Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
L’ATTRICE VIVRA’ TRA IL MESSICO E LA SPAGNA: “IL PROBLEMA E’ COME UN CRIMINALE CONDANNATO CHE SPUTA ODIO POSSA OCCUPARE LA POLTRONA PIU’ IMPORTANTE DEL PAESE”
Disperata sì, ma con le idee ben chiare. Eva Longoria dopo aver partecipato attivamente alla campagna elettorale per i democratici e Kamala Harris, trova l’elezione di Donald Trump “scioccante” e sostiene che “se il Presidente manterrà le sue promesse elettorali, l’America sarà un luogo da paura”.
“Gli Usa sono un Paese distopico, me ne vado”. Così l’attrice, che deve la popolarità alla serie Casalinghe disperate. Ha lasciato gli Stati Uniti perché sono diventati “un paese distopico” e con marito e figlio divide il suo tempo tra Spagna e Messico. Lo ha annunciato in un’intervista alla rivista Marie Claire. “Ho passato negli Usa la mia intera vita adulta. Ma anche prima della pandemia le cose erano cominciate a cambiare. Il clima era diverso. Poi è arrivato il Covid. Penso che questo capitolo della mia vita sia finito”, ha detto l’attrice che ha visto la sua decisione convalidata dalla recente elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
“La parte scioccante non è tanto che ha vinto. E’ che un criminale condannato, che sputa tanto odio, possa occupare la poltrona più importante del Paese. Se manterrà le promesse, l’America sarà un luogo da paura”, ha aggiunto Eva Longoria.
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
LA TESTIMONIANZA DI CRISTIAN, UN RAGAZZO ITALIANO DI 24 ANNI: “IL POPOLO E’ SEMPRE PIU’ UNITO, STANNO NASCENDO AMORI E AMICIZIA”
La lettera di Cristian, un ragazzo italiano di 24 anni che vive a Valencia con la sua famiglia.
Ha assistito alle alluvioni che hanno devastato la regione spagnola provocando centinaia di vittime e da allora ogni giorno cerca di dare una mano a chi ha bisogno. Ma soprattutto ci parla delle persone che ha conosciuto in questi giorni, di come dinanzi a una tragedia del genere la gente si è data da fare per aiutare gli altri: “Sto scrivendo queste righe con molta emozione perché è stato un disastro enorme e mi ha spezzato il cuore, ma ogni giorno me lo riempie sempre di più grazie alla bontà delle persone”.
È un vero disastro e dopo due settimane c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Da tutta la Spagna arrivano aiuti da parte di cittadini: ho conosciuto tantissimi civili che vengono da Saragozza, Cadice, Siviglia, Alicante, Barcellona e tante altre comunità per dare una mano.
Ho conosciuto tante persone che non possono uscire di casa o perché anziane, o hanno un piede rotto ecc.., che non avevano acqua in casa perché nessuno gliela portava, o altri beni essenziali come pane, carta igienica eccetera.
Questo disastro ci ha fatto aprire gli occhi su molti aspetti della nostra società: se lo Stato fallisce, la popolazione è sempre più unita, senza secondi fini e senza guardare il colore della pelle e la religione. Penso ai ragazzi senegalesi che hanno spostato a mani nude macchine rotte, i musulmani che hanno aiutato a pulire una chiesa cristiana.
Ho conosciuto comunità che chiedono l’indipendenza dallo Stato centrale da anni, eppure hanno completamente messo da parte il sentimento politico per aiutare cittadini della propria nazione, per il proprio popolo. Ho avuto anche il piacere di conoscere ragazzi di 18, 19 e 16 anni che venivano dalla Catalogna, che hanno saltato le lezioni per venire ad aiutare.
Ho conosciuto due signori francesi che sono venuti a Valencia per dare una mano perché sono in pensione e piuttosto che stare a casa hanno preferito venire qui. Persone che vivono in Spagna come “clandestini” e che hanno aiutato tantissimo. Un ragazzo emiliano che era in vacanza la ha allungata per poter aiutare.
È una catena di aiuti, tutti volti ad aiutare questi municipi distrutti dal Dana. Il primo giorno che tornai pieno di fango a Valencia, vidi bar e ristoranti, chiese e altre associazioni nel pieno della città che offrivano caffè, cibo e acqua ai volontari che tornavano. Ho pianto tantissimo. Un anziano si è scusato con noi giovani perché sempre ci ha etichettato come fannulloni.
Questa tragedia si sta trasformando in una cosa bellissima: il popolo è sempre più unito, senza secondi fini. Stanno nascendo amori e amicizie. Abbiamo avuto la prova che siamo una generazione eccezionale e fortissima e che possiamo veramente fare tanto. Sto scrivendo queste righe con molta emozione perché è stato un disastro enorme e mi ha spezzato il cuore, ma ogni giorno me lo riempie sempre di più grazie alla bontà delle persone.
(da Fanpage)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
CON MOGLIE INCINTA E BIMBO DI UN ANNO AVEVANO PASSATO 5 GIORNI NELLA STRUTTURA AL PREZZO DI 500 EURO…MA I TURISTI RENDONO MOLTO DI PIU’… UN PO’ DI VERGOGNA, MAI?
Due moderni Giuseppe e Maria con il bambinello alla ricerca di un posto che potesse accoglierli in una Roma in fermento per il Giubileo. È la storia di Khaled (nome di fantasia ndr.) un ragazzo libanese di 35 anni che è stato messo alla porta da una struttura gestita da suore insieme alla moglie incinta e al figlio di appena un anno.
L’aiuto di un prete e la notte in strada
Lui da alcuni anni vive in Europa ed era riuscito ad aprile a far venire in Italia anche la moglie e il figlio. Lui palestinese e lei libanese, entrambi con lo status di rifugiati politici. I tre si sono trovati in grave difficoltà economica e senza un posto stabile dove vivere e i primi di ottobre sono finiti quindi in una struttura extra alberghiera gestita da suore. Il prezzo per 5 notti? 500 euro pagati a metà con un prete che aveva deciso di aiutarli. Finito il pernottamento Khaled si rivolge alle suore chiedendo di poter rimanere ancora, non avendo un altro posto dove stare. “Avevo paura per mia moglie e mio figlio piccolo– racconta Khaled – ho pregato tanto la sorella di darmi un aiuto, ero disposto a pagare. Lei invece mi ha detto non me ne frega nulla devi andartene”.
La famiglia viene messa alla porta senza un supporto o una valida alternativa. Per una notte finiranno tutti e tre a dormire nei giardini di piazza Venezia. Khaled poi si rivolge ai servizi sociali che lo indirizzano allo sportello di Unione Inquilini. Parte così una serie di telefonate frenetiche per trovare un tetto a questa famiglia e impedire una ulteriore notte in strada. Alla fine verranno accolti in una struttura nel Municipio III grazie all’intervento di Francesca Danese del Forum del Terzo Settore
Questa storia, che non sembra essere una caso isolato, solleva un grande tema ovvero quello dell’accoglienza delle persone in difficoltà in una Capitale alle prese con i preparativi dell’Anno Santo. “Roma purtroppo è anche la città dei luoghi gestiti dalla Chiesa che affitta invece – spiega Silvia Paoluzzi segretaria nazionale Unione Inquilini – a turisti a prezzi di mercato, come le affittano gli hotel e quindi anche tantissime strutture ricettive purtroppo non sono destinate a coloro che sono in difficoltà, ma solo destinate al profitto”.
I numeri
Secondo l’ultimo report presentato dall’associazione Ospitalità religiosa in Italia ci sarebbero 2.965 strutture, suddivise in quattro tipologie: gestione diretta di religiosi (45%), proprietà religiosa e gestione laica (38%), proprietà e gestione laica no profit (15%), proprietà e gestione laica commerciale (2%). Nello specifico il Lazio è la regione con il maggior numero di posti letto disponibili nelle sole strutture ricettive di gestione o proprietà religiosa e parliamo di 30493 unità.
(da Fanpage)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
PER LA SERIE FACCIAMOCI SEMPRE CONOSCERE ALL’ESTERO
Il bar Rosati di Roma contattato da Fanpage.it sul conto “salato” segnalato da una cliente
ha spiegato che a giustificare i prezzi è il posto in cui il locale si trova, nella centralissima Piazza del Popolo, ma non solo. “Il nostro bar ha 102 anni di storia e ci troviamo proprio nel cuore della città – spiega il direttore, che da trentasei anni lavora nel bar Rosati – Il menù è esposto all’esterno, all’interno sopra alla cassa e anche su ogni tavolo, i clienti possono consultarlo, prima di entrare e decidere se mangiare o bere da noi.
I prezzi che facciamo sono uguali per tutti senza distinzioni, sia per clienti romani e italiani che per turisti internazionali”. Prezzi che, continua il direttore, non sono motivati solo dalla posizione del locale: “C’è il costo dell’affitto, dello stipendio dei dipendenti e di tutte le altre spese che dobbiamo sostenere per portare avanti l’attività. Senza considerare il fatto poi che noi offriamo il massimo della qualità nei prodotti alla nostra clientela”.
52 euro per 2 tramezzini e due spremute
A segnalare il conto salato a Fanpage.it è stata Paola, che ha fatto l’ordine insieme a suo figlio al Bar Rosati, una delle due caffetterie storiche di Piazza del Popolo, il 12 novembre 2024. Due tramezzini prosciutto e formaggio 10 euro l’uno, e due spremute, 12 euro l’una, più il servizio al tavolo, 8,36 euro. “Tornavamo da una visita per lui in ospedale…Così ho pensato: ‘Ci fermiamo da Rosati e mangiamo un tramezzino e una spremuta’. Mio figlio era entusiasta. Io conoscevo Rosati per esserci stata più di una volta con mio marito, sempre al tavolo.
Perciò ci sediamo nella sala interna e ordiniamo due tramezzini e due spremute. Senza tovaglietta né altro, ci vengono serviti i toast su un solo piattino e due tovagliolini di carta. Per la modica cifra di 52,37 euro. Se non è furto questo… Con 8 euro solo per il servizio…. Quale?”
(da Fanpage)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
(Le risposte sono state elaborate con l’aiuto di Stefano Ceccanti, professore ordinario di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma)
La decisione della Corte costituzionale stabilisce l’incostituzionalità della legge sull’Autonomia differenziata?
No. Tuttavia scardina diverse modalità individuate dalla legge per applicarla. Cioè ci dice autonomia sì, ma decisamente non così
Quali sono gli aspetti principali ritenuti non in linea con la Carta?
La Corte avanza due preoccupazioni principali. La prima è nel rapporto tra Regioni: un’autonomia mal congegnata può aumentare i divari. La seconda è il possibile svuotamento del Parlamento a favore di un negoziato blindato tra esecutivi. Mette in discussione anche che sia impedito al Parlamento di emendare i testi e le modalità di costruzione dei livelli essenziali di prestazione.
A questo punto il referendum popolare promosso da Cgil, diverse associazioni e da tutte le forze politiche di opposizione, è superato?
Sulla base della sentenza della Corte costituzionale, dovrà esprimersi la Cassazione in dialogo con i promotori. I quesiti referendari, però, sembrano superati: i punti maggiormente contestati sono stati direttamente o indirettamente colpiti dalla Consulta. Sono cambiati i principi ispiratori della legge su cui era stato richiesto il referendum. Ma prima del deposito della sentenza definitiva, in particolare delle parti in cui vengono formulate interpretazioni per rendere costituzionale la legge, non si può in astratto escludere del tutto che il referendum possa ancora tenersi.
Il Parlamento dovrà intervenire per colmare i vuoti lasciati dall’incostituzionalità di alcune norme?
Sì, il comunicato della Corte lo dice esplicitamente.
In che tempi?
In teoria rapidi, subito dopo la pubblicazione della sentenza. Tuttavia ci sono diversi precedenti di interventi sollecitati dalla Corte costituzionale rimasti a lungo senza seguito.
Intanto, alla luce di questa decisione della Consulta, si fermerà la trattativa avviata tra Stato e alcune Regioni che avevano già avanzato la richiesta di delegare alcune materie?
Dal solo comunicato non si capisce in modo univoco se la legge sia ancora autoapplicativa oppure paralizzata. Forse il governo opterà per una pausa per capire meglio l’impatto della decisione dei giudici costituzionali sulla normativa.
La Corte costituzionale si esprime riguardo al rischio, paventato dai promotori del referendum popolare, che l’Autonomia differenziata ampli il divario tra l’offerta di servizi pubblici di una Regione rispetto a un’altra?
Considerando che i divari possono anche crescere a prescindere dall’Autonomia differenziata, anche per cattive gestioni centralistiche, la Corte si è posta in effetti il problema: da qui l’attenzione a come si debbono costruire i Lep e a non aggirarli.
La Corte dice che il legislatore può anche ritenere che una certa materia non abbia bisogno dei Lep. Se però decide questo, il modo concreto con cui si trasferisce quella competenza non potrà poi incidere sui diritti. Si tratterà quindi di trasferimenti molto circoscritti dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
“VA ABBANDONATA PERCHÉ CIÒ CHE NON È STATO BOCCIATO RISULTERÀ INAPPLICABILE”…”LA CORTE COSTITUZIONALE HA FATTO A FETTINE LA LEGGE CALDEROLI. È L’IMPIANTO COMPLESSIVO, LA FILOSOFIA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA CHE VA RIMOSSA”
“La riforma dell’autonomia differenziata va abbandonata”, anche perché ciò “che non è
stato bocciato dalla Consulta risulterà inapplicabile”. Lo afferma in un’intervista a Repubblica Gaetano Azzariti, professore ordinario di diritto costituzionale all’università La Sapienza, commentando la sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittime alcune disposizioni della legge sull’autonomia.
“La Consulta ha fatto a fettine la legge Calderoli, non solo ha smontato l’impianto, ma sembrerebbe, leggendo il comunicato – prosegue -, che anche la parte residua del testo risulterà del tutto inapplicabile”. Secondo Azzariti “è l’impianto complessivo, la filosofia direi, non solo di questa legge ma dell’autonomia differenziata così come è stata concepita che va rimossa – precisa -. È la logica dell’appropriazione di intere materie e funzioni a scapito delle altre regioni che deve essere abbandonata, per tornare a pensare a come garantire l’unità della Repubblica”.
“L’autonomia differenziata così come è stata proposta non si può fare – conclude -. Se può consolare questo governo non è l’unico responsabile: questa sentenza smentisce l’intero percorso iniziato con il governo Gentiloni, quando furono adottate le prime bozze di intesa”.
(da a Repubblica)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
NEL 2017 PETE HEGSETH, SEGRETARIO ALLA DIFESA IN PECTORE, È STATO COINVOLTO IN UN’INDAGINE SU UNA AGGRESSIONE SESSUALE… BEN PIÙ GRAVI LE ACCUSE SU MATT GAETZ, POSSIBILE MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: IL CONGRESSO HA APERTO UN’INCHIESTA SUI SUOI RAPPORTI SESSUALI CON UNA RAGAZZA MINORENNE
Pete Hegseth, scelto da Trump come segretario alla Difesa, è stato coinvolto in un’indagine della polizia su una presunta aggressione sessuale avvenuta nel 2017: lo riporta la Cnn. Un portavoce del governo della città di Monterey, California, ha affermato che la polizia aveva indagato su “una presunta aggressione sessuale” che coinvolgeva Hegseth, conduttore di Fox News.
La presunta aggressione è avvenuta l’8 ottobre 2017, all’Hyatt Regency Monterey Hotel and Spa ed è stata denunciata quattro giorni dopo. “Il signor Hegseth ha negato con forza ogni accusa”, ha affermato il direttore delle comunicazioni di Trump Steven Cheung
La donna che è stata al centro di un’indagine del Dipartimento di Giustizia durata anni sulle accuse di traffico sessuale nei confronti del deputato Matt Gaetz ha testimoniato alla Commissione etica della Camera che l’ex deputato della Florida ha avuto rapporti sessuali con lei quando aveva 17 anni.
Il presidente eletto Donald Trump ha annunciato mercoledì che Gaetz è stato scelto come procuratore generale, supervisionando lo stesso ramo del governo che in precedenza aveva condotto la propria indagine su di lui, conclusasi l’anno scorso senza che venissero mosse accuse.
Gaetz si è dimesso dall’incarico dopo l’annuncio di Trump. Le fonti hanno riferito che la commissione etica della Camera era nelle fasi finali dell’indagine e hanno aggiunto che la commissione si stava preparando a riunirsi questa settimana per decidere se pubblicare un rapporto finale sulla questione.
Durante l’estate, il Comitato etico della Camera ha citato in giudizio la donna al centro dell’indagine – che ora ha vent’anni – e lei si è sottoposta a diversi giorni di testimonianza in cui ha dichiarato che Gaetz ha fatto sesso con lei quando era minorenne al liceo, hanno detto fonti vicine all’indagine
Il Dipartimento di Giustizia ha trascorso anni a indagare sulle accuse contro Gaetz, comprese le accuse di ostruzione della giustizia, prima di informare Gaetz l’anno scorso che non avrebbe sporto denuncia.
Gaetz ha a lungo negato qualsiasi illecito legato alla ricerca del Dipartimento di giustizia. A settembre ha rilasciato una risposta dettagliata alle domande inviategli dalla Commissione etica della Camera, che sta indagando su presunti abusi sessuali e sull’uso di droghe illecite, ribadendo la sua negazione delle accuse.
L’accusa della donna nei confronti di Gaetz è entrata a far parte dell’indagine in seguito alle affermazioni di Greenberg, un ex amico di Gaetz che sta attualmente scontando una pena detentiva di 11 anni dopo aver raggiunto un accordo con gli inquirenti nel maggio 2021 in cui si è dichiarato colpevole di molteplici reati federali, tra cui il traffico sessuale della donna quando era minorenne e l’averle presentato altri “uomini adulti” che hanno fatto sesso con lei quando era minorenne.
Secondo il patteggiamento di Greenberg, la donna, che ABC News non identifica, ha conosciuto Greenberg online nel 2017 e ha iniziato a incontrarlo in hotel e case nel Distretto Medio della Florida, dove lui “ha presentato la minore ad altri uomini adulti, che si sono impegnati in atti sessuali a pagamento con la Minore”, dicono i documenti del tribunale.
All’epoca, la minorenne “si pubblicizzava come adulta” sul sito web in cui aveva incontrato Greenberg – e secondo il suo accordo di patteggiamento, egli riconosce di aver “agito ignorando il fatto che la minorenne aveva meno di 18 anni quando ha compiuto atti sessuali a scopo di lucro” e di aver avuto una “ragionevole opportunità di osservare” che era minorenne.
Nel corso dell’indagine, la Commissione etica della Camera ha intervistato almeno una mezza dozzina di donne che avrebbero partecipato a feste in cui era presente anche il deputato della Florida e che sarebbero state pagate da Greenberg, un tempo amico intimo di Gaetz, hanno riferito le fonti alla ABC News. Secondo le fonti, alcune delle testimoni erano state citate in giudizio dalla commissione, mentre altre hanno accettato di collaborare.
Il Comitato etico della Camera ha anche citato a testimoniare l’ex fidanzata di Gaetz, che si è sottoposta a un’intervista all’inizio dell’anno, secondo le fonti. L’ex fidanzata aveva già testimoniato di fronte a un gran giurì nell’ambito dell’inchiesta sul traffico sessuale, come aveva riferito in precedenza ABC News.
Gaetz ha a lungo negato tutte le accuse, compresa quella di aver pagato per il sesso, e in precedenza le ha respinte affermando che “qualcuno sta cercando di ricategorizzare la mia generosità verso le ex fidanzate come qualcosa di più disdicevole”.
All’inizio dell’anno la commissione ha richiesto al Dipartimento di Giustizia i documenti relativi alla sua indagine sul deputato della Florida, hanno detto le fonti. Non è chiaro se tali documenti siano stati consegnati.
Tuttavia, la commissione ha ottenuto alcuni documenti di Venmo da Gaetz dopo aver inviato alla società un mandato di comparizione, hanno riferito le fonti alla ABC News. Durante l’indagine del Dipartimento di Giustizia su Gaetz, i resoconti pubblici, compresi quelli del Daily Beast, si sono concentrati in gran parte sui dati Venmo di Greenberg, che, secondo il suo accordo di patteggiamento, ha usato il suo conto per “pagare atti sessuali commerciali” con donne che ha presentato anche ad altri.
(da ilfattoquotidiano.it)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
FITTO DOVREBBE VERGOGNARSI A CITARE DE GASPERI
Curiosa la sorte del sostantivo/aggettivo “democristiano”. Taluni storici hanno definito la
Dc «partito italiano» o «partito della nazione»; nel tempo immediatamente successivo al suo scioglimento si affermò un giudizio sbrigativo e liquidatorio che assegnò a quel termine il significato di furbastro, inaffidabile, tartufesco; con gli anni, giustamente, prese corpo un giudizio più equanime e articolato che riconosceva i meriti storici della Dc senza rimuovere le sue contraddizioni e i suoi limiti, le sue luci e le sue ombre.
L’opzione europeista
Ho l’impressione che l’audizione dell’ex democristiano Raffaele Fitto all’Europarlamento, decisamente imbarazzante, concorra a fare risorgere quel significato poco lusinghiero verso la Dc. Semmai appesantendolo ingiustamente.
Perché la Dc, pur nei suoi alti e bassi, su due punti, va riconosciuto, ha sempre tenuto: l’opzione europeista intestata ad Alcide De Gasperi e ai suoi eredi.
Ora Fitto si richiama a De Gasperi, ma lui, in passato Dc, è tuttora iscritto al partito erede del Msi; un partito che, solo un paio di mesi fa, ha votato contro il bis al mandato di Ursula von der Leyen e ora pretende che a un suo esponente sia assegnata una vicepresidenza; Fitto si astenne sul Pnnr, poi lo gestì da ministro a ciò dedicato in Italia e ora ci informa che oggi invece lo voterebbe; designato da Meloni, con enfasi si smarca dal suo partito e persino dall’Italia politica per autoproporsi come rappresentante della intera Europa. Con un tale funambolismo, come pretendere che la sua “democristianeria” non sia interpretata nell’accezione meno lusinghiera e cioè come ignavia, camaleontismo, inaffidabilità?
La sfrontatezza di Meloni
Ma, ancor più di Fitto, si mostra sfrontata Meloni. Che, dopo aver votato contro il secondo mandato alla presidente della Commissione Ue, pretende una vicepresidenza e, di più, osa bollare come antiitaliana la delegazione Pd che, doverosamente, chiede un minimo di coerenza con la maggioranza politica che le ha conferito il mandato alla Commissione.
Semmai sorprende che, dentro la suddetta delegazione Pd all’Europarlamento, vi sia chi si contenta dell’asserito profilo democristiano di Fitto. Separando la persona dalla sua attuale ascrizione politica. Come se non si trattasse di politica.
Sorprende, dicevo, tre volte: sia perché, come accennato, la tradizione Dc sull’europeismo e sull’argine a destra non ha mai derogato; sia perché i veri europeisti scommettono sulla caratura politica della Commissione (il più politico dei tre principali organi Ue, oltre a Consiglio e Parlamento) e dunque sulla maggioranza politica che la esprime, cui è estranea FdI; sia infine perché, al tempo della Dc e, in genere della Prima repubblica, i partiti erano una cosa seria e dunque era inconcepibile usarli come taxi. E dunque non si passava dalla Dc all’estrema destra senza essere sanzionati politicamente, cioè giocandosi la propria credibilità.
Non so come si chiuderà la partita, non escludo che, considerate le molteplici variabili e l’esigenza di non reiterare l’insediamento della Commissione, si possa sbloccare l’impasse con una mediazione. Quel che non si può accettare è fingere di non avere inteso le piroette di Fitto e, a monte, di Meloni. Non senza un eccesso di tatticismo della stessa von der Leyen.
(da editorialedomani.it)
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Novembre 15th, 2024 Riccardo Fucile
“ORMAI E’ UNA SCATOLA VUOTA, L’INTERVENTO DELLA CONSULTA TOCCA I PRINCIPI FONDAMENTALI”
“La legge Calderoli è uno zombie. Resta in piedi, ma è una scatola vuota”. E il peggio potrebbe arrivare col referendum abrogativo, non del tutto superato dalla decisione della Corte costituzionale (ma di questo si occuperà la Cassazione). Michele Ainis, costituzionalista tra i più noti e professore emerito all’Università Roma Tre, premette che per valutazioni definitive sul ddl Autonomia bisognerà leggere la sentenza della Consulta, ma la nota diffusa dalla Corte costituzionale contiene già alcune indicazioni definitive.
Professor Ainis, come ne esce la legge Calderoli? La Lega esulta, le opposizioni pure.
La Corte ha reso la legge sull’autonomia uno zombie: formalmente è viva, ma non può più operare, è stata amputata di parti senza le quali non può essere operativa. La legge è una scatola vuota, così com’è non funziona.
Quindi, due strade: o il Parlamento corregge gli errori o il referendum la seppellisce del tutto.
La Corte spiega che cosa non va in questa legge. Sulla base di questo – e sarà necessario leggere bene la sentenza – e secondo i principi che la Consulta ha messo in chiaro, sta al Parlamento intervenire, se lo ritiene, per correggere le storture.
I referendum restano in piedi?
Di solito funziona così: nel caso in cui, dopo aver raccolto le firme per un referendum, il Parlamento interviene modificando la legge oggetto del quesito, allora la Cassazione procede con un ulteriore esame per verificare se, con le modifiche apportate, il referendum resta valido. Se il Parlamento cambia una virgola della legge, per intenderci, è ovvio che non cambia nulla. In questo caso non interviene il Parlamento, ma la Consulta. Ma sarà necessario lo stesso passaggio, al netto poi di eventuali decisioni politiche dei promotori. Io credo che almeno il quesito che abroga la legge per intero possa restare in piedi, mentre per quelli parziali la sentenza aiuterà a farsi un’idea.
Su che cosa dovrebbe intervenire il Parlamento?
L’intervento della Consulta non è da poco, tocca i principi fondamentali. Alla base della decisione c’è il concetto dell’interpretazione sistematica delle norme, e in particolare dell’articolo 116 della Costituzione, quello che consente il trasferimento di alcune competenze. Lo consente, ma non è un liberi tutti.
Si è esagerato?
La sentenza credo operi una interpretazione rescrittiva di quell’articolo 116, che descrive un’eccezione rispetto a una regola. L’eccezione garantita dalla Costituzione è che esistono delle competenze che possono essere trasferite, ma la legge Calderoli trasformava l’eccezione in regola, con intere materie trasferite in blocco. La Consulta invita a stare attenti su questo: l’articolo 116 va interpretato in modo sistemico, ovvero tenendo conto del sistema costituzionale di cui fa parte. Puoi trasferire alcune funzioni alle Regioni, ma sempre tenendo conto alcuni principi come la sussidiarietà, l’uguaglianza, l’unità della Repubblica, eccetera.
Concetti che stridono con l’attuale iter di determinazione dei Lep, per esempio.
Si tratta di fare ordine nel sistema delle fonti. Non si possono determinare i Lep con un Dpcm. Le leggi sono fatte dal Parlamento, i Dpcm no. Non ci può essere un esproprio del ruolo del Parlamento, scavalcato con deleghe in bianco al governo e con atti ministeriali o della Presidenza del Consiglio.
(da ilfattoquotidiano.it)
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