ALLA CENA DEI PARLAMENTARI FINI CAMBIA STRATEGIA: “ORA BASTA CONTRAPPOSIZIONI, LAVORIAMO SUI CONTENUTI”
“VALUTEREMO DI VOLTA IN VOLTA, LA GENTE NON CAPIREBBE UNA OPPOSIZIONE PREGIUDIZIALE”…LO CONFORTA UN SONDAGGIO IPSOS: LA COALIZIONE DEL TERZO POLO SALE AL 20% CON FUTURO E LIBERTA’ AL 9,5%… DA SOLI INVECE I FINIANI AL 6%
Nella sala del Mappamondo – per decenni la stanza più magica di Montecitorio con i suoi libri secolari rigorosamente ordinati, ma da qualche tempo trasformata in uno dei tanti luoghi da convegni – il Presidente della Camera sta facendo l’elogio della stabilità : «Questa è una legislatura che può durare».
Gianfranco Fini lo dice davanti ai giornalisti parlamentari, radunati per il rito degli auguri e ai quali però si chiede di non fare domande, demandate al presidente dell’Asp Pierluca Terzulli.
Il messaggio «continuista» di Fini, in contrasto con recenti, impegnative profezie («Berlusconi non avrà la fiducia»), va collegato ad una successiva esternazione, quando Fini ha auspicato la modifica dell’attuale legge elettorale, perchè entrerebbe in conflitto con «una diversa configurazione del panorama politico».
Fuor di politichese, Fini vuole dire che se alle prossime elezioni si presentasse il Terzo Polo, allo schieramento vincente potrebbe bastare il 35-40% per conquistare il 55% dei seggi, configurando una truffa politica più seria di quella che si sarebbe consumata se fosse diventata operativa la famosa legge truffa del 1953.
Dunque, il Presidente della Camera fa capire che a lui non dispiacerebbe una legislatura che durasse fino alla scadenza naturale del 2013 e che considera strategica la prospettiva del cosiddetto Terzo Polo.
Fin qui il Fini pubblico.
Ma il Fini privato, quello che ha parlato in serata ad una cena di parlamentari futuristi, si è spinto molto più avanti, delinenando una vera e propria controsvolta, una sorta di «contrordine compagni».
Se fino al 14 Belusconi era il nemico numero uno, da abbattere con una mozione di sfiducia, ieri Fini ha detto: «Basta contrapposizioni Fini-Berlusconi, cerchiamo di lavorare sui contenuti e sulle proposte concrete», sul piano parlamentare, «davanti ad una maggioranza risicata e monca», «valuteremo di volta in volta», anche perchè «l’opinione pubblica non capirebbe una opposizione pregiudiziale».
Certo, Fini ha detto che il nuovo Polo «per il momento non è un partito e neppure un cartello elettorale», ma la linea soft con Berlusconi è la traduzione letterale di quanto già stabilito in un incontro precedente, assieme a Pier Ferdinando Casini.
Una linea nella quale l’Udc si ritroverà naturalmente, ma che per il Fli rappresenta un brusco cambio di marcia.
Da quel che si apprende dai partecipanti alla cena, Fini non avrebbe accompagnato questa svolta con passaggi autocritici, ma semmai avrebbe invitato i suoi parlamentari «a stare tutti un po’ zitti fino al 10 gennaio», «fate che siano gli altri a parlare».
E ancora: «Ho sentito da voi voci interessanti, ma a volte anche strampalate».
In altre parole, Fini ha impliticitamente rimbrottato quei parlamentari che da sei mesi hanno interpretato in prima linea l’oltranzismo finiano.
E anche per gli interpreti più convinti di una linea politica laica Fini ha suggerito prudenza: «Sui temi etici non cadiamo in trappole strumentali».
Un altro implicito segnale che l’alleanza con l’Udc qualche «prezzo» lo comporterà .
Ma proprio sulle potenzialità del Terzo Polo, cominciano ad arrivare segnali interessanti.
Dice Italo Bocchino, braccio destro di Fini: «Gli ultimi studi demoscopici dimostrano che la coalizione ha una capacità attrattiva che va oltre l’appeal dei singoli partiti».
Effettivamente in un complesso sondaggio realizzato per «Il Sole 24 0re» dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli il 17 dicembre (tre giorni dopo il voto di fiducia al governo), si scopre che se si sommano le percentuali dei singoli partiti del Terzo Polo (Udc di Casini, Fli di Fini, Api di Rutelli, Mpa di Lombardo) si raggiunge la quota del 13,2%, mentre se ai potenziali elettori si esplicita che quegli stessi partiti sono uniti in coalizione il gradimento sale fino al 20%.
Con una lievitazione che gratifica tutti: l’Udc (passa da un 5,8% in solitaria al 7,4%), ma in special modo il Fli che sale dal 5,9% ad una percentuale di tutto rispetto, il 9,5%.
Dunque, il Terzo Polo sembra far bene al Fli di Fini, anzi si rivela una specie di additivo.
Fabio Martini
(da “La Stampa“)
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