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NIENTE DOMANDE AL GOVERNO SUL DEF: CONTE, DI MAIO E SALVINI SCAPPANO

Ottobre 4th, 2018 Riccardo Fucile

TRIA SI FERMA MA VIENE PRELEVATO DALLO STAFF

Al termine della conferenza stampa sulla nota di aggiornamento del Def gli esponenti del governo si sono alzati e sono andati via, senza lasciare il tempo ai cronisti di fare le domande.
L’unico che si è fermato per qualche istante – come si nota nel video diffuso dall’agenzia Dire – è stato il ministro Giovanni Tria.
Prima ha cercato di congedarsi dai giornalisti che cercavano di fargli domande: “Devo andare all’ambasciata tedesca a parlare e sono pure in ritardo, non voglio offendere nessuno…”, ha detto.
I cronisti, però, insistevano chiedendo”i numeri del pil, il rapporto deficit/pil”.
Il ministro alla fine ha ceduto, ma solo per pochi istanti. Si è fermato e ha detto: “Il rapporto debito/pil scenderà  fino a 126,4…”.
A quel punto sono arrivati in suo ‘soccorso’ i membri dello staff e lo hanno portano via.
La mancata possibilità  di fare domande al termine della conferenza stampa è stata messa in rilievo dall’Associazione stampa parlamentare che ha diffuso una nota: “I giornalisti sono stati convocati in tutta fretta, da alcuni dei portavoce degli esponenti di governo presenti, nella sala di palazzo Chigi dedicata alle conferenze stampa. Con grande sorpresa e disappunto, però, al termine delle dichiarazioni del presidente del Consiglio e dei ministri, non è stato consentito porre alcuna domanda. Un fatto grave, che non ha permesso ai giornalisti di svolgere appieno la loro funzione di informare su un provvedimento così rilevante e atteso, in Italia e in Europa, come la prossima manovra economica. Ci auguriamo che episodi del genere non si ripetano”, si legge nel testo

(da agenzie)

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LA FESTA (MORALE O IMMORALE ?) DI DI MAIO SUL BATTELLO IN RIVA AL TEVERE

Ottobre 4th, 2018 Riccardo Fucile

LA CENA DI PARLAMENTARI E MINISTRI GRILLINI NEL RISTORANTE TRENDY DI ROMA

Dal balcone di Palazzo Chigi al barcone sul Tevere.
Luigi Di Maio e i Cinquestelle non smettono di festeggiare: il vicepremier, dopo il vertice sul Def, porta a cena i suoi parlamentari e ministri al Lian Club, il ristobar trendy della Capitale che si trova all’interno di un battello ormeggiato sul Tevere.
“Stasera festeggiamo reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, truffati dalle banche che vengono risarciti e superamento della Fornero” dichiara alle agenzie Di Maio arrivando alla festa in riva al fiume, mentre ancora impazza la guerra di cifre (e incertezze) sulla manovra.
Il Lian Club è un luogo “caro” al vicepremier di Pomigliano: ci festeggiò i suoi trent’anni, il 6 luglio 2016, con gli amici, la torta vegana e, ciliegina sulla torta, l’allora fresca sindaca Virginia Raggi che gli portò in regalo la nuova giunta.
Quello di stasera è il secondo “party” che il M5S dedica alla prima manovra gialloverde. In deficit.
Solo pochi giorni fa, dopo aver piegato il ministro Giovanni Tria e strappato l’accordo sul 2,4 per cento, Di Maio aveva “guidato” i festeggiamenti dal balcone di Palazzo Chigi con tanto di saluti e sorrisi
Ma, nonostante le critiche, le fibrillazioni dei mercati, gli avvertimenti della Ue e il cammino ancora lungo del Def, il leader M5S non ha perso la voglia di brindare.
E promettere: “Nel 2019 facciamo tutto”.

(da agenzie)

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COME FARE ACQUISTI IMMORALI CON IL REDDITO DI CITTADINANZA

Ottobre 4th, 2018 Riccardo Fucile

LA TABELLA DEL M5S

Cresce l’attesa per il Reddito di Cittadinanza. In attesa di sapere quanto costerà  davvero (Salvini ha detto che per il RdC verranno destinati 8 miliardi e non 10) si cerca di capire come funzionerà .
Il presidente del Consiglio Conte ha promesso che l’erogazione del RdC partirà  già  da marzo 2019. La viceministro dell’Economia Laura Castelli ha detto che i soldi verranno accreditati su una tessera (ad esempio quella sanitaria che ha già  il chip) e che «se per tre mesi verrà  osservato che lei, col reddito di cittadinanza, va all’Unieuro, magari un controllino della Guardia di Finanza si fa».
I soldi non potranno essere messi da parte — non verranno nemmeno accreditati sul conto corrente bancario del beneficiario — e quindi dovranno essere spesi tutti entro la fine del mese.
L’obiettivo, ha spiegato ieri Luigi Di Maio «è quello di spenderlo nei negozi italiani, sul suolo italiano per iniettare nell’economia reale 10 miliardi di euro ogni anno per far ripartire i consumi e la vita delle imprese e commercianti».
Il vicepremier ha anche specificato che «il reddito sarà  erogato su una carta che permette la tracciabilità , questo impedisce evasione o spese immorali».
Quelle a quanto pare rimarranno appannaggio di ricchi e benestanti che potranno continuare a comprare le sigarette o la bottiglia di vino.
Oppure del governo che da bravo padre di famiglia potrà  continuare a fare debito sapendo che sarà  sempre più difficile ripagarlo.
Non è chiaro però se si potrà  mangiare la pizza o fare acquisti su Amazon, secondo il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli sarà  possibile farlo.
E così mentre il governo studia come «investire sul sorriso degli italiani» e qualcuno si è inventato un “calcolatore per il reddito di cittadinanza” che in realtà  vi fa sottoscrivere servizi in abbonamento c’è chi invece cerca di capire come poter piegare il reddito di cittadinanza alle proprie necessità .
§Si tratta al momento di un esercizio puramente intellettuale.
Sul Reddito di Cittadinanza il MoVimento continua a fare dichiarazioni ma non si è letto ancora uno straccio di documento tecnico che ne spieghi il funzionamento. Sappiamo però che verranno messi diversi paletti a partire dall’ISEE e dalla casa di proprietà  fino ai luoghi dove quei soldi potranno essere spesi per acquistare cibo, vestiti, libri scolastici e (pare) per pagare l’affitto e le bollette.
Il primo dubbio lo solleva il metodo di pagamento, che per forza di cose sarà  elettronico.
Questo però esclude per ora la maggior parte dei banchi dei vari mercati rionali. Perchè se la grande distribuzione sicuramente sarà  in grado di organizzarsi ed intercettare la spesa del RdC lo stesso non si può dire per la bancarella che vende le magliette al mercato del martedì o per il commerciante che vende salumi e formaggi. Eppure anche quella è l’economia locale, e spesso chi ha pochi soldi da spendere la spesa la fa proprio al mercato dove spera di trovare prodotti a buon prezzo.
Oppure al discount, dove le catene però per la maggior parte non sono italiane.
Con buona pace di chi spiegava che il RdC era un investimento ad alto moltiplicatore si scopre così che potrà  essere speso solo su prodotti con un basso valore aggiunto.
Il problema maggiore che chi vorrà  aggirare i controlli dovrà  affrontare sarà  quello di trasformare il corrispettivo mensile del Reddito di Cittadinanza in denaro contante, non tracciabile.
Fermo restando che nulla vieta ad un cittadino che beneficia del RdC di utilizzare tutto il corrisposto per le spese di necessità  e poi ricorrere alla parte di reddito che già  percepisce (ad esempio immaginiamo che guadagni 500 euro al mese e quini gli spetti un’integrazione pari a 280 euro) per le cosiddette “spese immorali”.
Fin qui niente di male. Ma se qualcuno decidesse di mettere su un piccolo mercato nero per amici e parenti “benestanti”?
Niente di eccessivamente vistoso ma sufficiente per poter rivendere ad un prezzo scontato i prodotti acquistati con il RdC?
In questo modo potrebbe convertire il Reddito di Cittadinanza in contanti da spendere in maniera “immorale”. O ancora peggio, da mettere da parte.
Qualcuno più intraprendente e più organizzato potrebbe invece mettere su attività  abusive più in grande stile. Oppure si potrà  prestare la tessera (o fare la spesa per conto di qualcuno) e poi farsi restituire i soldi in contanti.
Con la complicità  del negoziante amico poi sarà  magari possibile far figurare di aver acquistato un certo prodotto invece che un altro (anche se questo magari creerà  problemi nella gestione del magazzino) magari proprio di quelli “immorali”. Naturalmente poi c’è tutta la casistica di chi lavora in nero (o all’estero ma senza aver spostato la residenza ed essersi iscritto all’AIRE) e che quindi risulta nullatenente.
Il ministro Tria ha assicurato di aver pronto un piano anti lavoro nero. Però a mancare davvero per ora è la riforma dei centri per l’impiego, che riescono a far trovare lavoro solo al 3,4% di chi vi si iscrive

(da “NextQuotidiano”)

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PONTE MORANDI, 50 GIORNI DI PROMESSE MANCATE: DAGLI APPALTI AGLI SFOLLATI

Ottobre 4th, 2018 Riccardo Fucile

DEMOLIZIONI MAI PARTITE, L’OMBRA DEI RICORSI, DESTINO DEGLI ABITANTI INCERTO, IL PASTICCIO DEL COMMISSARIO

“Per i primi di settembre, direi entro la prima settimana, potremmo iniziare la demolizione del ponte Morandi” (Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, 25 agosto 2018)
La demolizione non solo deve essere ancora effettuata, ma l’unico piano, presentato da Autostrade, è stato mandato a monte dal dl Genova che esclude la concessionaria. Eppure, il 27 agosto Toninelli dichiarò: “Autostrade presenterà  entro 5 giorni ipotesi operative relative a tempistiche di demolizione”. Il 10 settembre, poi, il vicepremier Luigi Di Maio sentenzia: “Autostrade metterà  i soldi, ma non toccherà  una pietra”. Toninelli cambia bersaglio e il 26 settembre dichiara: “Prima serve il dissequestro dell’area”. Immediata la replica della Procura: “Finora nessuno ha presentato istanza di dissequestro”
“L’importante è non impantanarsi nella classica burocrazia italiana, nell’emergenza tutto funziona e poi tutto resta fermo per anni (Giovanni Toti, presidente Regione Liguria, 15 agosto 2018)
Toti sembra avere doti divinatorie. Perchè il decreto Genova, alla fine, è un capolavoro di burocrazia. A cominciare dai tempi di approvazione – il decreto “urgente” Genova, ci ha messo 45 giorni per essere faticosamente approvato – per finire con le procedure di redazione: al posto degli importi aveva linee tratteggiate, con il testo che è finito in un braccio di ferro tra Mit e Tesoro.
Pure il contenuto è un groviglio di norme e ci vorranno almeno 37 decreti attuativi per dare operatività  complessiva al provvedimento. E manca pure la dote finanziaria e Salvini ha ammesso: “Restituiremo quello che qualcuno ha tolto, le palanche”
“Nomineremo un commissario ad hoc per la ricostruzione, il governo è con Genova e i genovesi” (Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, 15 agosto 2018)
È proprio il premier Conte a gestire, con un decreto, la nomina del commissario per la ricostruzione: Il ministro Toninelli, il 12 settembre, dichiara: “Presto un decreto del presidente del consiglio nominerà  un commissario per la ricostruzione”. Il 17 settembre è più convincente: “Il nome del commissario arriverà  nei prossimi giorni”. Il 29 settembre il manager Fincantieri Claudio Gemme già  rilascia interviste, ufficiosamente designato dalla Lega. Ma un doppio conflitto di interessi (possiede una casa nella zona rossa ed è manager Fincantieri, che il ponte dovrà  costruirlo) blocca anche questa nomina.      Stamane la nomina “tempestiva” del sindaco Bucci.
“In questo momento siamo molto più concentrati a stare vicino agli sfollati che pensare a questioni di azionisti o titoli in Borsa” (Danilo Toninelli, ministro per le Infrastrutture, 22 agosto 2018)
Il ministro Toninelli ha poi promesso, il 5 settembre: “Ci sono buone possibilità  che gli sfollati rientrino, per qualche ora, nelle case”. Toccando l’unico, vero, obiettivo tanto atteso dalle famiglie sfollate.
Ma i sensori sono da poco stati installati, pagati un milione di euro da Autostrade, e le rilevazioni hanno bisogno di tempo per garantire il rientro in sicurezza.
E le famiglie sfollate, ad oggi, non sono ancora potute rientrare nelle case, semmai potranno farlo. Autostrade per l’Italia, intanto, ieri ha congelato (“uno stop tecnico”, lo definisce Aspi ) gli indennizzi agli sfollati, che suonano l’allarme e lunedì scenderanno in piazza a Genova
“Il governo ha fatto tutto il possibile, sperando che altri non rallentino, che ne so, Autostrade, cavilli, ricorsi” (Matteo Salvini, vicepremier, 21 settembre 2018
La battaglia dei ricorsi, invece, si profila plumbea, all’orizzonte, estesa non solo all’Italia ma all’Europa: l’articolo 1 del dl Genova infatti esclude dalla ricostruzione non solo Autostrade, ma anche tutte le aziende che hanno rapporti con concessionarie autostradali e stradali.
Esclude dall’incarico tutti i soggetti che avrebbero le competenze e le certificazioni per svolgere il lavoro. Anche Anas, peraltro rimarrebbe fuori.
Toninelli rassicura: “Il commissario sarà  blindato senza il timore di possibili ricorsi”. E Salvini ricorre al ricatto morale: “Mi pare il minimo del buongusto e del rispetto che Autostrade rispetti le scelte, senza preparare ricorsi”
“Penso che il 15 settembre potremo aprire al traffico la strada che passa all’interno dell’Ilva” (Marco Bucci, sindaco di Genova, 20 agosto 2018)
Quello che, dal disastro del crollo, è stato finora realizzato va attribuito a Comune e Regione: il sindaco Marco Bucci e il presidente Toti hanno siglato con Ilva un accordo per utilizzare un tracciato stradale interno all’area e dare sollievo al traffico portuale e cittadino. All’annuncio di Bucci sono seguiti i fatti: per il via al Salone Nautico, il 20 settembre, la strada è stata inaugurata. Ora occorrono alcune verifiche per il via libera al traffico pesante. Dal governo, invece, dei 33 milioni promessi, per le prime emergenze, ne sono arrivati 19. “Stiamo anticipando con le nostre casse, è insostenibile”, lamenta l’assessore al Bilancio, Piciocchi

(da “La Repubblica”)

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PONTE MORANDI, LA LOTTERIA DI GOVERNO DICE CHE L’ESPERTO IN PONTI E’ UN LAUREATO IN CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICA

Ottobre 4th, 2018 Riccardo Fucile

DOPO GIORNI DI LITI TRA LEGA E M5S, VIENE NOMINATO COMMISSARIO IL SINDACO BUCCI, IL LEGHISTA VELISTA

Il sindaco Marco Bucci è il nuovo commissario per la ricostruzione del Morandi. Dopo una telefonata questa mattina tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Regione Giovanni Toti palazzo Chigi, ha comunicato, come previsto dal decreto, l’intenzione di procedere alla nomina del sindaco Marco Bucci come commissario straordinario per la ricostruzione del Morandi. La Regione ha già  risposto con parere favorevole.
L’annuncio è arrivato questa mattina dopo che ieri per tutto il giorno si sono rincorse le voci e le indiscrezioni, in ballo c’erano i nomi di Claudio Andrea Gemme, gradito alla Lega, del sindaco Marco Bucci e del direttore scientifico dell’Istituto Italiano della Tecnologia Roberto Cingolani, sponsorizzato dai Cinque Stelle.
Su Gemme pendevano le obiezioni di incompatibilità , l’ipotesi CIngolani era osteggiata dalla Lega, alla fine la scelta è caduta su Bucci.

(da agenzie)

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