ALFANO ORA NON VUOLE INDAGATI IN LISTA ALLE PRIMARIE, MA FINO A IERI DOV’ERA?
NEL PDL TUTTI CONTRO TUTTI: LA MELONI SI ALLINEA, SBARBI SI RITIRA, SAMORI’ LO ATTACCA, PROTO LO MANDA A QUEL PAESE… E BERLUSCONI SI PREPARA AL COLPO DI SCENA
Se ci saranno indagati in lizza Alfano non si candiderà alle primarie del Pdl.
“Se ci sono loro non ci sono io”, ha assicurato.
Ma Berlusconi potrebbe sorprendere e spiazzare con un colpo di scena, annunciando la sua ridiscesa in campo alla guida di un soggetto politico nuovo di zecca.
Un’accelerazione che sarebbe maturata, viene spiegato, nelle ultime ore, proprio dopo lo ‘strappo’ di Alfano sulle primarie e l’assalto – così viene giudicato dal Cavaliere – degli ex An al partito che lui ha fondato.
C’è anche chi sostiene, dopo avergli parlato, che Berlusconi sarebbe tentato, complice anche la forte delusione se non rabbia, di infliggere il colpo mortale al Pdl ben prima del 16 dicembre.
Berlusconi rilancia.
Delle intenzioni dell’ex premier, confermano diverse fonti pidielline e non, Berlusconi non fa più mistero: ha confidato i suoi piani a molti dei suoi fedelissimi e anche ad alcuni big del partito. Non solo.
Berlusconi in persona lo lascia chiaramente intendere ai giornalisti che, davanti palazzo Grazioli, gli chiedono numi sull’annunciato dinosauro da estrarre dal cilindro e lui, con sorriso stampato sul volto, si mette di profilo, sfoggia la sua rinnovata silhouette, e chiede: “I dinosauri sono molto magri?”.
Insomma la pazienza di Berlusconi, viene spiegato, sarebbe esaurita.
Così come è tanta l’amarezza per quelli che il Cavaliere definisce senza remore dei ‘voltagabbana’.
Il riferimento non è solo ai colonnelli di via della Scrofa, ma anche a quei ex Forza Italia che per paura di non avere più un posto in Parlamento sono saliti di corsa sulla zattera alla deriva di ciò che rimane del Pdl anche a costo di ‘rinnegare’ Berlusconi.
Altra questione non di secondaria importanza i processi, Ruby in testa.
La convinzione di Berlusconi è che i pm politicizzati torneranno alla carica non appena annuncerà il suo ritorno in campo.
Ma poi, è il ragionamento fatto anche nelle ultime ore da Berlusconi è: “Non è che la situazione sia cambiata da quando non sono più a palazzo Chigi, quindi, torno”, pur rendendosi conto delle difficoltà , “e risollevo le sorti del centrodestra, perchè il Pdl” – è il refrain – “è già morto e non ha più chance”.
Lo strappo di Alfano.
L’affermazione di Alfano è arrivata dopo la notizia di ieri sul finanziere Alessandro Proto, candidato alle primarie, e indagato con le accuse di aggiotaggio e truffa.
Ma nel partito ha scatenato le polemiche.
Perchè Alfano ha così lanciato la sfida direttamente al Cavaliere.
“Bisogna chiedere scusa a Berlusconi per la dichiarazione di Alfano. Essere indagati non significa niente, questo è un attacco a Berlusconi, è un’affermazione di una gravità enorme”, ha detto Giampiero Samorì, candidato alle primarie.
Poco dopo la dichiarazione del segretario anche Vittorio Sgarbi, fondatore del Partito della Rivoluzione (costituito lo scorso luglio a Roma), ha ritirato la sua candidatura. “Sono disgustato dalle dichiarazioni del segretario del Pdl Alfano: ha stabilito condizioni che precluderebbero la competizione al fondatore del suo partito” ha detto.
A confermare invece la propria candidatura è stato proprio Proto: “Non me ne frega nulla di quello che dice Alfano”, ha detto il candidato. “Queste primarie sono una buffonata. Quando ho formalizzato che avevo raggiunto 10mila firme dopo un’ora c’era la notizia che ero indagato dovunque, dalle agenzie ai giornali. A questo punto – ha continuato Proto – mi auguro di essere indagato, così vedremo cosa fa Alfano. Il Pdl è un partito che non esiste più, è morto e mi candido per fare qualcosa di buono e di positivo. Non è ammissibile che il Pdl passi da Berlusconi ad Alfano. Alfano non può fare quelle dichiarazioni quando Berlusconi, unico leader, lo è (indagato, ndr)”.
Ma su Twitter il segretario del Pdl ha cercato di mitigare il clima. “Il presidente Berlusconi è stato ed è un perseguitato della giustizia. Siamo stati, siamo e saremo al suo fianco”, ha scritto precisando il suo attacco agli “indagati” che potrebbero correre nelle primarie del Pdl.
“Alle politiche saremo severissimi – ha aggiunto – ma non saranno i pm a scrivere le nostre liste. Siamo garantisti. Garantismo si, impunità no. Non tutti sono perseguitati”.
“Si tratta di aprire una fase nuova”, ha continuato a spiegare Alfano.
Poi “saranno gli italiani a decidere chi sarà il prossimo premier così come capita in tutti i Paesi occidentali. Vedremo cosa viene fuori dalle elezioni, è chiaro che noi avremo un nostro candidato”, ha continuato Alfano.
I candidati alle primarie del Pdl sono troppi? “Lo stabilirà la capacità che i ‘candidabili’ hanno di raccogliere le firme. Le primarie hanno mosso le acque e hanno dato grande grinta al nostro elettorato che nei territori era un po’ disanimato”.
Che tra i candidati non debbano esserci indagati è anche il parere di un’altra sfidante per le primarie, Giorgia Meloni: “Bene Alfano. Non mi candido neanche io se ci sono indagati in lista.
Domanda: il criterio varrà anche per le politiche?”, ha scritto su Twitter. Mara Carfagna, deputato Pdl e componente dell’Ufficio di presidenza: “Le primarie sono un passaggio irrinunciabile di quel percorso verso la pulizia del partito che ci chiedono a gran voce i nostri elettori e del quale tutti noi dirigenti del Pdl sentiamo l’esigenza da tempo”.
Nel frattempo Daniela Santanchè ha raccolto 15mila firme per la sua candidatura: “Non possiamo delegare alla magistratura la scelta dei candidati alle nostre primarie”, ha detto commentando le parole di Alfano.
“Fino a condanna definitiva – ha sottolineato Santanchè – si è innocenti. Questo principio vale per tutti e tanto più per un movimento come il nostro che ha fatto del garantismo una bandiera”.
(da “La Repubblica“)
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