AGRIGENTO, IL MIRACOLO DI MATTARELLA
STRADE ASFALTATE COI FONDI STANZIATI CINQUE GIORNI FA
Fuoco, terra, aria e acqua. Troppa acqua. I 4 elementi del progetto che hanno portato Agrigento a vincere il titolo di Capitale della Cultura 2025 sembrano prendersi beffa della città proprio alla vigilia della giornata più attesa: l’inaugurazione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nella giornata climatica più critica con nubifragi in tutta la provincia e vento forte, con una allerta rossa che ha fatto chiudere scuole e cimiteri, gli operai hanno incessantemente lavorato per rendere splendente la città, asfaltando ogni via che verrà percorsa dal presidente questa mattina, prima di raggiungere il teatro Pirandello, dove alle 10, metaforicamente, verrà tagliato il nastro.
Lo chiamano il “miracolo di Mattarella”, ma arriva in ritardo: se da due anni si conosce già il nome della città vincitrice, i lavori per asfaltare la Città dei templi cominciano a due giorni dall’evento. Le strade della città vengono così asfaltate, senza essere raschiate in precedenza, in fretta e furia, nonostante le condizioni climatiche avverse.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha assicurato che i lavori sulla viabilità, i cui fondi (mezzo milione di euro) sono stati stanziati appena 5 giorni fa, sarebbero terminati ieri sera. Ma se il tempo meteorologico non può essere fermato, quello cronologico era l’unico elemento gestibile, ma così non è stato.
Il ritardo nelle scelte di programmi e organizzazione di un evento storico è stata la costante di un progetto che dovrebbe rappresentare una rinascita per la terra che ha ispirato Pirandello, Camilleri, Sciascia e Tomasi di Lampedusa.
Gli agrigentini sperano che si ripeta ogni anno: le vie della città sono piene di buche, spesso transennate e dimenticate. Alcune strade, quelle più periferiche, sono colme di rifiuti: anche luoghi simbolo come i viadotti dedicati al giudice Rosario Livatino o all’altro giudice ucciso dalla mafia, Stefano Saetta, sono diventate discariche.
Tutto sparito: il miracolo di Mattarella, seppur in estremo ritardo, dà i suoi frutti, e mette all’opera una task force. Molti agrigentini sperano che il presidente passi anche sotto la loro abitazione, dove l’erba è così alta che agli incroci riduce la visibilità, o passi da San Leone, la zona balneare che si allaga a ogni pioggia, la stessa pioggia chiesta per mesi e arrivata nel giorno sbagliato.
(da ilfattoquotidiano.it)
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