46.500 SU 135.987 VOTI ALLE POLITICHE…A QUELLE DI FRATELLI D’ITALIA, L’IMPROVVISA “APPARIZIONE”: 47.000 PARTECIPANTI ALLE PRIMARIE SU 43.115 VOTI ALLE POLITICHE
In questo articolo non entriamo nel merito delle considerazioni espresse da Gianfranco Fini sulle motivazioni politiche che avrebbero dovuto indurre le “sorelle d’Italia” a evitare di celebrare il proprio congresso di ratifica condominiale “nomina dell’amministratore, dei consiglieri, varie ed eventuali” in quel di Fiuggi.
Scelta derivante dallo sfruttamento del precedente del 1994, secondo taluni: forse nel pacchetto-offerta, oltre all’affitto del marchio per un anno, “l’agenzia turistica Fondazione An” avrà inglobato anche le strutture congressuali delle Terme di Fiuggi per due giorni.
Ma se gli organizzatori avessero voluto ricercare realmente una “strada identitaria e trascendente, valoriale e spirituale”, la location ideale, diciamolo, sarebbero state Contursi Terme o le terme di Montesano sulla Marcellana, in provincia di Salerno, un punto di riferimento per tutto il Meridione in quanto a cure termali, bagni di fango ed altri trattamenti benessere.
Ma soprattutto perchè la provincia di Salerno è la Medjugorje dei fratelli e sorelle d’Italia, il luogo dell’apparizione e del primo miracolo di sorella Giorgia, ora meta di pellegrinaggi di pie donne e di devoti militanti.
Per avere un’idea della potenza spirituale dell’evento, stabiliamo un metro di paragone.
Alle primarie del Pd , in provincia di Salerno, hanno partecipato, grazie alla mobilitazione del chiacchierato sindaco De Luca (pro-Renzi) circa 47.000 elettori su 135.987 voti raccolti pochi mesi prima alle politiche ( 22,4%).
Ricordiamo per inciso che i cuperliani avevano fatto ricorso (e poi il risultato non venne ratificato) denunciando brogli e infiltrazioni della camorra.
Ma veniamo al miracolo delle primarie dei Fratelli d’Italia: il parlamentare locale Cirielli prima prevede una partecipazione di 10.000 elettori, poi sale a 30.000 e alla fine si arriva a dichiararne ufficialmente 47.000.
Ovvero 47.000 contro i 43.115 voti raccolti pochi mesi prima in provincia di Salerno alle politiche dal partito (7,1%).
E’ il primo caso in Italia dove i votanti alle primarie superano gli stessi elettori del partito (e Cirielli può dichiarare che “siamo la prima provincia d’Italia” quanto a partecipazione alle primarie).
Non è forse un miracolo dovuto all’apparizione della Medjugorje della Garbatella?
Non andava forse incentivato l’indotto delle bancarelle dei santini “senza paura” che ritraggono l’immagine sacra senza photoshop?
Altro che Fiuggi e nostalgie del passato, il congresso andava tenuto nel Salernitano, terra di miracoli e di apparizioni, di moltiplicazione dei pani, dei pesci e dei voti.
Poi Cirielli (quello che si è dispiaciuto perchè Renzi non ha nominato De Luca sottosegretario) avrebbe magari anche organizzato una processione per omaggiare il sindaco Pd, mentre la Russa si sarebbe potuto autoflagellare sul Golgota e Alemanno cercare la pietra filosociale (non trova più dove l’ha sotterrata).
In nome del popolo sovrano: beata Giorgia da Arcore, Santa Subito.
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Marzo 8th, 2014 Riccardo Fucile
“I FONDI UE NON POSSONO ESSERE USATI PER RIDURRE IL CUNEO FISCALE”: IERI PADOAN AVEVA IPOTIZZATO IL SOLITO GIOCO DELLE TRE CARTE
Bruxelles rovina i piani di Matteo Renzi, puntando direttamente al cuore del programma del
nuovo governo: il cuneo fiscale.
L’Unione europea avverte che i fondi comunitari non possono essere utilizzati per il taglio delle tasse sul lavoro, cavallo di battaglia del neo premier.
“I fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti per lo sviluppo, quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale”, chiarisce il portavoce del commissario Ue, Johannes Hahn.
E’ dura quindi la risposta dell’Ue al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che giovedì 6 marzo in una intervista a Il Sole 24 Ore aveva parlato di un possibile utilizzo dei fondi europei per finanziare il programma annunciato da Renzi. “Dobbiamo anche capire con l’Unione europea come utilizzare al meglio i fondi europei che oggi non vengono spesi”, aveva detto rispondendo a una domanda sulle coperture, chiedendosi: “Perchè non si potrebbero utilizzare quelle risorse (i fondi europei, ndr) su due capitoli oggi prioritari come il mercato del lavoro e la capacità di competere delle imprese? E’ interesse dell’Europa intera, non solo dell’Italia”.
Ma le parole del numero uno di via XX Settembre non convincono Bruxelles. “Stiamo quindi dicendo all’Italia, come a qualsiasi altro Stato membro dell’Unione, che le regole dei fondi permettono di finanziare con risorse nazionali, prima che i programmi per il 2014-2020 siano adottati dalla Commissione, progetti concreti per offrire, per esempio, aiuti per lo start up o per l’espansione produttiva e occupazionale dell’industria manifatturiera, o operazioni per ridurre la dispersione scolastica“, prosegue il portavoce del commissario Ue.
“Progetti che mirano a questi obiettivi sono considerati una priorità della politica dell’Unione europea. Questi progetti dovranno in ogni caso essere sottoposti a una verifica a posteriori di coerenza con le regole dei fondi, con i criteri di selezione, e con la strategia dei programmi. Solo quando sarà trovato un accordo sulla strategia e sui programmi, la Commissione potrà rimborsare quei progetti con risorse comunitarie“.
Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, Simon O’ Connor, rispondendo ai giornalisti a Bruxelles sottolinea poi che ”in generale i contributi dei Paesi ai fondi europei di stabilità Efsf ed Esm non hanno impatto sul debito pubblico, non penalizziamo uno Stato membro per la sua partecipazione”. L’impatto che il versamento all’Esm ha sul debito “è un calcolo ‘in-out’ che non pesa sull’aggiustamento strutturale”.
(da “Huffingtonpost“)
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