APPALTI TRUCCATI IN MOLISE: 138 INDAGATI, NEL MIRINO 47 GARE PER 27 MILIONI
TRA GLI ARRESTATI ANCHE IL SINDACO DI FORLI DEL SANNIO E TRE IMPRENDITORI
“Condotte atte a turbare le procedure” sono emerse in 47 appalti su 60 presi in esame. Dovevano aggiudicare appalti per complessivi 27.107.751 euro, con un corrispondente danno per l’erario quantificabile in 5.198.279 di euro.
Ventitre le amministrazioni comunali della provincia di Isernia e Campobasso interessate dalle indagini della Guardia di finanza di Isernia.
Sottoposte alle indagini 109 imprese con sede in Molise, Lazio, Abruzzo, Marche, Lombardia, Emilia Romagna e Campania e 144 persone fisiche, a vario titolo, sono state segnalate all’autorità giudiziaria per i reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, istigazione alla corruzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Oltre ai 144 destinatari di misure cautelari, verranno notificati avvisi di garanzia agli altri indagati ed invito a rendere interrogatorio nei confronti di otto tecnici comunali, nei cui confronti è stata richiesta la misura dell’interdizione dai pubblici uffici.
E’ il bilancio della maxi operazione della Guardia di finanza di Isernia che, oltre ai 144 indagati, oggi ha notificato quattro ordinanze applicative della misura cautelare degli arresti domiciliari al sindaco di Forlì del Sannio, Roberto Calabrese, e a tre imprenditori, tra i quali anche il fratello del primo cittadino.
L’indagine ha messo in evidenza “una sconcertante commistione politico-gestionale della cosa pubblica – spiegano le fiamme gialle – riconducibile al funzionario pubblico, il quale, muovendosi a vari livelli, è riuscito a creare, nel tempo, una rete di amministratori compiacenti e amici ai quali riservare un trattamento privilegiato nella programmazione regionale per la destinazione dei fondi per il dissesto idrogeologico (e non solo), in forza del doppio ruolo da egli rivestito (funzionario pubblico e sindaco). Egli, infatti, piazzava con stucchevole disinvoltura incarichi di progettazione di lavori e appalti pubblici per lo più derivanti dai fondi che egli stesso procurava ai vari sindaci amici, anche grazie ad influenti contatti capitolini”.
Altre misure riguardano un funzionario pubblico, già responsabile dell’ufficio fondi strutturali della regione Molise, servizio difesa del suolo, opere idrauliche e marittime e all’epoca dei fatti sindaco di Acquaviva d’Isernia, destinatario della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio delle funzioni di pubblico ufficio. E un noto imprenditore della provincia, destinatario dell’obbligo di dimora presso il comune di residenza.
L’organizzazione sapeva bene che nel piano Italia Sicura erano stati stanziati 1,7 miliardi di euro per più di 1.150 interventi.
Ed allo stesso tempo il decreto Salva Italia ha innalzato la soglia a 5.186.000 per l’utilizzo della procedura negoziata per gli interventi di somma urgenza. Approfittando di queste circostanze è stato fatto “uno smodato ed irregolare utilizzo della procedura negoziata a scapito della normale procedura aperta”.
Con sorteggi truccati, simulazioni di necessità d’urgenza, falsificazione di atti amministrativi e preordinati avvalimenti figuravano sempre le stesse compagini societarie: quelle destinate a vincere, con reciprocità di favori, e, ovviamente i competitors di comodo.
(da “La Repubblica“)
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