ANDREA CANGINI LASCIA FORZA ITALIA: “IL NO A DRAGHI E’ INCOMPATIBILE CON LA MIA PERMANENZA”
L’EX DIRETTORE DEL RESTO DEL CARLINO: “PER ESSERE LIBERALI NON BASTA AFFERMARLO A PAROLE”
Il terremoto in Forza Italia, dopo che il partito ha negato la fiducia a Mario Draghi uscendo durante il voto, coinvolge anche Andrea Cangini. L’ex direttore de “Il Resto del Carlino”, che ha votato la fiducia pronunciando un discorso molto duro, adesso lascia gli azzurri. “Una mossa del genere non è compatibile con la mia permanenza nel partito – spiega – non si votava una questione etica dove potesse essere lasciata libertà di coscienza, ma la decisione di mettere in crisi un governo che fino al al giorno prima veniva da noi descritto come il migliore dei governi possibili. Io la penso ancora così, credo che il governo Draghi in questa fase abbia salvato l’Italia”.
Dopo l’addio della ministra Maria Stella Gelmini, anche Cangini quindi lascia il partito di Silvio Berlusconi, dove è approdato da indipendente dopo una lunga carriera nel giornalismo. Il suo nome era stato fatto anche come “papabile” candidato sindaco di Bologna della coalizione di centrodestra, anche se alla fine Matteo Salvini scelse di puntare su Fabio Battistini, con deludenti risultati elettorali.
Ora si apre una nuova fase e in molti si chiedono se questa diaspora da Forza Italia darà vita a una nuova formazione politica. “Io non mi sono preoccupato di creare cordate o fare proselitismi – dice Cangini – seguo troppo la coerenza e i principi per questo genere di cose”.
Cangini si definisce liberale, come molti altri componenti del suo ormai ex partito. “Non basta dirsi liberali a parole, è un dato che va dimostrato nei fatti – dice Cangini – credo che basti avere un minimo di buon senso per capire che in una fase simile questo è il migliore dei governi possibili”.
Da fine giornalista politico, a Cangini non sfugge l’interesse elettorale della destra nel compiere questa scelta, ma comunque è molto critico. “Tra 6 mesi la destra avrebbe vinto lo stesso le elezioni – dice il parlamentare – ma adesso rischia di farlo in un paesaggio di macerie”.
Ieri Cangini in aula aveva argomentato così la decisione di votare la fiducia: “La demagogia si è mangiata la politica non solo a causa della velleità del M5S, del Pd che pone questioni identitarie, dell’approccio alla politica di Matteo Salvini. Non parlo di Fi per questione di stile. Dopo aver votato la fiducia per 55 volte al governo Draghi e sentito quello che ha detto oggi non v’è un fatto politico che cambi il mio voto. Voterò la fiducia”
(da agenzie)
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