ALBERTINI, IL VERO OSTACOLO ALL’ALLEANZA LEGA -PDL
FILO MONTIANO E LEGATO AL PPE, LA SUA CANDIDATURA SEGHEREBBE LE GAMBE A MARONI
Il problema è Albertini.
Sembra che siano solo propaganda a fini interni le parole di Maroni, che non intende allearsi con il Pdl se il candidato premier è Berlusconi.
Da Palazzo Grazioli fanno sapere che non è stata posta in questi termini la questione, o quantomeno non in maniera così netta.
Certo nel caso in cui Berlusconi, da qui alla Befana (quando dovranno essere presentate liste e candidature), si rendesse conto che la sua campagna contro «il grande imbroglio» non dovesse sortire grandi recuperi nei sondaggi, allora sarebbe lui per primo a gettare la spugna.
E magari a richiamare in servizio Angelino Alfano.
Ma questo si vedrà nelle prossime settimane.
Intanto c’è il passaggio stretto dell’alleanza con il Carroccio.
L’ostacolo è Albertini; la candidatura per la presidenza della Lombardia dell’eurodeputato ed ex sindaco di Milano, che si presenta come «il piccolo Monti» (la definizione è sua) è su una linea politica opposta a quella di Berlusconi e Maroni, ovvero tutta in chiave Ppe e in sintonia con la politica del Professore della Bocconi. Tra l’altro Albertini è tra coloro, come Frattini e Mauro, che stanno valutando di salutare il Pdl e dar vita a una lista di sostegno a Monti, qualora il premier decidesse di scendere in campo.
Ecco, ieri notte a Palazzo Grazioli, Maroni ha chiesto a Berlusconi di intervenire, di convincere Albertini a desistere dalla corsa lombarda: la sua candidatura viene vista come un ostacolo alla vittoria di Maroni perchè gli leverebbe una parte dei consensi tradizionalmente legati al centrodestra.
Sarà difficile per Berlusconi convincere Albertini, soprattutto adesso che ha preso la strada dell’assalto frontale alle politiche montiane.
Se non ci riuscirà , il Cavaliere rischia grosso, in gioco c’è il flop elettorale.
Se non dovesse agganciare la Lega nella battaglia politica nazionale, in cambio della cessione della Lombardia, perderebbe la possibilità di vincere il premio di maggioranza in una Regione decisiva per i futuri equilibri al Senato.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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