SUICIDIO ELETTORALE DI FORZA ITALIA: FUORI DALLE LISTE I PORTATORI DI VOTI, FURIA VERDINI E FITTO
BERLUSCONI SEMPRE PIU’ IN MANO ALLE PRESSIONI DEL NUOVO CERCHIO MAGICO…ROTTAMATA LA VECCHIA GUARDIA, ORA VERDINI PREPARA LA VENDETTA
“Mi auguro che tutti comprendano la gravità del momento e l’esigenza di rinnovarci. Uno sforzo che dobbiamo affrontare tutti insieme mettendo da parte interessi personali, ambizioni individuali e la difesa di rendite di posizione”.
Alla fine Silvio Berlusconi si schiera. E verga personalmente una nota per annunciare la grande rottamazione della vecchia guardia di Forza Italia.
Annunciando, di fatto, che non candiderà alle europee quei big che pur lo hanno sostenuto in tante battaglie difficili.
E contestualmente nominando un ufficio di presidenza di Forza Italia dove, tra i 30 che votano, Fitto è in minoranza.
Parecchi della vecchia guardia restano come invitati.
Ed entrano la Rossi, Toti, e il resposabile dei club Fiori.
Rinnovamento e basta rendite di posizione: proprio la linea su cui da settimane lo spinge il “cerchio magico” formato da Giovanni Toti, Marcello Fiori e dal duo Rossi-Pascale.
Non è un caso che il comunicato venga inviato alle agenzie prima che ad Arcore arrivi quello che viene identificato come il simbolo della “bad company” da rottamare, ovvero Denis Verdini, proprio per una riunione sulle liste alle europee.
Riunione che si trasforma in un ring.
Chi ha sentito Verdini prima di entrare sbotta: “Aspettiamo le decisioni ufficiali, poi liberi tutti”.
Nel senso che Scajola, Fitto, Verdini non hanno alcuna intenzione di mettersi da parte porgendo l’altra guancia.
E già pensano alla grande vendetta, che consisterà nel far mancare i propri voti alle liste preparate dal cerchio magico.
Più di una fonte affidabile assicura che Denis Verdini, potentissimo uomo macchina e terminale dei portatori di voti di Forza Italia, è pronto a fermare la macchina in questa campagna elettorale.
È il controllo dell’organizzazione la vera posta in gioco di queste ore.
Anzi, dell’organizzazione nella fase dei servizi sociali, quando Berlusconi sarà limitato nella libertà .
Nei piani del nuovo cerchio magico Toti è destinato a diventare il vero numero due del partito, con Maria Rosaria Rossi e Francesca Pascale nel ruolo di plenipotenziari ombra.
E Marcello Fiori, responsabile dei Club nel ruolo di organizzatore.
Per farlo occorre togliere gli ostacoli dalle liste: “La verità — dice un big di rango – è che nelle urne Fitto arriverebbe primo e pure Scajola prenderebbe più voti di Toti, quindi li tengono fuori altrimenti il loro gioco non regge”.
In un clima di tensione e di ansia a pochi giorni dal Verdetto del tribunale di sorveglianza Berlusconi ha scelto di benedire questa operazione, sollecitato anche dall’ala Mediaset: “Se non ci metto mano io al partito salta tutto”.
Perchè il vecchio leader teme di perdere il controllo di Forza Italia di fronte a una classe dirigente eletta nelle urne, grazie a una sua forza, ora che sarà fuori gioco a causa dei servizi sociali.
In particolare, non si fida di Fitto, l’unico che ancora riesce a mobilitare il partito al Sud e custode di un serio bacino di voti.
Tanto che i due non si sentono da giorni. E preferisce correre il rischio di perdere voti piuttosto che di perdere il controllo del partito.
Perchè a questo punto tutto è possibile visto che l’ex governatore pugliese ha già fatto capire che, senza di lui, al Sud Forza Italia avrà problemi seri.
La verità è che il 10 aprile è sempre più vicino.
Paura, ossessioni, ansia di perdere il controllo delle cose e di assistere inerme alla frana: queste pulsioni avvolgono le mosse del Capo.
Non è un caso nel corso del consueto pranzo del lunedì ad Arcore con i figli e i vertici Mediaset Berlusconi ha confidato che teme davvero i “domiciliari”.
O comunque misure particolarmente rigide sulla limitazione della libertà .
La strategia degli avvocati di Berlusconi è quella di non presentare alcuna richiesta specifica al collegio dei giudici che esamineranno il caso.
Confidando che sia sufficiente l’età — l’ex premier ha 78 anni — e l’evidenza che si tratta di un leader politico, che cioè come “lavoro” fa la politica per avere un regime di servizi sociali che non impedisca di proseguire in questa attività . Non sarebbe il primo caso in cui i servizi sociali vengono scontati nell’ambito dell’attività lavorativa del condannato. E quindi, in teoria, Berlusconi potrebbe “lavorare” ad Arcore che di fatto è il suo ufficio politico.
Anche se l’elenco delle visite dovrebbe comunque essere autorizzato dal tribunale di sorveglianza. Il problema però è il ravvedimento, lo “scatto di consapevolezza”.
Se l’ex premier continua a definirsi innocente, il problema si pone.
E potrebbero scattare i domiciliari.
(da “Huffingtonpost“)
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