“ABBIAMO DATO I SOLDI AI TESTA?”: IN UNA INTERCETTAZIONE TOTI PARLA DEI DUE FRATELLI FORZISTI MAURIZIO E ARTURO ACCUSATI DI MAFIA
LA “PUPILLA” DEL GOVERNATORE, LA DEPUTATA ILARIA CAVO, AI PM HA DETTO DI “RISPONDERE DI QUELLO CHE HO FATTO E DETTO”, NON DELLE PROMESSE ELETTORALI DI TOTI CHE AVREBBE CHIESTO A UNO DEI FRATELLI TESTA “FAMMI DARE UN PO’ DI VOTI AD ILARIA” IN CAMBIO DI POSTI DI LAVORO
Se ne parlava. Lo sapeva il consigliere comunale Umberto Lo Grasso, quando avvertiva i fratelli Maurizio e Arturo Testa dell’indagine in corso: «Non parlate al telefono, non fate nomi…». Lo ripeteva anche Aldo Spinelli quando riceveva i suoi ospiti sullo yacht ormeggiato alla Fiera del Mare, e li obbligava a lasciare i cellulari fuori dalle cabine.
Per la Procura di Genova, l’esistenza di una talpa che avrebbe rivelato il segreto istruttorio nell’indagine sulla tangentopoli ligure è un altro fascicolo su cui indagare. Un’appendice inquietante alla maxi inchiesta sulla corruzione elettorale e il voto di scambio che ha travolto il presidente della Regione Giovanni Toti.
Il filone, al momento contro ignoti, coinvolge Lo Grasso (ex Pd passato alla Lista Toti), che invece è indagato per favoreggiamento nel fascicolo principale. Secondo la Guardia di Finanza, è lui l’uomo con il cappellino e la felpa scura che avvicina i fratelli Testa, capisaldi locali di Forza Italia in provincia di Bergamo, accusati di voto di scambio con l’aggravante mafiosa. I due gemelli, ora con l’obbligo di dimora, alla vigilia delle Regionali del 2020 arrivano a Genova per incontrare la comunità originaria di Riesi, presente nel quartiere genovese di Certosa con circa 7.000 abitanti.
Devono cercare di dirottare una fetta di voti sui candidati totiani Stefano Anzalone (indagato), Lilli Lauro e Ilaria Cavo, attuale parlamentare. Lo Grasso e i Testa sono ascoltati dagli investigatori, grazie ai trojan installati sui telefonini. E il consigliere comunale dice: «C’è un’indagine in corso, state attenti… non parlate al telefono».
Chi ha avvisato Lo Grasso? Fonti investigative ricordano il passato da poliziotto di Anzalone, che potrebbe ancora avere agganci con gli ambienti giudiziari. Tant’è che i pm Federico Manotti e Luca Monteverde sarebbero intenzionati a sentire sia lui che Lo Grasso. Anche se l’altra ipotesi che si fa strada è che il consigliere abbia solo millantato di sapere. Proprio per levarsi di torno i due gemelli con la scusa di un’inchiesta.
Toti: “Abbiamo pagato i riesini?”
Maurizio Testa, interrogato ieri dal gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Arturo ai cronisti ha risposto: «Noi facciamo campagne elettorali, io non ho promesso nulla o fatto favori ai riesini».
Parole che stonano con le intercettazioni agli atti. Soprattutto a proposito di una riunione elettorale in cui Toti invocava: «E i riesini?… i fratelli Testa!». Suscitando sconcerto nel suo capo di gabinetto Matteo Cozzani: «Quelli mi squartano». A “quelli”, però, si chiedeva Toti, «non gli abbiamo dato i soldi?».
L’interrogatorio di Ilaria Cavo
Intanto la pupilla del governatore, la deputata Ilaria Cavo (Noi Moderati) se non prende le distanze dal presidente, quantomeno lo fa nei confronti dell’operato di questo, che avrebbe chiesto a uno dei fratelli Testa «fammi dare un po’ di voti ad Ilaria». In cambio di posti di lavoro.
Ma lei di quelle promesse si limita a dire «che sono oggetto di un capo di imputazione e di un interrogatorio reso in Procura». Al pm avrebbe detto di «rispondere di quello che ho fatto e detto», non delle promesse elettorali di Toti. A palazzo di giustizia è arrivata da persona informata sui fatti. Così è uscita.
(da La Repubblica)
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