Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
POSSIBILE UNA DOMENICA TRA 15 OTTOBRE E 15 DICEMBRE
In Francia le elezioni municipali del prossimo 15 e 22 marzo sono state confermate ieri, in diretta, dal presidente francese Emmanuel Macron.
In Italia, il 5 marzo scorso, il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari del 29 marzo è stato rinviato sine die.
Ma adesso, nel governo, c’è chi sta pensando a un rinvio anche per le elezioni amministrative della prossima primavera.
Il voto — previsto nelle prossime settimane per le regioni Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle D’Aosta e per oltre 1000 comuni tra cui quindici capoluoghi di provincia e quattro di regione — dovrebbe slittare a causa dell’emergenza coronavirus.
Una nuova bozza dei provvedimenti dell’esecutivo è in circolo in queste ore. Visti i precedenti, non si può assumere questo dato come un elemento ufficiale. Piuttosto proietta le intenzioni dell’esecutivo sul tema. E se la circostanza fosse confermata, significherebbe che il governo sta ragionando già su un periodo più lungo rispetto a quello del 25 marzo — 3 aprile (le date che, al momento, segnano la fine delle misure stringenti sull’Italia con la prima indicativa della chiusura di tutte le attività e con la seconda che segna la fine del periodo di chiusura delle scuole). Le nuove date per le elezioni amministrative potrebbero essere inserite nella finestra di tempo che va dal 15 ottobre al 15 dicembre 2020.
Possibile, poi, che si allunghino i tempi — fino a 250 giorni dalla comunicazione che lo ha indetto — della convocazione del referendum sul taglio dei parlamentari, scavallando così la prima proroga che era stata prevista entro il mese di maggio. Non sarebbe da escludere, quindi, una data entro settembre 2020.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
LASCIARE CHE LA MALATTIA FACCIA IL SUO CORSO COSTERA’ UN PREZZO ALTISSIMO DI VITE UMANE
Sono scioccanti le parole di Boris Johnson, leader del Regno Unito, che ritiene ormai l’epidemia di
Coronavirus ‘impossibile da contenere’ e quindi non è necessario adottare misure straordinarie – come l’Italia – quanto piuttosto si può tentare di ‘rallentare il contagio’. Ma “molte persone perderanno i loro cari prima del tempo”.
Ciononostante, Johnson ha deciso di mantenere le scuole aperte perchè “chiuderle farebbe più male che bene”.
L’obiettivo del governo sarebbe quella di raggiungere l’immunità di gregge, in altre parole lasciare che la malattia faccia il suo corso. A un prezzo ovviamente altissimo, ossia il dilagare del virus senza nessuna o quasi misura di restrizione.
Ci sono 600 casi di contagio di Coronavirus e dieci persone sono morte a causa della malattia, stando agli ultimi dati. Ma secondo i consiglieri del governo, il numero reale dei contagiati potrebbe oscillare tra i 5 e 10mila casi. Secondo l’Oms, la malattia colpirà almeno 30 milioni di persone nel Regno Unito e, al tasso di mortalità che ha correntemente, ci saranno centinaia di migliaia di morti. Un prezzo che, a quanto pare, Boris Johnson è accettabile pur di non ammettere che la Brexit, in questo scenario, mette il Regno in difficoltà .
Tutto ciò che il governo ha fatto è stato chiedere a chi ha febbre e tosse di autoisolarsi e ha sconsigliato agli anziani di muoversi, oltre ad aver sospeso le gite delle scuole all’estero. I tamponi vengono fatti solo alle pesone ricoverate in ospedale.
(da Globalist)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
EFFETTUATI IERI 100.000 CONTROLLI, DENUNCIATE 2.200 PERSONE
“Se non avremo i risultati sperati, siano pronti a nuove scelte coraggiose”. Questo il messaggio principale che vuole consegnare ai cittadini il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un’intervista concessa al Corriere della Sera in cui ribadisce l’appello ai cittadini a rispettare le regole di comportamento e ad agire con determinazione nel contenimento del contagio da coronavirus.
“Dobbiamo tutti essere consapevoli che stiamo affrontando un’emergenza eccezionale, in continua evoluzione e quindi estremamente complessa nella sua gestione… Non si tratta solo di imporre un divieto ai cittadini, ma di informare e di convincere gli italiani che i comportamenti superficiali possono, soprattutto in questa fase difficile di contenimento del coronavirus, provocare danni gravissimi per la salute pubblica”.
Il ministro sottolinea che “il virus è più veloce e più furbo dei nostri piccoli espedienti per aggirare le ordinanze”, per cui gli italiani devono cambiare temporaneamente stile di vita al di là di divieti e controlli.
“Io credo che prima di chiederci cosa sia permesso e cosa sia vietato dovremmo ragionare su tutti quei comportamenti, il più delle volte superficiali, che in una situazione di eccezionale gravità come questa possono provocare danni molto seri per la salute pubblica. Qui stiamo parlando di un’azione di contenimento di un virus che si può trasmettere con grande facilità . Non possiamo comportarci come se nulla fosse accaduto, ignorando le minime raccomandazioni e precauzioni. Le uscite in compagnia e la permanenza prolungata all’aperto costituiscono situazioni di rischio che devono essere evitate”.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
ALTERNA SOVRANISMO A FORZATO SENSO DI RESPONSABILITA’… IN CONFUSIONE POLITICA DALLA SCONFITTA IN EMILIA
Il sogno di una destra moderata, europeista, propositiva, a guida Matteo Salvini, si infrange in
queste ore drammatiche.
Giusto il tempo di abbassare toni e di mostrarsi collaborativo nel grande giorno del voto parlamentare sullo scostamento bilancio. Giusto il tempo di sedersi al tavolo di Palazzo Chigi per confrontarsi con la maggioranza e per offrire una serie di misure al rivale Giuseppe Conte.
Ecco, se soltanto mercoledì era tutto un “voteremo il disavanzo”, “non faremo mancare il nostro sostegno”, già giovedì lo stesso Salvini si svegliava indossando la divisa dello sfasciatutto o come sussurra qualcuno a sinistra, sapendo di dirla grossa ma di dirla giusta, “dello sciacallo e dell’irresponsabile”.
Per non parlare della giornata odierna dove dal centro Avis di Milano si serve della scivolata di Christine Lagarde per riproporre lo spartito “Italiaexit”: “Lasciatemi esprimere il mio disgusto, orrore e vergogna per quello che accade in Europa. E’ l’ennesima dimostrazione che se e’ questa l’Europa che dobbiamo lasciare ai nostri figli, allora tanto vale fare una cosa diversa. Prima si chiude Schengen meglio è”.
E’ un film che si ripete da settimane, dall’indomani della sconfitta elettorale in Emilia Romagna, dove ha fallito l’operazione citofono, dove ha alzato il livello di scontro per mobilitare indecisi, delusi.
E proprio da quel risveglio maledetto in un albergone alla periferia di Bologna il Capitano leghista è in stato confusionale. Passando da “elezioni, elezioni” a proporre ai quattro venti un governissimo di unità nazionale ma fissando la data del ritorno alle urne. Erano i giorni delle letterine al Capo dello Stato e al presidente del Consiglio, delle interviste in cui Salvini cercava di mostrarsi moderato, di essere il leader appunto di una forza responsabile e di coalizione europeista. “Se c’è da prendere in mano il Paese, portandolo a una data certa delle elezioni noi siamo d’accordo”.
Più chiaro di così. Vergava appunto assieme ai suoi più stretti collaboratori una serie di misure che annunciava e sbandierava sui social e in conferenza stampa. E poi appunto quando saliva al Colle scolpiva questo ragionamento davanti a Sergio Mattarella: “Se c’è da prendere in mano il Paese, portandolo a una data certa delle elezioni noi siamo d’accordo”.
Era solo il 27 febbraio quando succedeva tutto questo. Ed era un tentativo quello del leader di via Bellerio di riconquistare il terreno perduto nei confronti di una Giorgia Meloni, super responsabile fin dal primo momento, e in grado di essere l’unica nel centrodestra a guadagnare punti percentuale ai tempi del Covid-19.
Era confuso l’ex ministro dell’Interno al punto che al primo caso di Codogno avrebbe voluto chiudere le frontiere italiane. “Chiudere! Blindare! Proteggere! Controllare! Bloccare!”, si sgolava sui social.
Ma quale Salvini stava parlando? Il Salvini responsabile o il Salvini spericolato, sfasciatutto? Anche perchè qualche giorno più tardi sempre lui, il numero uno del fu Carroccio, ci ripensa e si rimangia le parole scolpite. Ma quale chiudere, ma quale blindare, ma quale zona rossa: “Riaprire! Riaprire tutto quello che si può riaprire. Riaprire per rilanciare fabbriche, negozi, musei, gallerie, palestre, discoteche, bar, ristoranti, centri commerciali”.
Altro giorno, altra capriola. Il 3 marzo si materializza nella sala stampa di Montecitorio, assieme al duo dell’euroscetticismo Claudio Borghi e Alberto Bagnai, e che fa?
Attacca il Capo della Polizia, tira per la giacca Mattarella, e ritorna allo spartito di sempre nel segno dell’irresponsabilità : “O il decreto migliora e si arricchisce delle richieste dei soggetti interessati, oppure non avrà mai il voto della Lega “.
Rieccolo insomma in versione nazional-sovranista. E rieccolo ancora riprendere i vecchi vestiti della responsabilità per votare senza battere ciglio il disavanzo di bilancio. Ma è solo un’illusione.
Perchè tra un’ospitata da Paolo Del Debbio su Rete 4 e un’uscita milanese ritorna a galla il solito spartito di una destra, che avrà pur il 30 per cento, ma non riesce a uscire dal videogioco della propaganda, dell’eterna campagna.
Ma ora di comizi non se ne parla. E chissà fra quando se ne riparlerà . Ora c’è una pandemia da arginare, sconfiggere. Punto.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
PER DARE IL SUO CONTRIBUTO A NAPOLI HA RINUNCIATO A UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO
“La mattina del 5 maggio, dopo aver fatto il turno di notte, ricevo una chiamata dall’Azienda dei Colli che mi proponeva un contratto a Napoli, al Cotugno. Sono venuto a vedere l’ospedale, la situazione, e ho deciso: mi sono licenziato in tronco e ora sto qua”.
Comincia così il racconto a Fanpage.it di Giovanni Broscritto, infermiere napoletano di 28 anni. È uno dei giovani professionisti chiamati per affrontare l’emergenza coronavirus in Campania.
Fino a pochi giorni fa aveva un contratto a tempo indeterminato a Bologna, adesso è a Napoli. Non alle stesse condizioni: contratto di un anno, al termine del quale si vedrà se verrà rinnovato o meno. Ma ha fatto una scelta: ha sacrificato il posto fisso, che si era guadagnato dopo anni in giro per l’Italia, per portare il suo contributo dove adesso c’è maggiore bisogno. E non se ne pente.
È partito nel giorno di riposo, con la stanchezza di un turno sulle spalle e con l’idea di fermarsi solo poche ore, per vedere quale fosse la situazione.
“Pensavo di ritornare, quindi con me ho solo due pantaloni, due mutande e due maglioncini — dice ridendo — ma il 5 mattina il dirigente infermieristico mi ha detto che, se avessi voluto accettare quel contratto, avrei dovuto firmare subito, per iniziare il giorno dopo le pratiche per l’assunzione e prendere servizio il prima possibile. Ci ho pensato molto — sorride — 30 minuti. Ho camminato nell’ospedale, ho parlato con mio padre e ho deciso: mi sono licenziato e ora sto qua. Ho iniziato domenica, con sei ore del turno e altre sei di straordinario per aiutare i colleghi. Perchè arriva gente. E noi stiamo là “.
Nei giorni scorsi la Regione Campania ha annunciato il raddoppio dei posti letto per far fronte all’emergenza, con l’assunzione di 1600 tra medici e infermieri. L’ospedale Cardarelli, in vista dell’aumento dei posti di degenza e del picco di casi previsto nei prossimi giorni, ha deciso di assumere tutti gli infermieri idonei della graduatoria del concorso CPS Infermieri.
(da FanPage)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
L’APPELLO DI ALESSIA, INFERMIERA ALL’OSPEDALE DI GROSSETO: “NOI GIOVANI NON SIAMO IMMUNI”
“Sono i un’infermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria”.
Inizia così il racconto che Alessia Bonari, giovane infermiera dell’ospedale di Grosseto, affida a Instagram, lanciando un appello a rispettare le misure imposte dal governo per il contenimento del coronavirus.
“Sono stanca fisicamente perchè i dispositivi di protezione fanno male, il camice fa sudare e una volta vestita non posso più andare in bagno o bere per sei ore”, racconta Alessia. Ma la foto che accompagna il suo post vale più di mille parole: si vede una ragazza con il camice e sul volto i segni della stanchezza e i lividi degli occhiali che dovrebbero proteggerla mentre lavora con i malati
“Quello che chiedo a chiunque stia leggendo questo post”, è l’appello di Alessia, “è di non vanificare lo sforzo che stiamo facendo, di essere altruisti, di stare in casa e così proteggere chi è più fragile. Noi giovani non siamo immuni al coronavirus, anche noi ci possiamo ammalare, o peggio ancora possiamo far ammalare”, continua.
Alessia Bonari si è laureata in Infermieristica a Siena nel 2018 e da meno di un anno lavora all’ospedale di Grosseto. Ora si trova in prima linea contro il virus che sta terrorizzando il mondo e che sta tentando di mettere in ginocchio l’Italia. “Ho paura anche io, ma non di andare a fare la spesa”, scrive pensando forse alle scene di assalti ai supermercati delle ultime ore. “Ho paura di andare a lavoro. Ho paura perchè la mascherina potrebbe non aderire bene al viso, o potrei essermi toccata accidentalmente con i guanti sporchi, o magari le lenti non mi coprono nel tutto gli occhi e qualcosa potrebbe essere passato”.
Il pensiero va ai colleghi che lavorano con lei e ai malati che tentano di salvare: “Sono stanca psicologicamente, e come me lo sono tutti i miei colleghi che da settimane si trovano nella mia stessa condizione, ma questo non ci impedirà di svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Continuerò a curare e prendermi cura dei miei pazienti, perchè sono fiera e innamorata del mio lavoro”
A Grosseto il primo paziente positivo al coronavirus è stato registrato il 4 marzo. Da una settimana, medici e infermieri lavorano in una situazione che si fa ogni giorno più drammatica. “Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena”, scrive Alessia, “devo andare a lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra”, conclude, “ve lo chiedo per favore”.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
IL PARADOSSO DEI CONTROLLI
L’effetto più negativo dei nuovi decreti per il contenimento del Coronavirus è sicuramente patito da chi non ha una casa in cui stare, come i senzatetto.
Se poi la giustizia diventa cieca, allora si prospetta un periodo in cui, con la ‘scusa’ delle misure, si accantoneranno i diritti umani. È quello che è successo a un senzatetto ucraino, con regolare permesso di soggiorno, è stato denunciato da una volante del commissariato di polizia di Lambrate.
“Evidentemente una persona che vive in strada non ha una casa dove stare – dice a La Repubblica Milano Magda Baietta, presidente dell’associazione Ronda della carità – Di solito il senzatetto denunciato viene al nostro centro diurno, ma da questa settimana siamo chiusi anche noi”
Quando è stato raggiunto dalla volante, l’uomo si trovava in via Crescenzago, nella periferia del capoluogo lombardo.
“Come questo cittadino, decine di altri senza dimora rischiano di subire una denuncia penale. È assurdo, bisognerebbe aiutare chi in questo momento è più esposto e in pericolo, non causargli danni giudiziari”, aggiunge Baietta, che non è l’unica a segnalare problemi simili
La Croce Rossa, infatti, dichiara: “Si sono spostati dal centro e stanno più in periferia. Facciamo anche più fatica del solito a rintracciarli e a spiegare loro che cosa sta succedendo. Ovviamente loro hanno una percezione molto strana della realtà , non si rendono conto dei pericoli e spesso non credono nemmeno a quello che diciamo. In più non c’è cibo, non ci sono aiuti per loro, non ci sono più punti di riferimento”.
(da agenzie)
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Marzo 14th, 2020 Riccardo Fucile
SUCCESSIVAMENTE TRASFERITI IN MALI: CONFERME DA FONTI ITALIANE
Una fonte italiana conferma che il giovane italiano Luca Tacchetto e la sua compagna di viaggio
canadese Edith Bias sono stati liberati in Mali dopo 15 mesi di prigionia.
I due erano stati rapiti in Burkina Faso nel dicembre del 2018 mentre erano impegnati in un viaggio turistico nella regione del Sahel.
Successivamente erano stati trasferiti in Mali, probabilmente da uno dei gruppi di contrabbandieri in contatto con milizie jihadiste che da anni sono presenti nella regione. Milizie che da tempo si sono affiliate all’Isis e a gruppi che negli anni hanno lavorato con Al Qaeda.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »