A SOSTEGNO DI MONTI ARRIVANO I WEB ALFIERI
SI INIZIA CON TESTIMONI, SI DIVENTA ARTEFICI, SI PUO’ ARRIVARE A DIVENTARE ALFIERI E PORTABANDIERA: QUESTA LA TRAFILA PER DIVENTARE “PALADINO” DI MONTI
Neanche Grillo ha fatto mai qualcosa del genere!”.
Nel quartier generale della lista civica per Mario Monti, l’euforia è alle stelle.
Dicono che in due giorni 12mila persone hanno cliccato su peragendamonti.it, che ci sono già 200 proposte, 300 commenti e 600 voti.
E la campagna elettorale su Internet è appena cominciata.
A Grillo non è venuto in mente, a Berlusconi invece sì. Ma i suoi ‘promotori della libertà ‘, il salto di carriera potevano farlo solo a campagna elettorale finita.
Qui invece la corsa parte da lontano.
Si inizia come “Testimoni“, si diventa “Artefici“, si può arrivare a diventare “Alfieri” e perfino “Portabandiera“.
È questa la trafila per diventare paladino della “montietà ”: da uomo senza bocca e con le mani legate “stufo di stare a guardare” fino alla salita in politica: “Libera le tue energie”.
Funziona così.
Chi vuole contribuire alla nascita della ‘Terza Repubblica’ si iscrive al sito: nome, cognome, e-mail.
Basta questo per diventare un “Testimone”, che potrà votare e commentare le proposte altrui.
L’obiettivo però è partecipare o, come dicono loro, “metterci le mani e la testa”.
Si fa in fretta: alla prima proposta si è già “Artefice”.
Se poi quella proposta la leggono in 200 e viene votata da 50, l’insegna cambia: “Alfiere”.
Giusto per impratichirsi con le questioni future, anche fondare un gruppo e trovare 20 persone vale lo stesso titolo. Come alla Camera.
Tanti piccoli capigruppo crescono: gli “Alfieri” hanno già il potere di “organizzare eventi e incontri sul territorio”. Per adesso, a spese loro.
Ma quelli sono solo incontri informali. Gli eventi ufficiali possono intestarseli solo i “Portabandiera”.
E per diventarlo, bisogna che la propria proposta venga letta da almeno 500 persone e votata da 251. Se si fonda un gruppo servono 100 adesioni. Se si fa un incontro devo partecipare almeno in 200.
Dietro la campagna ci sono Stefano Ceci, Andrea Romano e Carlo Toscan, tutti e tre della montezemoliana Italia Futura.
Hanno registrato tutte le declinazioni possibili dell’agenda del professore (a parte il più semplice agendamonti.it, che si è aggiudicato Aldo Torchiaro, portavoce di Oscar Giannino e di “Fermare il declino”).
E mentre il sito ufficiale del premier (www.agenda-monti.it  by Betty Olivi) funziona come vetrina, piuttosto scarna, dei discorsi di super Mario, qui l’interazione è al primo punto.
Via Twitter Monti ha avvertito i giornalisti della conferenza stampa in cui ha annunciato la candidatura. Con questo nuovo sito comincia ad assemblare la rete che potrebbe riportarlo a palazzo Chigi.
Prima però, i paladini della montietà devono vedersela con la raccolta firme per presentare liste alla Camera.
Ne servono solo 30mila ma il tempo è pochissimo. Per questo su puoicontarci.org sono partite le “pre-firme”: si dà la propria disponibilità a firmare e poi si viene avvertiti su dov’è il banchetto più vicino.
Monti nel frattempo si allena a a fare il candidato.
Stamattina è ospite di Radio anch’io, ieri invece ha diffuso i dati dell’analisi di un anno di governo: dallo spread ai tagli ai costi della politica, tutto quello che i tecnici hanno fatto o avrebbero voluto fare se non ci fosse stata la politica a mettersi di traverso.
Ma ormai il muro è saltato.
E Monti è nel mirino come gli altri. “Ha trasformato l’ufficio stampa di palazzo Chigi nell’ufficio propaganda della sua campagna elettorale”, lo accusa la Pdl Annamaria Bernini.
Paola Zanca
(da “il Fatto Quotidiano“)
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