ALTRO GIRO DI VALZER DI VITTORIO FELTRI: RITORNA A “IL GIORNALE”
LASCEREBBE “LIBERO” PER ARRIVARE PER LA TERZA VOLTA A “IL GIORNALE”, STAVOLTA IN VESTE DI EDITORIALISTA E ANCHE AZIONISTA… ORMAI AI REDATTORI DEI DUE QUOTIDIANI GIRA LA TESTA
Non ci crederete. Vittorio Feltri è a un passo da un nuovo clamoroso colpo di scena.
Un ritorno (stavolta sarebbe il terzo!) a “Il Giornale” di via Negri.
Un ritorno ancora una volta diverso, come editorialista principe e anche come azionista, e ancora una volta al fianco di Alessandro Sallusti, proprio ieri operato al cuore.
Un ritorno che lo vede abbandonare (per la terza volta) Maurizio Belpietro a “Libero”, cioè nel quotidiano che lui stesso ha fondato (e poi provato ad uccidere), e poi di nuovo scelto come casa per una avventura in doppia conduzione.
Vi siete persi? Ecco il riassunto di questa danza immobile…
1) Età preistorica: Feltri e Belpietro conoscono i primi successi insieme all’”Europeo”, poi all’”Indipendente”, e infine al “Giornale”. Meditano persino di comprare un Casale insieme.
2) Età mediovale: Belpietro va a “Il Tempo”.
3) Età premoderna: Belpietro torna a “Il Giornale” e Feltri se ne va a “Il Giorno” a fargli concorrenza.
4) Età del ferro: Feltri fonda “Libero” per sfidare Belpietro a “Il Giornale” e incontra Sallusti come partner.
5) Età medievale. Belpietro se ne va da “Il Giornale”, lasciandolo a Mario Giordano, per andare a “Panorama”
6) Età contemporanea: Giordano viene cacciato e a “Il Giornale” torna Feltri (con Sallusti, e con la Santanchè).
7) Età della cronaca: Belpietro lascia “Panorama” e va a “Libero”.
8) Poi Feltri lascia “Il Giornale”, la Santanchè e Sallusti (nomignolo caustico: “Rosa e Olindo”), per tornare come il Cavaliere pallido di Clint Eastwood, al fianco di Gene Hackman Belpietro..
Cosa c’è dietro questo valzer ossessivo? Prima di tutto i soldi: tantissimi, per tutti (a suon di “buone uscite” e di “buone entrate”). E il gusto dell’avventura, della battaglia e della polvere da sparo.
Quindi il fiuto per le notizie e per il vento che cambia.
Feltri è il primo grande direttore nel campo del centrodestra a teorizzare la fine dell’era berlusconiana e gli eccessi arcoriani (“Se devo scopare mica ho bisogno della claque”).
E per un po’ di tempo con Belpietro a “Libero” fa un gioco delle parti perfetto.
Littorio gioca da corsaro, Maurizio da istituzionale (“Ci siamo incontrati con Berlusconi, in tre, ma il Cavaliere non aveva occhi che per lui”).
Adesso invece, è tutto da rifare: Feltri è tentato di tornare a casa, in cambio di una quota pantagruelica (si dice il 10%) del quotidiano di via Negri.
Posizionato nel modo migliore, insomma, per un cambio di stagione in cui contrariamente al passato, i premier passano e i quotidiani restano.
Perchè a Feltri l’idea di fare un giornale di opposizione contro la sinistra fa prudere le mani. Belpietro resta padrone di casa, le quote girate dagli Angelucci a Feltri tornano a casa (per un accordo le detiene finchè resta nel quotidiano) e si ricomincia il ballo di san Vito dei giornali di destra, con i redattori che guardano affranti il calendario delle direzioni a targhe alterne.
I giorni pari Belpietro è a “Libero” e Feltri al “Giornale”.
I giorni dispari viceversa.
E i lettori?…
Luca Telese
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