Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
SI STIMA IN 30 MILIONI I CONTAGIATI (O GUARITI) DAL VIRUS
Un brivido lungo la schiena: “Il 50% dei britannici e dei residenti in Regno Unito potrebbe aver già contratto e/o superato il coronavirus”. Ossia oltre 30 milioni di persone. Lo sostiene un clamoroso studio dell’Università di Oxford, riportato dal Financial Times, che lo dedurrebbe incrociando i dati britannici con quelli italiani.
Secondo la professoressa Sunetra Gupta, a capo del team di scienziati, la stima è realistica anche comparando il numero di morti, 422, e dei ricoverati sinora in Regno Unito per coronavirus con quelli, molto più gravi, italiani.
Per l’università di Oxford, che sottolinea come il virus abbia sintomi leggeri o quasi impercettibili per una larga fetta di popolazione, solo una persona su mille contagiata avrebbe bisogno di un ricovero: “Ma dobbiamo immediatamente condurre test su ampia scala per avere conferma esatta dello stadio dell’epidemia”, dice Gupta al Financial Times. Qualche giorno fa Boris Johnson ha promesso in tempi rapidi 25mila tamponi al giorno, ma ancora non si vedono le conseguenze pratiche del suo annuncio.
Secondo la ricerca dell’Oxford Evolution Ecology of Infectious Disease, il coronavirus avrebbe iniziato a espandersi sensibilmente in Regno Unito già a metà gennaio e avrebbe dilagato in silenzio fino ad emergere nei primi casi registrati oltremanica alla fine di febbraio.
Adesso, a fine marzo, i contagiati (attivi e guariti) potrebbero essere dunque il 50% dei residenti in Regno Unito, oltre 30 milioni di persone, secondo l’università di Oxford.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL BOLLETTINO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Calano sia i nuovi morti che i casi positivi in più rispetto al bilancio di ieri. 
L’ultimo bollettino nazionale arriva della Protezione civile in una conferenza stampa che si è tenuta senza il commissario per l’emergenza Coronavirus. Angelo Borrelli, ha la febbre, è stato sottoposto al tampone di cui si attendono i risultati.
A sostituirlo Agostino Miozzo, direttore del dipartimento di Protezione civile. Secondo il nuovo bilancio, sono 3491 i casi positivi in più, 683 nuove vittime che porta il totale a 7.503. Mentre il numero delle persone attualmente positive sale così 57.521 a pazienti.
Dati più confortanti rispetto al bilancio di ieri, 24 marzo, si registra infatti un calo sia per quanto riguarda le nuove vittime che i casi positivi in più.
Complessivamente sono state colpite dal virus 74.386 persone in Italia, 5.210 persone in più rispetto a ieri, quando i casi totale erano 69.176.
Quanto alle guarigioni, nelle ultime 24 ore sono guariti 1.036 pazienti, per un totale di 9.362.
I pazienti ricoverati in strutture ospedaliere con sintomi sono 23.112, di cui 3.489 in terapia intensiva. 30.920 sono invece le persone in isolamento domiciliare in tutta Italia.
(da Open)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
LA FOTO SCANDALO POSTATA DA UNA SENATRICE M5S: IL CENTRODESTRA E’ LATITANTE
La deputata del MoVimento 5 Stelle Agnese Gallicchio racconta con questa foto su Facebook la seduta di oggi al Senato e gli scranni vuoti della Lega e dell’intera opposizione, che nei giorni scorsi si era lamentata della “chiusura” — in realtà inesistente — dei due rami del Parlamento.
Oggi alle 15 era prevista una seduta pubblica con le comunicazioni della presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati e, denuncia Gallicchio, “Lega e Matteo Salvini non (sono) pervenuti!”.
“Oggi pomeriggio sentirò sia Silvio Berlusconi che Giorgia Meloni, li chiamerò, noi speriamo che Camera e Senato si riuniscano”, aveva detto Matteo Salvini, in conferenza stampa alla Camera, il 18 marzo scorso parlando delle mosse del centrodestra rispetto al decreto ‘Cura Italia’.
“Si chiamino deputati e senatori a lavorare, tranne coloro che sono ovviamente in quarantena e isolamento, se ci rispondessero no ‘il Parlamento sta chiuso e si va avanti così’ ovviamente come centrodestra prenderemo una posizione forte”, assicurava il leader della Lega.
Nei giorni successivi Salvini e, ancor di più Giorgia Meloni, avevano chiesto la convocazione “immediata e a oltranza” del Parlamento. A Salvini aveva replicato il presidente della Camera Roberto Fico annunciando, per la settimana successiva, un’informativa in Aula di Conte, rilevando l’importanza del confronto tra Parlamento e governo e ribadendo che “le Camere non hanno mai chiuso nè chiuderanno”.
L’immagine scattata dalla senatrice Gallicchio che mostra i banchi Lega vuoti non sembra dare un indizio confortante sull’atteggiamento propositivo dei senatori leghisti nei confronti del dibattito parlamentare.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE IN ATTESA DELL’ESITO DEL TAMPONE
Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha accusato questa mattina sintomi febbrili
mentre era in corso il comitato operativo.
Secondo quanto si apprende, al commissario è stato fatto un nuovo tampone per il coronavirus dopo quello negativo di qualche giorno fa e si attende l’esito dell’esame. Intanto, la conferenza stampa prevista per le 18 è stata annullata.
Borrelli, afferma una nota del Dipartimento della Protezione Civile, dopo aver accusato i sintomi febbrili ha lasciato immediatamente la sede del Dipartimento in via Vitorchiano. “A causa di questa lieve indisposizione – si legge ancora – a partire da oggi e fino a data da destinarsi la quotidiana conferenza stampa sull’emergenza Coronavirus delle ore 18 è sospesa”.
Il Dipartimento “continuerà a garantire la massima operatività e, anche per il tramite dell’Ufficio Stampa, a diffondere le informazioni disponibili sull’emergenza in atto”. L’aggiornamento dei dati verrà fatto con un comunicato stampa che verrà diffuso alle 18.
E’ stato ricoverato in ospedale, al San Raffaele di Milano, nella tarda serata di ieri: Guido Bertolaso ieri ha annunciato di essere risultato positivo al coronavirus.
Il consulente scelto dalla Regione Lombardia per portare avanti il progetto dell’ospedale negli spazi della Fiera di Milano lo ha fatto sapere con un video su Facebook.
In un primo momento aveva detto che sarebbe stato in isolamento, ma ieri sera la decisione di trasferirlo al San Raffaele: dovuta, sembra, alla febbre che aveva manifestato già ieri, all’età (Bertolaso ha 70 anni) e ai contatti che potrebbe aver avuto nei primi giorni a Milano, quando è arrivato – appunto – per seguire i lavori in Fiera.
Da quanto si è saputo non è intubato, ma la scelta del ricovero sarebbe stata soprattutto a scopo precauzionale.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
LEGA 26,5%, PD 22,9%, M5S 15,1%, FDI 12,7%, FORZA ITALIA 7%, LA SINISTRA 3,5%, + EUROPA 2,6%, ITALIA VIVA 2,2%… GRADIMENTO DI CONTE SALE AL 51%
Per la terza settimana consecutiva, il Pd accorcia le distanze rispetto alla Lega. Lo rivela il sondaggio di Ixè sulle intenzioni di voto
. Rispetto a sette giorni fa il partito di Matteo Salvini è in calo dello 0,5% e scende al 26.5%. Viceversa i democratici guadagano quasi mezzo punto, passando dal 22,5% della scorsa settimana all’attuale 22,9%.
Quanto agli altri partiti, il M5s cresce leggermente al 15,1%, Fratelli d’Italia passa dal 13 al 12,7%, Foza Italia cresce al 7%.
Italia Viva di Matteo Renzi perde ancora e passa dal 2,4% all’attuale 2,2%,facendosi superare da la Sinistra (3,5%) e +Europa (2,6%).
In merito al gradimento dei leader politici, il premier Giuseppe Conte resta saldamente in testa al 51% rispetto al 45% della settimana scorsa, segno che l’azione di governo per contenere l’epidemia viene condivisa da più della metà degli italiani.
Al secondo posto si riconferma la presidente di Fdi Giorgia Meloni al 36%. Solo terzo il capo della Lega Matteo Salvini al 32%, tallonato dal segretario del Pd Nicola Zingaretti che guadagna ancora un punto e arriva al 31% nonostante sia ancora in convalescenza per aver contratto il coronavirus e sia molto meno esposto del leader leghista.
Ultimo in classifica Matteo Renzi che, nonostante la sovraesposizione degli ultimi giorni, è fermo al 13%.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
DA 530.000 NEL 1981 A 365.000 NEL 1992, A 245.000 NEL 2010 A 191.000 NEL 2017… IL 30,5% IN MANO A PRIVATI, IN LOMBARDIA LA SANITA’ PRIVATA INCASSA PIU’ DI QUELLA PUBBLICA
Il Fatto Quotidiano riepiloga oggi il tracollo del sistema sanitario nazionale: secondo il
“Rapporto Sanità 2018 — 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale”del Centro Studi Nebo, si è passati dai 530.000 posti letto del 1981 (di cui 68 mila dedicati all’area psichiatrica e manicomiale) ai 365.000 del 1992, dai 245.000 del 2010 fino ai 191mila del 2017, ultimo dato disponibile.
In rapporto al numero di abitanti, siamo passati da 5,8 posti letto ogni mille abitanti del 1998, ai 4,3 nel 2007 ai 3,6 nel 2017:
Nel 2010 il Servizio sanitario nazionale (Ssn) disponeva di 244.310 posti letto per degenza ordinaria (acuti e post-acuti), di cui il 71,8% (175.417 posti letto) erano in carico al pubblico e il 28,2%(68.893) al privato, 21.761 posti per day hospital (quasi totalmente pubblici) e 8.230 posti per day surgery (l’80% pubblici).
Nel 2017, invece, i posti letto sono scesi a 3,6 ogni mille abitanti. In tutto erano 211.593 per degenza ordinaria di cui il 69,5% (147.035) in carico al Ssn, mentre il 30,5% (64.558) al privato (di questi, il 23,3% nelle strutture accreditate),13.050 postiper day hospital, quasi tutti pubblici (89,4%) e di 8.515 posti per day surgery in grande prevalenza pubblici (78,2%).
La Regione con il maggior numero di posti letto era la Lombardia con 8.384, seguita da Lazio (7.168) e Campania con 5.347.
Il Fatto poi riepiloga cosa è successo nelle principali regioni italiane, a partire dalla Lombardia:
Il budget annuo per la sanità è di 19,5 miliardi di euro. A pagare è sempre la Regione, con soldi pubblici, ma a incassare sono sempre di più, di anno in anno, gli imprenditori privati della sanità , tra cui due colossi: il San Raffaele (gruppo San Donato della famiglia Rotelli) e Humanitas (gruppo Rocca). Sono via via diminuite le risorse per gli ospedali pubblici, sono stati chiusi o “riconvertiti” tanti piccoli ospedali, sono più che dimezzati i posti letto.
In Lombardia il sorpasso è già avvenuto: la sanità privata incassa più di quella pubblica. Gli ultimi dati del 2017, ancora non lo rilevano, ma già dicono che il privato incamera in proporzione più risorse del pubblico.
Su 1,441 milioni di ricoveri, 947 mila (il 65%) sono negli ospedali pubblici, 495 (il 35%) nelle strutture private. Ma il privato incassa 2,153 miliardi di euro sui 5,4 totali (il 40%), contro i 3,271 del pubblico. Dunque il 35% dei ricoveri incassa il 40% delle risorse impegnate dalla Regione.
Poi c’è il Veneto:
Nel 2013 i posti letto negli ospedali pubblici erano 14.576, di cui 767 di settori altamente specializzati e 240 extra Veneto (per pazienti provenienti da altre Regioni). Nel 2019 sono calati a 14.065 unità , di cui 754 nell’alta apicalità e 85 extra-Veneto.
Nelle strutture private sono passati dai 2.942 del 2013 (di cui 487 destinati all’extra-Veneto) a 3.115 (163 in più in totale, di cui 100 posti extra-Veneto).
Ma i posti pubblici tagliati negli ultimi 15 anni sono di più. Lo dimostra il fatto che la riapertura da parte della Regione per l’emergenza Coronavirus di 5 ospedali chiusi (e in parte riconvertiti) consentirà di ricavare 740 nuovi posti letto per malati ordinari, tutti in provincia di Verona.
E il Lazio?
Sedici ospedali chiusi, 3.600 posti letto perduti e il 14% del personale uscito senza turnover. Sono le macerie della sanità del Lazio dopo 10 anni di commissariamento: Zingaretti ne ha già annunciato l’uscita, ma si attende il decreto del governo. Il piano di rientro si deve agli oltre 10 miliardi di debito registrati alla fine del 2009.
A chiudere ospedali storici come il Forlanini — destinato alla Fao — o il San Giacomo, su cui hanno messo gli occhi i grandi gruppi immobiliari, ma anche nosocomi di provincia come Frascati, Marino, Guidonia e Monterotondo.
Altri, come il San Camillo, San Filippo Neri e Sant’Eugenio hanno subito ridimensionamenti. In totale, ci sono oggi 56 strutture aperte contro le 72 del 2011. Oggi il 40% della sanità è composta dai privati convenzionati, mentre oltre 20.000 infermieri arrivano da società interinali e cooperative.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
I MEDICI RUSSI ARRIVATI IN REALTA’ SONO MILITARI, GUIDATI DA UN GENERALE E UN COLONNELLO… L’AIUTO E’ SOLO UN PRETESTO PER INCUNEARSI NEL TEATRO ITALIANO
Un retroscena della Stampa a firma di Jacopo Iacoboni ci racconta di una telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Vladimir Putin in cui il leader della Russia si è impegnato a aiutare l’Italia nella battaglia al Coronavirus.
E poi domenica sera a Pratica di Mare sono arrivati 9 aerei llyushin con forniture russe e 100 specialisti nella guerra batteriologica, uomini che le agenzie russe definiscono esperti nel settore che hanno lavorato nell’eliminazione dei focolai di peste suina africana, antrace, nei vaccini contro Ebola e contro la peste.
Ma quali forniture esattamente ci hanno spedito i russi, e a che prezzo? Fonti politiche di alto livello hanno riferito a La Stampa che «tra quelle forniture russe l’80%è totalmente inutile, o poco utile all’Italia. Insomma, poco più che un pretesto».
A differenza, per dire, delle spedizioni cinesi (consistenti soprattutto in ventilatori polmonari e mascherine), quelle russe sarebbero attrezzature per la disinfestazione batteriologica di aree, un laboratorio da campo per la sterilizzazione e la profilassi chimico-batteriologica, e attrezzature di questo tipo.
A detta di queste fonti, la reale contropartita della telefonata è stata dunque tutta geopolitica e diplomatica: Putin ha visto nel Coronavirus un’opportunità per incunearsi anche fisicamente nel teatro italiano, e al premier italiano non è dispiaciuto puntellarsi, in questa difficile crisi, accettando tutto ciò pur di consolidare un’ottima relazione personale con la spondapoliticadi Mosca.
Che cosa significa incunearsi fisicamente è presto spiegato: il centinaio di esperti mandati da Mosca sono medici militari, e tutta l’operazione fa capo al ministero della Difesa russo, non a quello della Sanità .
Questo perchè, spiega ancora il retroscena, hanno i gradi di generali, colonnelli, maggiori, tenenti colonnelli, impegnati in passato in terreni di operazioni militari, dalla Guinea all’Africa, in cui la guerra batteriologica ha fatto tutt’uno con operazioni dell’intelligence estera russa:
Sergei Kikot, generale maggiore, capo della missione, è esperto di antrace. Gennady Eremin, colonnello, è esperto in guerra batteriologica e ha lavorato contro la febbre suina. Il colonnello Viacheslav Kulish è un esperto nello sviluppo di attrezzature protettive contro agenti biologici virali, ha lavorato nei programmi contro Ebola e la peste.
Ieri questo team è partito da Roma in direzione Bergamo, con mezzi militari: per 600 chilometri, in territorio italiano, militari russi si muovevano con la benedizione di Palazzo Chigi. E chi ha dato indicazione di aprire l’aeroporto di Pratica di Mare? E’ chiaramente una situazione d’eccezione.
Nessuna telefonata sulla materia è intervenuta tra i ministri degli esteri, Lavrov e Di Maio. Si torna così alla telefonata Conte-Putin, che è stata il cuore della vicenda, per la quale abbiamo girato a Palazzo Chigi due domande: quali forniture esattamente sono arrivate da Mosca? E quanto sono state pagate?
Da Palazzo Chigi siamo stati rigirati al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, con la spiegazione che la telefonata Conte-Putin e le forniture sono due temi diversi. Eppure era stato proprio un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi a congiungere espressamente le cose.
E l’agenzia russa Interfax anche, persino più esplicita. Da Palazzo Chigi ci è stato detto che un elenco di forniture completo verrà reso pubblico domani. Ma dal team di Arcuri ci hanno detto che al momento non è prevista la pubblicazione delle forniture russe.
Nulla è stato pagato, si trattato di «un regalo di generosità di Putin all’Italia».
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
SOSTIENE CHE LO STATO DI EMERGENZA E’ STATO TENUTO NASCOSTO: E’ DAL 1 FEBBRAIO CHE E’ IN ATTO
Un parlamentare della Repubblica Italiana dovrebbe leggere quotidianamente quel che viene
pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la Bibbia dei provvedimenti siglati dal governo e dal Parlamento stesso.
Per questo motivo stona la polemica avviata da Matteo Salvini sullo stato di emergenza dichiarato dall’Italia lo scorso 31 gennaio.
Il documento, infatti, è comparso in Gazzetta Ufficiale il giorno dopo (il 1° febbraio) ed era consultabile non solo da senatori e deputati, ma da ogni singolo cittadino italiano. Ne hanno parlato anche i principali quotidiani italiani. Quindi dire che non è stato dato risalto a questa notizia è pura propaganda.
Il tutto è partito — dopo giorni in cui sui social si è parlato di complotti vari e di governo che era a conoscenza del virus da mesi — da un tweet pubblicato dallo stesso Matteo Salvini nella giornata di martedì, in cui ha riportato il parere di Guido Magnisi, noto penalista di Bologna.
Il tweet di Salvini sullo stato di emergenza dichiarato dal governo in data 31 gennaio è un clamoroso autogol. Il leader della Lega, infatti, certifica che nulla è rimasto nascosto e sottaciuto dato che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale proprio a ridosso della decisione (presa dopo l’annuncio dell’OMS sulla grave situazione a livello mondiale), come da prassi Costituzionale. A smentire questa accusa di ‘silenzio’ ci sono anche le prime pagine del 1° febbraio dei due principali quotidiani italiani.
Il Corriere della Sera ha parlato dello Stato di emergenza con un titolo a nove colonne. La Repubblica, invece, ha parlato di scudo contro il virus spiegando nel sommario la decisione presa dal governo e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Insomma, era una cosa nota a tutti, così come la scadenza del 31 luglio (i sei mesi sono da prassi quando si prende una misura così imponente). Bastava aprire la Bibbia del parlamentare per saperlo e, qualora si fosse stati contrari, si poteva dichiararlo il giorno seguente.
(da agenzie)
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Marzo 25th, 2020 Riccardo Fucile
LA PRESUNTA “STRETTA” E’ UNA FARSA: 1500 AZIENDE RESTANO ATTIVE NEL VENEZIANO, 1000 NEL VICENTINO E COSI’ VIA
Centinaia di aziende residenti in Lombardia stanno inviando in queste ore comunicazioni alla Prefettura di Milano nelle quali dichiarano di essere regolarmente aperte o perchè rientrano tra le attività consentite, malgrado l’emergenza sanitaria, o perchè le loro produzioni sono necessarie per non fermare la filiera delle imprese che possono continuare ad operare.
Spetterà , poi, alla Guardia di Finanza effettuare i controlli per verificare se le imprese ancora aperte possono davvero continuare a lavorare, sulla base delle disposizioni del decreto del Governo sulle attività produttive per l’emergenza Coronavirus.
Le Fiamme Gialle, in particolare, controlleranno, appunto, se le aziende ancora al lavoro rientrano o meno nelle filiere essenziali per la produzione di altre imprese, anche con verifiche mirate sulle fatturazioni per vedere se le attività svolte corrispondono a quelle dichiarate.
La stessa cosa, ma in misura maggiore, sta succedendo in Veneto, dove sono invece diverse migliaia, e sono in crescita, le aziende del Veneto che, non rientrando nel dpcm sulle attività essenziali, hanno chiesto alle Prefetture di proseguire la produzione perchè collegate in filiera alle fabbriche di prodotti necessari all’emergenza sanitaria. Solo nella provincia di Venezia — riferisce la Prefettura — sono giunte circa 1500 richieste, tutte sub judice, perchè dovranno essere sottoposte a controlli da parte della Gdf e delle Camere di Commercio.
Un altro migliaio le ditte che hanno fatto analoga domanda in provincia di Vicenza. Ma i numeri, sottolineano le associazioni imprenditoriali, sono in continua evoluzione. Difficile quantificare per ora le aziende che, invece, hanno chiesto di cambiare il loro codice Ateco perchè stanno riconvertendo le linee su prodotti medicali o di protezione individuale, come mascherine, e tute mediche.
Tra i maggiori brand del tessile-moda in Veneto, hanno annunciato l’avvio della produzione di mascherine e camici il gruppo veronese Calzedonia, e le vicentine Marzotto e Forall Pal Zileri.
(da “NextQuotidiano”)
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