Marzo 20th, 2018 Riccardo Fucile
88 GIORNI PER UNA VISITA OCULISTICA, 90 PER UNA COLONSCOPIA
Cgil contro le liste di attesa nel sistema sanitario pubblico. Il sindacato presenta uno studio di Crea (Consorzio per la ricerca economica applicata) dal quale si ricava che i tempi di sarebbero allungati per chi ha bisogno di visite ed esami, passando da una media di 20 a una di 27 in 3 anni.
Il privato, come è noto e come confermato dal lavoro in questione, è più rapido. “Solo con più occupazione e con un potenzialmente della sanità pubblica si possono cambiare i dati negativi emersi dal report – dice Serena Sorrentino, segreteria generale della Funzione pubblica Cgil – Un modello positivo da seguire può essere l’Emilia Romagna dove sono riusciti a ridurre le liste d’attesa. Occorre invertire la rotta del definanziamento del Ssn e garantire un adeguato livello occupazionale attraverso un piano di assunzioni”.
Lo studio valuta i dati di quattro Regioni molto diverse in fatto di sanità : Lombardia, Veneto, Lazio e Campania. Viene fatta una media delle attese per le varie prestazioni, cosa che ovviamente non tiene conto dei tempi realmenente necessari ai pazienti a seconda della zona del Paese e addirittura della città dove vivono.
“Nel dettaglio, se si vuole prenotare una visita nel pubblico, per una rx articolare si dovranno aspettare 22,6 giorni prima di avere un appuntamento; attesa che sale a 96,2 giorni per una colonscopia. Le stesse prestazioni in intramoenia registrano attese di 4,4 e 6,7 giorni, nel privato convenzionato di 8,6 e 46,5 giorni, nel privato a pagamento a 3,3 e 10,2 giorni” . Crea sostiene che le attese siano aumentate, confrontando i suoi dati con ricerche svolte da altri istituti e associazioni negli anni passati. Così si dice che una visita oculistica nel pubblico richiedeva nel 2014 circa 61 giorni a fronte degli attuali 88, per una ortopedica si è passati da 36 a 56 giorni.
L’indagine ha analizzato anche i costi per le visite mediche. “La spesa dei cittadini per prestazioni in intramoenia e a pagamento risultano abbastanza consistenti – osserva lo studio – ma in tanti casi non molto distanti dal costo del ticket pagato nelle strutture pubbliche e private accreditate”.
La Cgil dice che “la sanità privata fa riferimento all’offerta pubblica per calibrare la propria e rendersi competitiva, puntando sul rapporto qualità -prezzo e dunque accorciando notevolmente, con prezzi di poco superiori al ticket, i tempi di attesa. Il privato trovato un suo specifico posizionamento derivante dalle inefficienti del pubblico e il servizio sanitario nazionale continua ad arretrare soccombendo al privato”.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 20th, 2018 Riccardo Fucile
ORA I RAZZISTI HANNO TROVATO UN NUOVO MITO CUI GENUFLETTERSI
Non li sopportava, non voleva vederli lì nei pressi della sua abitazione e più volte aveva tentato di
mandarli via. E per convincerli il 27 febbraio scorso ha tentato di bruciarli vivi nella baracca di fortuna che avevano costruito nella zona sud di Reggio Calabria.
Per questo motivo, questa notte è finito in manette Antonio Labate, boss 68enne dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, con l’accusa di tentato omicidio plurimo e incendio doloso aggravati dalle modalità mafiose.
È stato lui, per gli investigatori, a dare fuoco al rifugio in cui aveva trovato riparo una donna rumena di 46 anni senza fissa dimora, che ospitava quel giorno altri connazionali con due bambini di tenerissima età .
Gli occupanti della casa stavano festeggiando un compleanno quando improvvisamente si sono accorti delle fiamme che divampavano all’interno, facendo appena in tempo a mettersi in salvo scavalcando una finestra posteriore che dava su un cortiletto circondato da alti muri di cinta
I fatti risalgono al 27 febbraio di quest’anno, quando veniva data alle fiamme l’abitazione di fortuna in cui aveva trovato riparo una donna romena di 46 anni senza fissa dimora, che ospitava quel giorno altri connazionali con bambini.
Gli occupanti della casa stavano festeggiando un compleanno quando improvvisamente si sono accorti delle fiamme che divampavano all’interno, facendo appena in tempo a mettersi in salvo scavalcando una finestra posteriore che dava su un cortiletto circondato da alti muri di cinta. I Vigili del Fuoco e le Volanti erano accorsi sul luogo per domare l’incendio, appena scattato l’allarme al servizio 113 della Questura.
(da agenzie)
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Marzo 20th, 2018 Riccardo Fucile
AL CENTRO DELL’INDAGINE LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 2007 E L’AIUTO RICEVUTO DA GHEDDAFI
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è in stato di fermo per essere interrogato dalla polizia di Nanterre nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti a una sua vecchia campagna elettorale. La notizia è stata data da fonti giudiziarie.
Secondo Le Monde, la magistratura sta indagando su presunti finanziamenti illeciti dalla Libia alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007. È la prima volta che l’ex capo dell’Eliseo viene interrogato su queste accuse, dopo l’apertura dell’inchiesta nel 2013. Lo stato di fermo può durare fino a 48 ore.
Le indagini partono dalla Libia di Muammar Gheddafi per arrivare alla donna più ricca di Francia, Liliane Bettencourt.
Sullo sfondo, accuse di fondi neri per finanziare la campagna elettorale del 2007 e una rete di alti funzionari dello Stato che hanno passato informazioni riservate per intralciare o condizionare le inchieste in corso. Sarkozy ha sempre negato ogni accusa.
A gennaio era stato arrestato all’aeroporto londinese di Heathrow il 58enne uomo d’affari francese Alexandre Djouhri per un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia: sarebbe stato lui a fare da tramite per il denaro con cui l’ex leader libico Muammar Gheddafi avrebbe finanziato la campagna elettorale di Sarkozy del 2007, quando venne eletto presidente. L’udienza per l’estradizione inizierà il 17 aprile.
A sostegno dei sospetti sui finanziamenti illeciti da parte della Libia di Gheddafi a Sarkozy ci sono le dichiarazioni di diversi personaggi, a cominciare da Ziad Takieddine, che nel novembre 2016 aveva affermato di aver portato 5 milioni di euro in contanti da Tripoli a Parigi tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, consegnandoli a Claude Gueant e allo stesso Sarkozy, all’epoca ministro dell’Interno.
Affermazioni che confermavano quanto espresso il 20 settembre 2012 da Abdallah Senoussi, ex direttore dell’intelligence militare libica. Anche Choukri Ghanem, ex ministro del petrolio di Tripoli, in un libro aveva menzionato l’esistenza di pagamenti di Gheddafi a Sarkozy.
Anche l’ex ministro e fedelissimo di Nicolas Sarkozy, Brice Hortefeux, è stato interrogato questa mattina, ma in libera audizione e contrariamente a Sarkozy non è in stato di fermo.
Poco più di un anno fa, Sarkozy era stato inoltre rinviato a giudizio per alcuni presunti fondi neri alla campagna per le presidenziali del 2012, poi vinte dal socialista Franà§ois Hollande.
Il premier francese Edouard Philippe, intervistato questa mattina dai media francesi, ha detto di non voler fare “alcun commento” sul fermo di Nicolas Sarkozy nel quadro dell’inchiesta sui presunti soldi libici alla sua campagna presidenziale del 2007 invocando “rispetto”.
(da agenzie)
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