Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
BERLUSCONI SEMPRE PIU’ IN MANO ALLE PRESSIONI DEL NUOVO CERCHIO MAGICO…ROTTAMATA LA VECCHIA GUARDIA, ORA VERDINI PREPARA LA VENDETTA
“Mi auguro che tutti comprendano la gravità del momento e l’esigenza di rinnovarci. Uno
sforzo che dobbiamo affrontare tutti insieme mettendo da parte interessi personali, ambizioni individuali e la difesa di rendite di posizione”.
Alla fine Silvio Berlusconi si schiera. E verga personalmente una nota per annunciare la grande rottamazione della vecchia guardia di Forza Italia.
Annunciando, di fatto, che non candiderà alle europee quei big che pur lo hanno sostenuto in tante battaglie difficili.
E contestualmente nominando un ufficio di presidenza di Forza Italia dove, tra i 30 che votano, Fitto è in minoranza.
Parecchi della vecchia guardia restano come invitati.
Ed entrano la Rossi, Toti, e il resposabile dei club Fiori.
Rinnovamento e basta rendite di posizione: proprio la linea su cui da settimane lo spinge il “cerchio magico” formato da Giovanni Toti, Marcello Fiori e dal duo Rossi-Pascale.
Non è un caso che il comunicato venga inviato alle agenzie prima che ad Arcore arrivi quello che viene identificato come il simbolo della “bad company” da rottamare, ovvero Denis Verdini, proprio per una riunione sulle liste alle europee.
Riunione che si trasforma in un ring.
Chi ha sentito Verdini prima di entrare sbotta: “Aspettiamo le decisioni ufficiali, poi liberi tutti”.
Nel senso che Scajola, Fitto, Verdini non hanno alcuna intenzione di mettersi da parte porgendo l’altra guancia.
E già pensano alla grande vendetta, che consisterà nel far mancare i propri voti alle liste preparate dal cerchio magico.
Più di una fonte affidabile assicura che Denis Verdini, potentissimo uomo macchina e terminale dei portatori di voti di Forza Italia, è pronto a fermare la macchina in questa campagna elettorale.
È il controllo dell’organizzazione la vera posta in gioco di queste ore.
Anzi, dell’organizzazione nella fase dei servizi sociali, quando Berlusconi sarà limitato nella libertà .
Nei piani del nuovo cerchio magico Toti è destinato a diventare il vero numero due del partito, con Maria Rosaria Rossi e Francesca Pascale nel ruolo di plenipotenziari ombra.
E Marcello Fiori, responsabile dei Club nel ruolo di organizzatore.
Per farlo occorre togliere gli ostacoli dalle liste: “La verità — dice un big di rango – è che nelle urne Fitto arriverebbe primo e pure Scajola prenderebbe più voti di Toti, quindi li tengono fuori altrimenti il loro gioco non regge”.
In un clima di tensione e di ansia a pochi giorni dal Verdetto del tribunale di sorveglianza Berlusconi ha scelto di benedire questa operazione, sollecitato anche dall’ala Mediaset: “Se non ci metto mano io al partito salta tutto”.
Perchè il vecchio leader teme di perdere il controllo di Forza Italia di fronte a una classe dirigente eletta nelle urne, grazie a una sua forza, ora che sarà fuori gioco a causa dei servizi sociali.
In particolare, non si fida di Fitto, l’unico che ancora riesce a mobilitare il partito al Sud e custode di un serio bacino di voti.
Tanto che i due non si sentono da giorni. E preferisce correre il rischio di perdere voti piuttosto che di perdere il controllo del partito.
Perchè a questo punto tutto è possibile visto che l’ex governatore pugliese ha già fatto capire che, senza di lui, al Sud Forza Italia avrà problemi seri.
La verità è che il 10 aprile è sempre più vicino.
Paura, ossessioni, ansia di perdere il controllo delle cose e di assistere inerme alla frana: queste pulsioni avvolgono le mosse del Capo.
Non è un caso nel corso del consueto pranzo del lunedì ad Arcore con i figli e i vertici Mediaset Berlusconi ha confidato che teme davvero i “domiciliari”.
O comunque misure particolarmente rigide sulla limitazione della libertà .
La strategia degli avvocati di Berlusconi è quella di non presentare alcuna richiesta specifica al collegio dei giudici che esamineranno il caso.
Confidando che sia sufficiente l’età — l’ex premier ha 78 anni — e l’evidenza che si tratta di un leader politico, che cioè come “lavoro” fa la politica per avere un regime di servizi sociali che non impedisca di proseguire in questa attività . Non sarebbe il primo caso in cui i servizi sociali vengono scontati nell’ambito dell’attività lavorativa del condannato. E quindi, in teoria, Berlusconi potrebbe “lavorare” ad Arcore che di fatto è il suo ufficio politico.
Anche se l’elenco delle visite dovrebbe comunque essere autorizzato dal tribunale di sorveglianza. Il problema però è il ravvedimento, lo “scatto di consapevolezza”.
Se l’ex premier continua a definirsi innocente, il problema si pone.
E potrebbero scattare i domiciliari.
(da “Huffingtonpost“)
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
AVEVA IL DIRITTO DI DIFENDERSI DALLE “DENIGRAZIONI DIFFAMATORIE” DELL’ALLORA MINISTRO MARONI… AVEVA SMENTITO LA RICOSTRUZIONE DELL’AFFIDAMENTO DELLA MAROCCHINA A NICOLE MINETTI
La Cassazione “assolve” un magistrato e punta il dito contro il Csm che l’aveva punito.
Uno scontro tra palazzi che avviene su uno dei casi più bollenti degli ultimi anni: ovvero l’affaire Ruby.
Protagonisti di un verdetto a sezione Unite il pm per i minori Annamaria Fiorillo, l’allora ministro Roberto Maroni, e il Consiglio superiore della magistratura che alla toga ribelle, che rilasciò interviste per difendersi dalle dichiarazioni del responsabile del Viminale, considerate diffamatorie, aveva inflitto una sanzione.
Il magistrato ordinò che la giovane marocchina, all’epoca 17enne, venisse accompagnata in comunità .
Invece fu affidata all’allora consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti. Quando il ministro disse che la procedura era stata regolare Fiorillo rilasciò alcune interviste sostenendo che Maroni aveva mentito.
La Fiorillo fu quindi condannata per violazione del riserbo dal Consiglio superiore della magistratura, ma oggi la Cassazione dice che aveva diritto di difendersi da una diffamazione.
Che riguardava lei come magistrato, ma anche la stesso organo: “La tutela dei magistrati contro denigrazioni diffamatorie è, oltre che compito del Consiglio Superiore, un diritto per ciascun magistrato ed un dovere istituzionale — osservano i magistrati — al quale non si può abdicare, poichè la credibilità dell’istituzione giudiziaria e la fiducia dei cittadini nella sua imparzialità sono una garanzia assoluta della vita democratica”.
Insomma la Fiorillo con le sue dichiarazioni aveva difeso la sua toga e quella di tutti i suoi colleghi. Con la sua punizione in qualche modo si è mutilata quella difesa.
Annullata la sanzione del Csm inflitta al pm minorile.
La Cassazione ha quindi annullato con rinvio quella decisione affinchè il Csm quindi riesamini la vicenda.
Il magistrato aveva smentito, con interviste, la ricostruzione sull’affidamento di Ruby a Nicole Minetti che, il 9 novembre 2010, l’allora ministro dell’Interno disse che avvenne su indicazioni della stessa Fiorillo.
La toga, sentita come teste nel processo Ruby, aveva ribadito che l’allora responsabile del Viminale non disse il vero perchè lei non aveva mai autorizzato quell’affidamento anomalo di una minorenne, denunciata per furto e sospettata di essere una prostituta.
“Aveva il diritto dovere di difendersi da denigrazioni diffamatorie”.
Per la Cassazione, i magistrati hanno il diritto e il dovere di difendersi dalle “denigrazioni diffamatorie“.
Scrivono gli ‘ermellini’ — nella sentenza 6827 delle Sezioni Unite, pubblicata oggi e relativa all’udienza dello scorso 28 gennaio — che “la pubblica notizia dell’affidamento di una minore ad una persona estranea alla famiglia, in una vicenda contraddistinta dall’intervento del Presidente del Consiglio dell’epoca (Silvio Berlusconi condannato per concussione e prostituzione minorile in primo grado), era idonea a compromettere presso l’opinione pubblica non solo l’onore e la professionalità ” della pm Fiorillo, “ma anche i valori dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura”.
“Compito di tutelare i magistrati è del Csm “.
Sottolinea la Cassazione che in questo procedimento disciplinare, non si discute della reazione del pm a una critica, ma della sua reazione “all’attribuzione di un provvedimento non solo di contenuto diverso da quello effettivamente adottato, ma anche inconciliabile con i doveri del magistrato e con l’immagine che il magistrato deve dare di sè per la credibilità propria e della magistratura”.
In proposito, accogliendo il ricorso del pm Fiorillo contro la sanzione inflittale da Palazzo dei Marescialli lo scorso giugno, la Cassazione staffilando i togati del Csm spiega che “la tutela dei magistrati contro denigrazioni diffamatorie è, oltre che compito del Consiglio Superiore, un diritto per ciascun magistrato ed un dovere istituzionale al quale non si può abdicare, poichè la credibilità dell’istituzione giudiziaria e la fiducia dei cittadini nella sua imparzialità sono una garanzia assoluta della vita democratica”.
Il verdetto ricorda che Fiorillo ha difeso la sua “professionalità ” e la sua “credibilità ” di magistrato che sono un bene “coerente” con quello della imparzialità e indipendenza dei giudici.
La Cassazione: “La verità mediatica si fissa nella memoria collettiva.”
Ora il Csm dovrà verificare se il pm anzichè rilasciare interviste — a ‘In mezz’ora’ e a ‘Repubblica’ — avrebbe potuto difendersi con altri mezzi, senza violare il dovere del riserbo e la prerogativa del capo della Procura a parlare con i media.
Ad esempio, come aveva sostenuto il Pg della Cassazione, chiedendo l’intervento a tutela del Csm, l’intervento a tutela del capo dell’ufficio, o presentando querele.
Ma i supremi giudici, spezzando ancora una volta una lancia in favore di Fiorillo — e della scelta di esternare ai media la sua versione dei fatti, in assenza di immediati atti a tutela, pur da lei sollecitati — osservano che “non può tacersi che nell’attuale società mediatica l’opinione pubblica tende ad assumere come veri i fatti rappresentati dai media, se non immediatamente contestati: la verità mediatica, cioè quella raccontata dai media, si sovrappone, infatti, alla verità storica e si fissa nella memoria collettiva con un irrecuperabile danno all’onore”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
PER RISPARMIARE DEVASTANO LA POLIZIA…. SOLO IN PROVINCIA DI ROMA IN 70.000 SENZA PROTEZIONE
La mannaia continua a pendere sulla testa delle forze di polizia. Ma più che altro sui
portafogli di chi indossa una divisa e sulla sicurezza degli italiani.
I tagli del commissario Carlo Cottarelli questo potrebbero provocare: peggiorare la situazione di vivibilità del Belpaese, dove negli ultimi anni stanno aumentando reati, in maggior parte quelli predatori, dovuti, tra l’altro, alla crisi che ancora non è terminata.
E non si sa quando accadrà . E quindi, anche quando inizieranno a calare i reati su tutto il territorio italiano. E con queste previsioni la risposta è ancor più difficile da fare.
Ma se dovesse essere messa la firma definitiva sui tagli che sono stati proposti per le forze dell’ordine, la preoccupazione è che sarà dunque ancor più difficile dare una colpo di mannaia non agli stipendi di chi ci difende ogni giorno, ma alla criminalità .
In base a quanto stabilito nel documento che sta compilando il commissario nominato dal governo Letta, infatti, i tagli colpiranno, oltre all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di Finanza, anche la Polizia di Stato.
L’intenzione infatti è quella di chiudere commissariati, sezioni di polizia trasformate a sottosezioni e alcune di queste ridotte a posto fisso: come dire che per i cittadini da quegli uffici non potranno più pretendere sicurezza.
E i tagli colpiranno tutto il territorio italiano, partendo dalla Capitale.
Qui chiuderanno dodici uffici, circa 400 in tutta Italia.
Tradotti, vuol dire un recupero di quasi 700 uomini, dei quali 300 nella Capitale, pari a quasi 600 milioni di spese che non uscirebbero più dalle tasche dell’Amministrazione.
Uguale: la sicurezza diminuisce.
Nella provincia di Roma, dunque, è annunciata la chiusura di tre commissariati: Frascati, Colleferro e Genzano. Non solo.
Anche del Reparto intervento polizia stradale Roma (Rips), della sottosezione polizia ferroviaria smistamento, del posto di polizia ferrovia Roma Trastevere, del posto di polizia ferroviaria Colleferro, della squadra nautica Anzio, della squadra nautica Civitavecchia, della squadra nautica Fiumicino, della squadra a cavallo Ostia e della squadra a cavallo Tor di Quinto.
Poi c’è l’aspetto invece delle demansioni: potrebbero essere declassate, infatti, in Posto la sottosezione di polizia ferroviaria di Fiumicino, dell’Ostiense e della Tiburtina. In pochi, invece, potrebbero ottenere risultati positivi: la polizia ferroviaria di Civitavecchia, da sottosezione a sezione e gli agenti della stazione Termini, presto sede di una nuova sezione.
Di fronte a tanti tagli, i sindacati di categoria stanno portando avanti trattative e hanno già incontrato i vertici del ministero dell’Interno non per impedire che avvengano questi cambiamenti, ma che almeno siano più contenuti rispetto a quanto sarebbe stato scritto nel documento del commissario Cottarelli.
E quindi la preoccupazione maggiore è l’abbassamento degli standard operativi delle forze dell’ordine e la conseguente «sconfitta» di fronte alla criminalità .
Ma c’è un altro aspetto che gli stessi uomini delle forze di polizia non digeriscono. E riguarda gli stipendi. E l’ennesima assurdità italiana.
Di che si tratta? Del blocco legato alle promozioni inserito nel decreto legislativo 78/2010.
Ma gli alti dirigenti del ministero dell’Interno, dal 2012, sarebbero riusciti ad aggirare la normativa con l’avallo dell’Ufficio centrale di bilancio del Ministero dell’economia di loro competenza.
L’aggiramento sarebbe potuto avvenire poichè hanno considerato gli avanzamenti di carriera una nomina e non una promozione come testualmente invece cita il decreto legislativo.
I colleghi con gli stessi gradi della Guardia di Finanza e dell’Arma dei carabinieri invece hanno il blocco poichè il loro Ufficio centrale di bilancio di riferimento ha stabilito la conferma della norma.
Il malumore, quindi, tra le diverse forze di polizia, non manca, tanto che molti la definiscono ingiustia.
Da una parte, dunque, ci sono gli alti dirigenti del Viminale che hanno ottenuto l’adeguamento dello stipendio con l’avanzamento di carriera a differenza di chi ricopre un ruolo inferiore, e dall’altra invece i pari grado delle Fiamme Gialle e dei carabinieri hanno ancora il blocco.
Augusto Parboni
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
I TAGLI PREVISTI DAL GOVERNO LASCERANNO SCOPERTE INTERE AREE DEL PAESE
Ecco, città per città , tutti i tagli previsti dal commissario Carlo Cottarelli.
AGRIGENTO: un posto di polizia ferroviaria a Canicattì, una sezione polizia postale, e una squadra nautica. un posto polizia ferroviaria a Casale Monferrato, un posto polizia ferroviaria arquata scrivia, un posto polizia ferroviaria a Tortona e una sezione polizia postale ad Alessandria.
ANCONA: Un commissariato di polizia a Osimo, un posto polizia ferroviaria a Fabriano, un posto polizia ferroviaria a Falconara Marittima, una squadra nautica ad Ancona. Uffici di nuova istituzione: sezione Polizia Ferroviaria Ancona.
VAL D’AOSTA: settore polizia di frontiera terrestre ad Aosta. La sottosezione Polizia di Frontiera Terrestre c/o i trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo sono trasformati in posti di Polizia alle dipendenze della Questura. Alla Questura sono attiribuite funzioni di Polizia di Frontiera
AREZZO: polizia ferroviaria S. Giovanni Valdarno, un posto polizia ferroviaria a Terontola, una sezione polizia postale ad Arezzo. Il posto di Polizia ferroviaria Arezzo viene elevato a sezione.
ASCOLI PICENO: Distaccamento polizia stradale ad Amandola, una sezione polizia postale ad Ascoli Piceno.
ASTI: una sezione polizia postale.
AVELLINO: un posto polizia ferroviaria, una sezione polizia postale.
BARI: una sottosezione polizia stradale a Barletta, una squadra nautica a Bari, una squadra sommozzatori a Bari, una squadra a cavallo a Bari. Istituzione della nuova sezione polizia ferroviaria Bari centrale. Il Compartimento Polizia Stradale per la Puglia assume anche la competenza del soppresso Compartimento Polizia Stradale per la Basilicata.
BELLUNO: un posto polizia ferroviaria a Calalzo, una sezione polizia postale a Belluno, una squadra a cavallo a Belluno.
BENEVENTO: Una sezione polizia postale.
BERGAMO: un commissariato di ps a Treviglio, una sezione polizia postale
BIELLA : una sezione polizia postale
BOLOGNA : un posto di polizia ferroviaria s. benedetto val di sambro, una squadra a cavallo. Uffici di nuova istituzione: sezione Polizia ferroviaria Bologna Centrale
BOLZANO : un commissariato di ps. bressanone , un distaccamento polizia stradale Merano, un posto polizia ferroviaria Brennero, un posto polizia ferroviaria a Fortezza, un posto polizia ferroviaria a Merano, un posto polizia ferroviaria a San Candido, una sezione polizia postale a Bolzano
BRESCIA: un distaccamento polizia stradale Iseo, distaccamento polizia stradale Salò, ufficio frontiera aerea Montichiari. Alla questura sono attribuite funzioni di polizia di frontiera aerea
BRINDISI: una sezione polizia postale brindisi, squadra nautica. La sottosezione polizia ferroviaria Brindisi è declassata a posto.
CAGLIARI : una squadra nautica. Il compartimento della polizia ferroviaria è declassata a sezione. Il compartimento di polizia ferroviaria Lazio con sede a Roma assume la competenza anche della Regione Sardegna.
CALTANISSETTA : posto di polizia ferroviaria Caltanissetta, squadra nautica.
CAMPOBASSO : distaccamento polizia stradale Larino, posto polizia ferroviaria.
CASERTA : posto polizia ferroviaria Cancello, sezione polizia postale Caserta, squadra nautica. La sottosezione polizia ferroviaria Caserta è elevata a sezione.
CATANIA : posto polizia ferroviaria Caltagirone, posto di polizia ferroviaria Catania Acquicella, squadra nautica Catania. La sezione polizia ferroviaria Catania è declassata a posto.
CATANZARO : il posto di polizia ferroviaria Lamezia Terme è elevato a sezione.
CHIETI : distaccamento polizia ferroviaria Ortona a Mare, sezione polizia ferroviaria Vasto, sezione polizia postale.
COMO : sezione polizia postale, squadra nautica. Il settore polizia di frontiera Ponte Chiasso è trasformato in commissaria di ps con attribuzioni di polizia di frontiera, di livello direttivo con organico ipotizzato di 72 unità .
COSENZA : posto di polizia ferroviaria, sezione polizia postale, squadra nautica (non operativa).
CREMONA: sezione polizia postale.
CROTONE posto polizia ferroviaria, sezione polizia postale, squadra nautica.
CUNEO : posto di polizia ferroviaria Brò, sezione polizia postale uffici trasformati. Il settore polizia di frontiera terrestre Limone Piemonte è trasformato in commissario di ps con attribuzioni di polizia di frontiera, di livello direttivo con organico ipotizzato di 36 unità .
ENNA: distaccamento polizia stradale Nicosia, sezione polizia postale.
FERRARA : sezione polizia postale, squadra nautica.
FIRENZE : posto polizia ferroviaria Pontassieve, squadra a cavallo uffici di nuova istituzione: sezione polizia ferroviaria S. Maria Novella. Il compartimento per la polizia stradale per la toscana assume anche la competenza del soppresso compartimento di polizia ferroviaria per l’Umbria.
FOGGIA : sezione polizia postale, squadra nautica (non operativa).
FROSINONE : sezione polizia postale accorpamenti: distaccamento polizia stradale Cassino è accorpato con la sottosezione autostradale Cassino. Il posto di polizia ferroviaria Cassino è elevato a sezione.
GENOVA: posto polizia ferroviaria Chiavari, posto polizia ferroviaria Ronco Scrivia, squadra nautica uffici declassati: la sottosezione polizia ferroviaria Genova Brignole è declassata in posto. La sottosezione polizia ferroviaria Genova Sampierdarena è declassata in posto.
GORIZIA : sezione polizia postale, settore polizia frontiera terrestre. Alla Questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera.
GROSSETO sezione polizia postale, squadra nautica.
IMPERIA : distaccamento polizia stradale Sanremo, posto di polizia ferroviaria Imperia Oneglia, posto di polizia ferroviaria Sanremo, sezione polizia postale Imperia, squadra nautica Imperia. Il settore di polizia di frontiera terrestre Ventimiglia è accorpato al commissariato di ps con attribuzioni di polizia di frontiera, di livello direttivo e un organico ipotizzato di circa 104 unità .
ISERNIA : sezione polizia postale.
LA SPEZIA : posto polizia ferroviaria Sarzana, sezione polizia postale, ufficio frontiera marittima, squadra nautica, nucleo artificieri frontiera. Il posto di polizia ferroviaria La Spezia è elevato a sezione. Il centro nautico e sommozzatori diviene centro sommozzatori e viene declassato al livello direttivo. Alla Questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera marittima. L’AQUILA : distaccamento polizia stradale Castel di Sangro, posto di polizia ferroviaria Sulmona.
LATINA : sezione polizia postale, squadra nautica.
LECCE : squadra nautica Gallipoli.
LIVORNO : distaccamento polizia stradale Portoferraio, posto polizia ferroviaria Campiglia Marittima, posto polizia ferroviaria San Marco, sezione polizia postale, sezione nautica, squdra nautica Piombino.
LUCCA : sezione polizia postale, squadra a cavallo Viareggio. Il distaccamento polizia stradale Viareggio è accorpato alla sottosezione autostradale Viareggio.
MASSA CARRARA: posto polizia ferroviaria, posto polizia ferroviaria Pantremoli, sezione polizia postale.
MACERATA : distaccamento polizia stradale Porto Recanati, sezione polizia postale.
MANTOVA : posto polizia ferroviaria Ostiglia, sezione polizia postale.
MATERA: posto polizia ferroviaria Metaponto, sezione polizia postale Metaponto.
MESSINA: posto polizia ferroviaria Barcellona Pozzo di Gotto, posto polizia ferroviaria Sant’Agata Militello, ufficio polizia di frontiera marittima, squadra nautica, nucleo artificieri uff. frontiera. Alla questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera marittima.
MILANO : reparto intervento polizia stradale (r.i.p.s.), distaccamento polizia stradale Arcore. La sottosezione polizia ferroviaria Porta Garibaldi è declassata in posto, la sottosezione polizia ferroviaria Milano Bovisa è declassata in posto. Uffici di nuova istituzione: sezione polizia ferroviaria Milano Centrale e posto di polizia ferroviaria «rogareda». La 2° zona polizia di frontiera per la Lombardia assume competenza anche sulle regioni Liguria, Piemonte e Valle D’aosta.
MODENA : sezione polizia postale.
NAPOLI: reparto intervento polizia stradale (r.i.p.s.), sottosezione polizia ferroviaria Torre Annunziata, 6° zona polizia frontiera per la Campania, la Basilicata e la Calabria, squadra nautica, squadra sommozzatori, squdra a cavallo. Ufficio di frontiera aerea è accorpato all’ufficio frontiera marittima e assume la nuova denominazione di ufficio di polizia di frontiera marittima ed aerea. Il nucleo artificieri presso l’aeroporto è accorpato al nucleo artificieri presso il porto di Napoli.
NUORO : distaccamento polizia stradale Fonni, distaccamento polizia stradale Ottana, distaccamento polizia stradale Siniscola, posto polizia ferroviaria Macomer, sezione polizia postale.
ORISTANO : sezione polizia postale, squadra nautica.
PADOVA : sezione polizia postale.
PALERMO : posto di polizia ferroviaria Brancaccio, squadra nautica, squadra sommozzatori, squadra a cavallo. Il distaccamento polizia stradale Cefalù è accorpato alla sottosezione di Buonfarnello. L’ufficio frontiera aerea è accorpato all’ufficio frontiera marittima Palermo e assume la nuova denominazione di ufficio frontiera marittima e aerea.
PARMA: posto polizia ferroviaria Fornovo di Toro, sezione polizia postale, ufficio polizia frontiera aerea. Il posto di polizia ferroviaria è elevato a sezione. Alla questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera aerea.
PAVIA : posto polizia ferroviaria Mortora, sezione polizia postale, squadra nautica. Il posto di polizia ferroviaria è elevato a sezione. La sottosezione polizia ferroviaria Voghera è declassato a posto.
PERUGIA : compartimento polizia stradale per l’Umbria. Il territorio di competenza del soppresso compartimento transita nellla giurisdizione del compartimento polizia stradale per la Toscana, con sede a Firenze. La sezione polizia stradale di Perugia è elevata a livello di primo dirigente.
PESARO : sezione polizia postale. Il distaccamento polizia stradale di Fano è accorpato con la sottosezione autostradale di Fano.
PESCARA : distaccamento polizia stradale Penne, ufficio frontiera marittima/aerea, squadra nautica. La sottosezione polizia ferroviaria è elevata a sezione. Alla Questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera marittima e aerea.
PIACENZA : sezione polizia postale, squadra nautica (non operativa).
PISA: sezione polizia postale.
PISTOIA : commissariato ps Pescia, posto polizia ferroviaria, sezione polizia postale.
POTENZA : compartimento polizia stradale Basilicata. Il territorio di competenza del soppresso compartimento transita nella giurisdizione del compartimento polizia stradale della Puglia, con sede a Bari. In conseguenza della soppressione del compartimento, la sezione polizia stradale viene elevata a livello di primo dirigente.
PRATO: sezione polizia postale. La sottosezione polizia ferroviaria è declassata in posto.
RAGUSA : distaccamento polizia stradale Vittoria, posto polizia ferroviaria Vittoria, sezione polizia postale.
RAVENNA: distaccamento polizia stradale Faenza, distaccamento polizia stradale Lugo di Romagna, sezione polizia postale, squadra nautica.
REGGIO CALABRIA: posto di polizia ferroviaria Gioia Tauro, posto polizia ferroviaria Locri, ufficio polizia frontiera Marittima Gioia Tauro, squadra nautica Gioia Tauro. La sezione polizia ferroviaria Villa San Giovanni è declassata in posto. Al commissariato Gioia Tauro sono assegnate le funzioni di polizia di frontiera marittima.
REGGIO EMILIA : sezione polizia postale, squadra nautica (non operativa).
RIETI: sezione polizia postale.
RIMINI: sezione polizia postale, squadra nautica.
ROVIGO: commissariato ps Porto Tolle, sezione polizia postale, squadra nautica Porto Tolle.
SALERNO : posto di polizia ferroviaria Nocera Inferiore, posto di polizia ferroviaria Agropoli, squadra nautica. La sottosezione polizia ferroviaria è elevata a sezione.
SASSARI : distaccamento polizia stradale Tempio Pausania, posto polizia ferroviaria Chilivani, posto polizia ferroviaria Golfo Aranci, sezione polizia postale, squadra nautica Olbia, squadra nautica Palau, squadra nautica Porto Torres, squadra sommozzatori Olbia, scuola aperta per i servizi di polizia a cavallo delle forze di polizia ad ordinamento civile. La sottosezione polizia ferroviaria Sassari è declassata in posto. La sottosezione polizia ferroviaria Olbia è declassata in posto.
SAVONA: commissariato ps Alassio, distaccamento polizia stradale Finale Ligure, sezione polizia postale, uffico frontiera marittima, squadra nautica, distaccamento nautico Alassia, nucleo artificieri uff. frontiera. Il posto di polizia ferroviaria è elevato a sezione. Alla questura sono attribuite le funzioni di polizia di frontiera marittima.
SIENA : posto polizia ferroviaria, sezione polizia postale.
SIRACUSA: sezione polizia postale, squadra nautica Augusta, distaccamento nautico Augusta.
SONDRIO : posto di polizia ferooviaria, sezione polizia postale. Il settore polizia frontiera terrestre Tirano è trasformato in commissariato di ps, con attribuzioni di polizia di frontiera, di livello direttivo e un organico ipotizzato di 36 unità .
TARANTO: sezione polizia postale, squadra nautica.
TERAMO : posto polizia ferroviaria Giulianova, sezione polizia postale.
TERNI : posto polizia ferroviaria Orvieto, sezione polizia postale.
TORINO sottosezione polizia ferroviaria Orbassano, 1° zona di frontiera per il Piemonte, la Valle D’aosta e la Liguria, squadra a cavallo Torino. La sottosezione polizia ferroviaria Porta Susa è declassata in posto. Il settore polizia di frontiera terrestre Bardonecchia è trasformato in commissariato di ps, con attribuzioni di polizia di frontiera, di livello dirigenziale, e un organico ipotizzato di circa 80 unità . Il territorio di competenza della soppressa 1° zona di frontiera transita nella giurisdizione della 2° zona polizia di frontiera per la Lombardia, con sede a Milano.
TRAPANI : distaccamento polizia stradale Marsala, posto polizia ferroviaria Castelvetrano, sezione polizia postale, squadra nautica.
TRENTO: posto polizia ferroviaria Rovereto, squadra nautica Riva del Garda.
TREVISO : sezione polizia postale.
TRIESTE : commissariato ps Duino, sottosezione polizia ferroviaria Villa Opicina, settore polizia frontiera terrestre, squadra nautica. La sottosezione polizia frontiera terrestre Fernetti, Rabuiese e Villa Opicinasono trasformati in posti di polizia alle dipendenze della Questura.
UDINE : commissariato ps Tolmezzo, sezione polizia postale, posto polizia ferroviaria Cervignano, posto polizia ferroviaria Tarvisio.
VARESE : sezione polizia postale, posto polizia ferroviaria Luino.
VENEZIA : distaccamento polizia stradale Portogruaro, posto polizia ferroviaria Portogruaro, squadra nautica.
VERCELLI : posto polizia ferroviaria Santhia, sezione polizia postale.
VERONA : sottosezione polizia ferroviaria Porta Vescovo, posto polizia ferroviaria Legnano, sezione polizia postale, squadra nautica lacuale Peschiera del Garda.
VICENZA : sezione polizia postale.
VITERBO: posto di polizia ferroviaria, sezione polizia postale.
(da “il Tempo”)
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
CASERME, STIPENDI, UOMINI E MEZZI: ECCO I DATI CHOC
Duramente «colpiti», ridimensionati, quasi privati della capacità di reazione. 
La «mannaia» di Carlo Cottarelli, il commissario alla revisione della spesa, sta per abbattersi sull’Arma dei carabinieri dopo anni di «tagli decimanti» che già hanno piegato la «spina dorsale» della Benemerita.
Con la prospettata spending review ad avere la peggio potrebbe essere, come pare inevitabile, la sicurezza dei cittadini.
È quanto emerge da uno studio interno elaborato dal Cocer dell’Arma, «disarmata» nell’attesa degli ulteriori «tagli» che non tengono conto della straordinaria e inveasiva opera di razionalizzazione già messa in campo in questi anni dalla Benemerita.
Numeri e cifre di quanto già fatto; ricadute e conseguenze che rischiano di abbattersi sulle nostre «divise», quelle che al loro interno annoverano anche il nome di Giuseppe Giangrande, il brigadiere ferito proprio davanti l’ufficio di Palazzo Chigi che ha dato mandato a Cottarelli di trovare 7 miliardi di euro.
Eppure l’Arma, che ogni giorno rischia la vita dei suoi uomini, ha già dato, è già venuta incontro alle esigenze di «cassa» dei governi che si sono succeduti.
INTERVENTI GIà€ EFFETTUATI
A causa delle varie leggi finanziarie susseguitesi negli anni, i carabinieri sono stati «costretti» a rivedere la propria organizzazione, «intingendo» nella carne viva di ogni singolo militare, a chiudere uffici, eliminare auto, elicotteri, navi.
Perchè quando si parla di riformare stazioni e tenenze, è di questo che si tratta: «colpire» un uomo un divisa che si sveglia ogni mattina per proteggere lo Stato e i cittadini.
Dal 2001, ad esempio, esiste il Centro Nazionale Amministrativo, creato allo scopo di ricondurre ad un’unica unità organizzativa tutte le attività di gestione di stipendi, pensioni, documentazione matricolare e assistenza fiscale.
Un lavoro «amministrativo» che prima era portato a termine da 1.300 militari, dislocati sul territorio nazionale, e che oggi viene svolto da poco più di 300 uomini.
Gli «sforzi» dell’Arma, a cui ora si chiede inspiegabilmente di più, sono stati rivolti anche alla cosiddetta «Organizzazione Centrale-Comando Generale Roma», con la soppressione, nel triennio 2009/2012, di ben 266 posizioni d’impiego.
Avete letto bene: 266, non una o due. Non è stato nemmeno possibile «proteggere» l’organizzazione addestrativa della Benemerita: sono infatti state soppresse due Scuole Allievi di Fossano (Cn) e Benevento, che hanno significato il recupero complessivo di 486 unità organiche.
La «carneficina» non finisce qui. Inevitabile è stato anche «toccare» l’organizzazione Mobile e Speciale, con la soppressione dei servizi amministrativi dei reggimenti e battaglioni, le cui funzioni sono state assorbite dai servizi amministrativi dei comandi Legioni, consentendo il recupero di 1.014 uomini.
E poi anche la soppressione dei Raggruppamenti Tecnico Logistico Amministrativi dei Comandi Interregionali, che ha permesso il recupero di 1.083 unità .
Di più, obiettivamente, è impossibile fare
VIA AUTO, AEREI, NAVI, ARTIFICIERI, ELICOTTERI
L’Arma, dunque, ha subìto colpi micidiali, colpi da cui, a bocce ferme, sarà difficile riprendersi, soprattutto se si pensa al resto: 178 unità e 51 elicotteri recuperati nel servizio aereo; 234 unità e144 mezzi nel servizio navale (con la relativa chiusura di 82 siti); 49 unità recuperate nel 2012 sul reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica e Reggimento Corazzieri; dai nuclei cinofili altre 87, con la riduzione dei presidi a 21; è poi 55 unità dai Comandi Artificieri, 107 tra i tiratori scelti e 60 nell’ambito dei subacquei.
STAZIONI CHIUSE, COMPAGNIE A RISCHIO
I cittadini hanno potuto assistere alla «sparizione» delle stazioni dei carabinieri, perdendo un punto di riferimento imprenscindibile, una garanzia di protezione e «sicurezza», un «alleato» fidato e sempre presente.
Sono state accorpate 31 stazioni. Per quattro di esse è già pervenuto l’assenso del ministero della Difesa e si procederà all’accorpamento. Per altre cinque è stato richiesto l’assenso ministeriale.
La «mannaia» rischia inevitabilmente di abbattersi anche su altre 32, sulle quali sono in corso di ulteriori approfondimenti. Sono stati, inoltre, soppressi due presidi presso scali ferroviari e aeroportuali, mentre sei compagnie sono state rimodulate in tenenze.
Infine un’altra compagnia è stata soppressa e le competenze sono state trasferite a quella confinante.
Dovrebbe bastare per convincere Cottarelli a rivedere i suoi piani, convincerlo che «tagliare» ancora le «divise» è un non sense, un boomerang, illogico.
Nell’ambito di un tavolo tecnico presso il dipartimento della polizia di stato si è anche agito verso un’ulteriore razionalizzazione con altri interventi che penetrano nella vita dei militari e conseguentemente dei cittadini.
L’attenzione è stata posta su 228 Comuni, e sono stati individuati 45 centri su cui fondare la riorganizzazione della sicurezza. Più esattamente sono state soppresse sei compagnie, altre tre sono state spostate, avendo come fine l’accorpamento di 9 stazioni.
In pochi dei comuni individuati la situazione e rimasta invariata.
Interventi «massacranti» per la Benemerita, che consentirebbero sì di recuperare 276 «posizioni di impiego», ma a che prezzo?
GAZZELLE SPARITE E SICUREZZA A RISCHIO
Eppure è chiaro, assodato, accertato, che ogni volta che da un paese o quartiere sparisce una caserma, la «gazzella» non si vede più e al numero di telefono memorizzato da decenni (il 112) non risponde più nessuno, gli effetti sulla comunità sono pessimi.
Lo dimostrano le indagini demoscopiche, che provano come gli italiani ripongano la loro fiducia proprio negli uomini in divisa.
Il loro gradimento verso i carabinieri e tutte le forze di polizia è sempre alto. Ed è quasi un mistero il come riescano ancora ad agire e svolgere il proprio lavoro, nonostante da sette anni i loro bilanci si siano drasticamente assottigliati.
Allora c’è da chiedersi: come può uno Stato ordinare una sicurezza più oculata sul territorio e allo stesso stesso tempo tagliare le risorse economiche per attuarla?
UMILIATI E OFFESI, DIVISE A META’ STIPENDIO
La spending review ha creato fra gli uomini dell’Arma scoraggiamento e sofferenze.
Negli ultimi anni leggi e decreti si sono abbattiti sulla Benemerita, mese dopo mese, anno dopo anno, sfiancando chi nell’Arma c’è da decenni e chi c’ha appena messo piede.
E se nonostante ciò i carabinieri continuano a servire lo Stato fedelmente e proteggere i cittadini, dall’altro non si può far finta di non vedere che vengono trattati come gli «altri» dipendenti pubblici ignorando la loro specificità , che viene così calpestata, sminuita, messa in secondo piano.
Cos’è infatti, se non questo, il blocco degli aumenti stipendiali, quello dei contratti, l’accorpamento del contratto normo-economico triennale, il blocco degli avanzamenti nel grado, quello su alcune indennità come l’assegno di funzione, la rivisitazione del sistema pensionistico, il blocco ormai infinito della previdenza complementare.
E il protrarsi anche nel 2014 del blocco delle retribuzioni relative alle promozioni e agli automatismi stipendiali, non può non alimentare un disagio palpabile, crescente, a volte ingestibile.
Se solo le Istituzioni dessero un segnale di considerazione in questo ambito, di certo ciò rappresenterebbe un passo concreto verso il riconoscimento di quella «specificità » sostanzialmente messa da parte.
RAZIONALIZZAZION DEI COMANDI
Lo Stato ha dunque abbandonato i «suoi» carabinieri?
Ha lasciato al loro destino quei servitori che «nei secoli» hanno dato e danno la vita per gli altri? Lo Stato dimentica che quegli stessi carabinieri hanno moltiplicato i loro sforzi con la inevitabile conseguenza di aver dovuto accantonare, trascurare, le loro famiglie per dedicarsi alla sicurezza dei cittadini?
Lo Stato non sa che i carabinieri sempre più spesso si separano dalle proprie mogli e che molti di loro si suicidano, come dimostrano i numeri?
È solo un dato statistico o non è un segnale drammatico di scelte sbagliate?
Oggi un carabiniere non finisce più la carriera nell’Ufficio/Comando che ha contribuito a far crescere; non ha certezze sulla pensione (chi va in pensione in questo momento storico subirà un notevole danno economico); non si vede riconosciuta la previdenza complementare; si vede congelati gli aumenti stipendiali, l’avanzamento nel grado, l’assegno di funzione; assiste al mancato riordino dei gradi che preclude la speranza di carriera e nemmeno al rinnovo dei contratti; non si vede più affiancato da carabinieri giovani a causa del blocco delle assunzioni.
È troppo. A causa del blocco parziale del turn over, la forza effettiva dell’Arma registra un deficit organico di 12.600 unità a fronte di una forza prevista dalle leggi di 117.920 unità .
Luca Rocca
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
ECCO I CONTI SBALLATI DEL GOVERNO. GUARDIA DI FINANZA IN GINOCCHIO
Il taglio alla spesa pubblica rischia di essere un bluff, un grosso favore agli evasori fiscali.
Un dossier riservato della Guardia di finanza lancia l’allarme sul piano previsto dal signore dei conti Carlo Cottarelli.
Il testo che circola nelle segrete stanze del Parlamento porta la firma del Comitato centrale di rappresentanza, il Cocer delle Fiamme gialle che ha fatto le pulci a chi sta per usare le forbici col bilancio dello Stato.
Il senso del documento è esplosivo, solleva un giallo amministrativo.
Il commissario è al corrente solo di una parte dei risparmi già fatti, ma non li conosce tutti. La Finanza invece ha stretto la cinghia da un pezzo.
CHIUSI 72 REPARTI
Lo spiegano gli uffici della Gdf: «Tagli alla logistica nel suo complesso (le infrastrutture, la motorizzazione, il comparto aeronavale, l’informatica, la telematica e altri), al settore del reclutamento e dell’addestramento, del commissariato (vitto, vestiario, spese di pulizia, spese postali) e dell’armamento.
Nel comparto delle infrastrutture è stato dato ulteriore impulso alle attività di riallocazione delle caserme (da immobili non di proprietà ad immobili demaniali) e optando per quelle soluzioni che hanno permesso di concentrare più reparti presso la stessa sede, con la soppressione – nel periodo che va dal 2009 al 2013 – di ben 72 Reparti e l’adozione di oltre 1000 ulteriori minori misure ordinative, che hanno consentito di recuperare personale per circa 900 unità .
Il Corpo è riuscito a mantenere un soddisfacente livello di operatività pur in presenza di un decremento delle risorse stanziate per il funzionamento, le quali hanno subìto una riduzione dal 2009 al 2013 di circa il 21%».
I SOLDI FANTASMA
Perchè il ministero di Economia e finanza ha nascosto i sacrifici fatti, il risparmio di un miliardo di euro in tre anni, perchè ha presentato tabelle incomplete sulla cura imposta dalla legge triennale 78 del 2010 voluta dal ministro Tremonti e prorogata di una anno dal premier Gianni Letta? Erano tagli una tantum , da fare una volta sola.
Poi la rivelazione choc della Finanza: le ripercussioni di questo inghippo tra palazzi del potere potrebbero essere ben più gravi.
Le forze di polizia hanno già pagato un conto di circa un miliardo di euro ma è stato omesso, non è stato scritto, quindi gli onorevoli non sanno che giro di vite stanno per approvare e possono essere ingannati sull’impatto vero che avrà la presunta miracolosa cura dimagrante di cui straparla il governo, qualche giorno presentata dal commissario sotto forma di slide-spot.
Il testo delle Fiamme gialle è preciso.
Nello specifico, l’elenco dei tagli spiegato nella relazione dei tecnici del Mef si basa sui risparmi nel comparto pubblico (comprese le forze di polizia) derivati dalla legge Tremonti, frutto dei sei punti indicati nella tabella fantasma che Cottarelli non avrebbe mai avuto sotto al naso.
E cioè: un miliardo e 304 milioni di euro nel 2014, dando anche le proiezioni degli altri dati che si otterrebbero se il giro di vite continuasse nel 2015 e anche l’anno dopo.
Però lo scandalo non sarebbe per le cifre scritte, ma per quelle che non compaiono. Gli interventi menzionati e già rispettati sono: blocco di un anno delle disposizioni limitative delle assunzioni.
PROMOZIONI MAI PAGATE
La Guardia di finanza è esente: il suo turn over avviene ogni anno in una misura che oscilla dal 20 al 40% delle forze che vanno in pensione tra i circa 58 mila uomini in organico.
Seconda voce: blocco delle indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2013-2014, periodo durante il quale ai dipendenti si applica la norma di lavoro vecchia e non quella rinnovata.
Qui rientrano i magistrati e i dirigenti (da colonnello in su).
Il sesto punto riguarda il personale scolastico e il quarto i contratti di collaborazione, per esempio di chi segue i ministri.
Il trucco contabile sta nel terzo e quarto criterio stabilito dalla norma. Cioè: «Blocco dei meccanismi di adeguamento automatico per l’anno 2014» e «blocco anche per l’anno 2014 degli automatismi stipendiali per l’anzianità del personale in regime di diritto pubblico».
In soldi, rispettivamente: 107 milioni di tagli alla prima voce e 53 alla seconda.
E allora, cosa c’è che non va? Secondo il Cocer, dal diligente computo riepilogato dal ministero è sparito il grosso, non si vede la mano che lo Stato ha messo nella tasca degli operatori di polizia, il denaro che i finanzieri (e i colleghi delle altre forze dell’ordine) non hanno mai incassato perchè così voleva la legge 78: nonostante botte e insulti che si prendono in strada durante le manifestazioni.
Andando sul pratico, sono scomparse le promozioni mai pagate.
Il militare è passato di grado (da maresciallo capo a maresciallo maggiore, da capitano a maggiore) però non ha avuto gli euro di aumento che gli spettavano.
Come a dire, il “baffo” sulla divisa dà più prestigio, ma lo stipendio resta sempre sgonfio. E il danno ecomico è parecchio.
IL TESORETTO CHE MANCA
È così che si arriva al miliardo mancante. Nel suo documento il Cocer va giù duro: «Si è così accumulato e si sta accumulando un tesoretto a scapito delle retribuzioni del comparto».
Per farsi un’idea, mediamente un maresciallo guadagna 1.700 euro lordi mensili, oltre 2.000 un capitano e un generale 110 mila euro lordi annui, ai quali va tolto il 40% di tasse.
Per questi ultimi la voce citata dal commissario vale 12-13 mila euro l’anno di aumento che non si percepiscono più.
Invece, in proporzione per gli altri militari la fregatura è ancora più pesante. Per loro lo scatto di anzianità non avviene ogni due anni, come ogni dipendente pubblico, ma dopo 13: ammonta a 150 euro il primo, a circa 40 il secondo e altri quaranta il terzo.
Per tre anni il piano Tremonti-Letta ha stoppato tutto. Ha bruciato anche gli arretrati: chi aveva il diritto di prenderli non li avrà mai. E ora c’è anche il rischio che Cottarelli voglia fare altrettanto con «processi di efficientamento della spesa orientati alla spending review».
Nelle sue mire il commissario annuncia e non spiega «processi di efficientamento» per 2,7 miliardi di euro che si stanno per abbattere sul comparto delle forze dell’ordine.
IL GIRO DI VITE
Gli effetti potrebbero essere esattamente opposti. Si spuntano le unghie a chi controlla i furbetti di Stato e non paga le tasse, a chi mette sotto indagine gli spendaccioni delle Regioni, chi fa il “maiale” alle feste private, il consigliere provinciale che tra le spese politiche mette l’acquisto di un vibratore, di un giocattolo sessuale.
In pratica, si fa un grosso favore a chi se ne frega del Fisco e soprattutto si rischia la beffa: impedire che si verifichi la spending review, non si mettono i finanzieri nelle condizioni di accertare se la revisione dei conti sia stata ben fatta ed eseguita davvero.
Fabio Di Chio
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
IN VISTA DELLE EUROPEE, IN FRANCIA SUONA IL CAMPANELLO D’ALLARME PER I PARTITI TRADIZIONALI
A leggere i dati delle elezioni municipali francesi con freddezza non si può parlare di trionfo
dell’estrema destra.
Il Fronte nazionale ha ottenuto il 4,7 per cento, un bel balzo in avanti rispetto alle scorse elezioni municipali quando ottenne solo lo 0,9 per cento, ma sempre molto meno del Ump, il primo partito che ha conquistato il 46,5 (più 2 per cento) e dei socialisti 37,7 per cento, oltre sei punti meno del 44,4 ottenuto nel voto del 2008.
Certo il dato politico è lo “sdoganamento” del Fronte nazionale.
Non più il partito dei nostalgici del vecchio Jean Marie Le Pen, ma un nuovo partito ben organizzato dall’attenta Marine Le Pen, sua figlia.
La Le Pen ha saputo intercettare lo spirito dei tempi in perfetta sincronia con una sorta di sordità o di mancanza di lucidità dei partiti tradizionali per lo più impegnati soprattutto nelle loro lotte intestine.
Così, mentre i socialisti si dissanguano in interminabili discussioni se la svolta alla Schroeder di Hollande sia un tradimento o no dei valori della sinistra e l’Ump continua a sognare il ritorno dell’uomo della provvidenza Sarkozy, Marine Le Pen punta dritto alla pancia e al cuore dell’elettorato francese preoccupato dalla crisi economica e spaventato dall’Europa che percepisce come lontana e ostile.
Molto interessanti in questo senso le prime parole di Marine Le Pen dopo i risultati: “Oggi finisce in Europa la distinzione fra destra e sinistra. La vera lotta è fra alto e basso nella società . In alto ci sono i sarkosisti, i socialisti, l’euro e il libero mercato. In basso c’è il popolo. E ci siamo noi”.
Per il Fronte nazionale destra e sinistra tradizionali non hanno più senso e in segno di disprezzo ha coniato la sigla UMPS che mette insieme l’Ump e il Ps giudicati sostanzialmente identici nell’essere lontani dai bisogni del “popolo”.
In Francia il meccanismo del doppio turno è sempre servito ad isolare le estreme e a farle scomparire al secondo turno dove prevale il voto utile.
Questo meccanismo sembra essersi in qualche misura inceppato.
L’appello del presidente del consiglio Ayrault di votare inseme al secondo turno Ump e socialisti insieme per battere il fronte è caduto nel nulla: l’Ump cerca piuttosto di riguadagnare i voti del fronte nella coscienza che la Le Pen sta diventando una concorrente pericolosa nel bacino dei voti della destra.*
La questione è che se il Fronte nazionale ha fatto un balzo in avanti di quattro punti alle municipali che cosa potrà accadere con un voto puramente proporzionale come quello delle prossime europee?
C’è chi ipotizza apertamente un Fronte nazionale primo partito di Francia con conseguenze inimmaginabili per la politica nazionale e anche per gli equilibri europei.
Il problema è che cosa faranno nelle prossime settimane i socialisti al governo per evitare il naufragio totale.
Anche se con una certa dose di autoironia uno degli uomini di Hollande, rispondendo al telefono a un giornalista che chiamava l’Eliseo il giorno dopo il voto diceva: “Pronto, risponde il Titanic”.
(da “Huffingtonpost“)
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
IN UN VIDEO LE RAFFICHE DI MITRA NEL CANALE DI SICILIA
Raffiche di mitragliatrice nel Canale di Sicilia. Una, due, tre sventagliate contro la poppa del peschereccio degli scafisti che fugge e non si ferma.
Dentro ci sono 16 egiziani, ma si saprà soltanto dopo.
Poi arrivano i colpi singoli, nove, sparati anch’essi dalla piattaforma della fregata Aliseo dove è sistemato il fucile Mg, azionato da tre marò.
Il barcone vira, si vedono pezzettini di legno saltare, dalla porta sulla stiva appaiono due ombre, forse due teste.
È il 9 novembre scorso e il primo ciak di questo video girato con un telefonino, su cui ora indaga la procura militare di Napoli, si chiude così.
Col Far West sul mar Mediterraneo.
Il filmato che Repubblica ha visionato, due minuti in tutto, è stato fatto dal ponte di una delle navi della Marina impegnate nell’operazione “Mare Nostrum”, l’Aliseo, durante l’inseguimento di un piccolo peschereccio in fuga, senza bandiera sullo scafo, sospettato di aver trainato e sganciato a largo di Capo Passero una chiatta con 176 profughi siriani. «L’abbordaggio è stato un successo – dirà poi il comandante Massimiliano Siragusa, una volta rientrato nel porto di Catania – l’imbarcazione degli scafisti, tutti arrestati, è affondata per le cattive condizioni del mare».
Degli spari, non una parola.
E però i quattro spezzoni di video raccolti da un uomo dell’equipaggio (saranno fatti vedere domani in una conferenza stampa alla Camera organizzata dal Partito per la tutela dei diritti di militari) raccontano di una sorta di “caccia al cinghiale” sul mare.
Il primo spezzone porta l’orario delle 16.26. Il peschereccio, cabina bianca e chiglia scura, sta navigando a una trentina di metri dalla Aliseo.
Si vedono le raffiche, tre, una indirizzata fuori obiettivo, di prova, le altre due verso la poppa dello scafo, poco dietro la linea di galleggiamento.
Spruzzi che salgono dall’acqua e, in alcuni frame, pezzetti di legno che schizzano via. Dietro il mitragliatore della Aliseo almeno due marò, più un terzo uomo.
«Sta a vede’ che entriamo in guerra… – si sente dire da qualcuno vicino a chi sta riprendendo – guarda, guarda come gira».
Un altro militare sta facendo foto col cellulare.
Il secondo spezzone dura 39 secondi: il mitra Mg è stato posizionato in modalità single shot, e spara 9 colpi sempre in direzione della poppa del barcone, che tenta una virata di fuga.
Nel terzo, di appena 7 secondi e datato 10 novembre alle 7.09, si vede il peschereccio vuoto trainato dalla fregata italiana: ha imbarcato acqua, forse dai buchi nella chiglia.
Nel quarto e ultimo, il ciak finale: la prua che affonda lentamente.
Sono le 9.23, il mare non è mosso, è una tavola, si intravede l’elipista della fregata e la scritta “F 574” sul ponte, la sigla della Aliseo.
Sono immagini che faranno discutere, soprattutto chi dell’operazione “umanitaria” Mare Nostrum lanciata dal governo italiano dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre ha sempre criticato il ruolo “militare” e le regole di ingaggio.
«Gli italiani giudicheranno da soli – dice Luca Comellini, del Partito dei militari, che ha interessato dell’episodio la procura di Napoli – in un paese civile qualche alto vertice si dimetterebbe ».
Si può sparare addosso a un barcone di presunti scafisti che scappano?
«No – spiega a Repubblica un marinaio che ha partecipato a decine di abbordaggi – a meno che prima non ci sia stata una violenta offesa a colpi di arma da fuoco».
Chi ha vissuto il blitz del 9 novembre non ricorda niente del genere.
Le cronache giornalistiche non parlano di sparatorie da parte degli egiziani, nè di armi trovate a bordo. E le mitragliate non vengono riportate nemmeno nel diario di un poliziotto della scientifica che ha raccontato la sua esperienza sulla Aliseo sulle pagine di Polizia Moderna.
C’è la descrizione dei vani tentativi di stabilire un contatto radio con i conducenti del peschereccio, «ma questi – scrive il poliziotto – iniziano una precipitosa fuga verso le acque libiche, facendo salire in coperta altre persone che prima erano nella stiva». Nonostante l’intervento dell’elicottero e di un gommone dei Marò «lo scafo non rallenta, cambiando sempre direzione».
Poi, «dopo diverse ore, l’imbarcazione si ferma. Si sono arresi!».
Del come si avvenuta veramente questa resa, non una parola.
Fabio Tonacci
(da “La Repubblica“)
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Marzo 24th, 2014 Riccardo Fucile
IL BRIGATISTA DISSOCIATO: “LO STATO O HA PROTETTO LE BR O NE ERA COMPLICE”
“Che lo Stato abbia strumentalizzato le Br secondo me è plausibile. Ora, però, chi di dovere
desecreti le carte, è venuto il momento di conoscere davvero tutto”.
Alberto Franceschini delle Br è stato uno dei membri fino al 1983 anno in cui si dissocia dalla lotta armata.
Nel 1992 lascia il carcere dopo 18 anni di galera e inizia una nuova vita.
Accuse e sospetti sul rapporto tra Brigate Rosse e apparati dello Stato li ha già avanzati in diverse occasioni quindi, raggiunto al telefono, non sembra stupito della notizia.
“Sì, è probabile, la storia del colonnello Guglielmi che si trovava a passare “casualmente” da quelle parti, è nota. Ora si scopre che qualcuno era lì a osservare tutta la scena. Ma sarebbe il caso di vedere dei documenti ufficiali.
Il governo dovrebbe agire in questo senso?
Sì, il nostro governo ma anche gli Stati Uniti dove ci sono altre carte. È anche vero che i servizi segreti non lasciano troppi testi scritti in giro ma, insomma, sarebbe davvero ora di desecretare tutto quello che è in giro. Almeno per rispetto ai famigliari delle vittime e per tutte le persone che vorrebbero sapere la verità .
Molti ex Br non condividono la posizione secondo cui gli apparati dello Stato coprivano il terrorismo.
Lo so, insieme a pochi altri faccio parte di un’esigua minoranza. Poi, però, emergono fatti come questi su cui occorre interrogarsi.
Ma se fosse vero, che ruolo hanno giocato le Br?
Le ipotesi possono essere diverse tra loro. Potrebbero essere stati “protetti” a loro insaputa, se vogliamo utilizzare una battuta. In fondo è la verità più semplice.
Strumentalizzati dallo Stato?
Sì, anche se questo significa ammettere di essere stati un po’ coglioni. Essere presi in giro dallo Stato che si sta combattendo con la lotta armata.
Oppure?
Oppure, come io credo, anche se non ho le prove, c’è stata una complicità . Su una vicenda come quella della lotta armata è impossibile che i servizi non abbiano tentato di incunearsi. Ma la partita è stata giocata da più soggetti. Spero si riapra una commissione d’inchiesta. La soluzione è tirare fuori tutte le carte anche per smentire eventuali, nuove, bufale”
Sal. Can.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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