CAOS TRASPORTI, PROCESSO AI CAMIONISTI
DOPPIA INTERVISTA: ALLA PIU’ GRANDE ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA, CONTRARIA AI BLOCCHI, E A QUELLA CHE HA SCATENATO LA PROTESTA
Autostrade chiuse, code chilometriche, automobilisti intrappolati per ore nella tenaglia del traffico. L’Italia è spaccata in due, ma perchè?
Cosa vogliono i camionisti che hanno paralizzato la mobilità ?
E perchè non tutte le associazioni hanno aderito alla protesta?
Per capire le posizioni in campo siamo andati ad intervistare chi ha organizzato i blocchi stradali di oggi – Maurizio Longo Segretario Generale Trasporto Unito – che sostiene come “la massiccia adesione dimostra che abbiamo interpretato bene il sentimento degli autotrasportatori”.
La goccia ha ha fatto traboccare il vaso della protesta “Senza dubbio l’impennata delle accise, del prezzo del gasolio. E’ stata una cosa folle. Sono soldi che non abbiamo da dare”.
E poi abbiamo intervistato Francesco Del Boca presidente Unatras la federazione che raccoglie le principali associazioni dell’autotrasporto, e che non ha aderito allo sciopero contestando i blocchi.
“Sono una minoranza – spiega Del Boca – ma sono riusciti a bloccare una decina di zone strategiche. Se vuole sapere la mia opinione ho l’impressione che si tratti di squadre specializzate che si spostano velocemente da un luogo all’altro per paralizzare la viabilità . Sono molto organizzati ma stanno giocando sulla pelle della gente che si ferma. Vogliono far capire che così risolveranno i loro problemi ma non è vero. Noi abbiamo portato a casa cose i importanti”.
Blocchi stradali: “Li abbiamo organizzati noi e abbiamo visto giusto”
Parla Maurizio Longo Segretario Generale Trasporto Unito
“I blocchi stradali di oggi? Li abbiamo promossi noi e la massiccia adesione dimostra che abbiamo interpretato bene il sentimento degli autotrasportatori”.
Maurizio Longo Segretario Generale Trasporto Unito risponde dalle barricate.
“Il nostro – spiega – non è un settore normale, parliamo di un settore che è indebitato. Fortemente indebitato”.
La piazza vi dà ragione?
“La risposta è arrivata forte dal settore delle imprese, a dimostrazione del fatto che non ci inventiamo nulla”.
Cosa rivendicate di preciso?
“Noi abbiamo avanzato proposte concrete che riguardano i costi di produzione dei servizi, quelli del gasolio, quelli dei pedaggi, delle assicurazioni e di altri costi che stritolano il nostro settore. Certo, è vero che sulla carta abbiamo un pacchetto di norme favorevoli, ma è anche vero che queste norme sono scritte male e quindi, di fatto, inapplicabili”.
Tipo?
“Le faccio un esempio: la norma che prevede il corrispettivo dei trasporti sia pagato a 60 giorni, ma per alcuni cavilli legali si mantiene un pagamento medio (dico medio!) di 120 giorni. E già siamo comunque alla follia perchè normalmente in altri Paesi i servizi al trasporto vengono pagati in anticipo. Vuole qualche altro esempio? Prenda il tema della tariffa dei costi minimi di sicurezza, che prevede che al di sotto di una certa cifra le imprese non possono lavorare.Bene, questa norma è inapplicata nel 99% dei casi perchè ci sono una serie infinita di modi per aggirarla”.
Se dovesse parlare ad un automobilista che oggi è rimasto bloccato per 4 ore in macchina per le vostre proteste, cosa gli direbbe?
“Le imprese sono ad un passo dal baratro. E molte ci sono già finite dentro. I dati parlano chiaro: negli ultimi sei anno sono fallite 63 mila imprese del mondo dell’autotrasporto. Insomma siamo sotto pressione su tutto, in grande disagio. E viviamo sulla nostra pelle la concorrenza degli stranieri, senza regole e senza controlli”.
Torniamo allo sciopero e ai blocchi: qual è stata l’adesione secondo voi?
“In alcune realtà l’adesione è al 100% in altre 60%. Anche qualcosa meno, ma stanno crescendo assemblee spontanee ovunque. La situazione è in continua evoluzione. Noi siamo un’associazione giovane, siamo nati tre anni fa, abbiamo circa 7000 iscritti, ma mi piace evidenziare che siamo talmente nei guai che l’impresa che oggi ha deciso di fermarsi risparmia soldi”.
Domanda facile: allora perchè non smettete di lavorare e basta?
“Si, ha ragione, ma molte aziende in questo settore sono oberate da debiti e hanno una forte esposizione con le banche. Tornare indietro è impossibile”.
Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’aumento più odioso e che ha fatto scattare la rivolta e i blocchi?
“Senza dubbio l’impennata delle accise, del prezzo del gasolio. E’ stata una cosa folle. Sono soldi che non abbiamo da dare”.
“Camionisti strumentalizzati, una protesta davvero inutile”
Parla Francesco Del Boca presidente Unatras che raccoglie le principali associazioni dell’autotrasporto, contrario a queste proteste.
La federazione che raccoglie le principali associazioni dell’autotrasporto, la Unatras che rappresenta l’85% del settore e ha 90 mila aderenti, non ha aderito allo sciopero di oggi, ma il caos è stato totale. Possibile? Come si è arrivati a paralizzare l’Italia?
“Sono una minoranza – spiega Francesco Del Boca presidente Unatras – ma sono riusciti a bloccare una decina di zone strategiche. Se vuole sapere la mia opinione ho l’impressione che si tratti di squadre specializzate che si spostano velocemente da un luogo all’altro per paralizzare la viabilità . Sono molto organizzati ma stanno giocando sulla pelle della gente che si ferma. Vogliono far capire che così risolveranno i loro problemi ma non è vero. Noi abbiamo portato a casa cose i importanti”.
Anche voi avevate annunciato una grande mobilitazione, ma poi siete tornati sui vostri passi soddisfatti delle promesse del governo. Ci spieghi allora quello che gli altri camionisti in strada non hanno capito.
“Si, noi avevamo dichiarato di voler fare sciopero, poi abbiamo deciso di sospenderlo, perchè alcune richieste sono state ricevute subito dal governo, altre sono in dirittura d’arrivo. Abbiamo trovato una grande disponibilità : nello specifico il governo ha riconosciuto la necessità di mantenere i fondi per l’autotrasporto, i costi della sicurezza, la trimestralizzazione sulle accise dei carburanti, hanno accettai poi di rivedere profondamente la normativa sui divieti di circolazione (che potrebbero addirittura diminuire di 30 giorni). Per questo abbiamo sospeso lo sciopero annunciato”.
Non le faccio nessuna domanda, si rivolga lei direttamente ai camionisti che stanno bloccando l’Italia.
“Io sono solidale con alcuni di loro, con chi ha grandi problemi, ma la restituzione della accise trimestrali va nella direzione giusta. Quindi pur comprendendo le loro ragioni dopo l’incontro con il governo e la disponibilità ad accettare in toto tutta la nostra piattaforma di rivendicazioni, devo dire che questa protesta sia un po’ strumentalizzata da chi li ha organizzati”.
Però anche loro sono camionisti. Non pensa che questa loro dura protesta possa ostacolare la vostra trattativa?
“Noi abbiamo fatto capire al governo in tutti i modi che non condividiamo questo tipo di protesta. Fra l’altro, ripeto, sono pochi i posti in Italia dove ci sono questi blocchi. Blocchi peraltro illegali”.
Torniamo ai camionisti in strada. Come è possibile che si possano far strumentalizzare su una cosa così importante?
“Penso che fra i camionisti ai blocchi stradali ci sia molta disinformazione, non vorrei usare parole grosse ma penso a volte che siano stati usati. Chi lavora e viaggia non ha tempo di informarsi. E magari non sa nemmeno quali sono stati i risultati del nostro accordo”
Che succede ora?
“Disagi a tutti i cittadini, risultati per queste associazioni zero. Ripeto, è fondamentale riuscire a spiegare a questi camionisto cosa sta succedendo davvero, qual è la realtà della protesta e quali sono stati gli accordi fra il governo e Unatras”.
Deve ammettere però che siamo al disastro: se perfino i camionisti non sanno perchè sono in strada a bloccare il traffico si figuri gli automobilisti che rimangono intrappolati in questi maxi ingorghi. Così è onestamente difficile avere la solidarietà di chi è al di fuori del vostro mondo.
“Raccontando cose non vere si può perfino arrivare ad avere la solidarietà dei cittadino, ma le ripeto, oggi rispetto ad un mese fa – quando anche noi avevamo proclamato il maxi sciopero – la situazione è molto cambiata. I blocchi stradali li avevamo annunciati noi. Poi il governo ci è venuto incontro e abbiamo deciso di rimuovere la lotta sindacale. Queste proteste non hanno senso”.
Vincenzo Borgomeo
(da “La Repubblica”)
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