APPOGGIARE DE LUCA O SALVINI NON E’ DI DESTRA, E’ DEMENZA SENILE O OPPORTUNISMO
INCAPACE DI REALIZZARE UNA “TERZA VIA”, CERTA DESTRA PERDE QUELLA IDENTITA’ E SOVRANITA’ CHE A PAROLE INVOCA… I MAESTRI DI UN TEMPO NON STAREBBERO NE’ CON L’ATTUALE CENTRODESTRA NE’ CON IL CENTROSINISTRA
Il popolo di destra, orfano di un leader moderno, ormai sembra sempre più frequentare il mercatino dell’usato insicuro e delle patacche autenticate dai falsari immortalati da Totò.
Alle elezioni politiche molti di loro, seguaci dell’uomo solo al comando, avevano persino eretto il monumento a Renzi e alla sua corte dei miracoli.
E pensavamo di aver assistito al peggio.
Ma, fedeli al motto che al peggio non c’è mai un limite, eccoli ora, questi analfabeti della cultura di destra, correre alla corte persino dello sceriffo De Luca e della macchietta Salvini, con tanto di balle di contorno in nome di presunte “identità “, “sovranità ” e altri gadget trovati nei pubblici servizi di qualche stazione ferroviaria.
Incapaci di storicizzare il fascismo, elemento innovatore dirompente all’inizio del ‘900 e che, comunque lo si giudichi, ruppe con certa destra latifondista e certa sinistra massimalista, creando nei fatti un terzo polo, sociale, nazionale e popolare, certi reduci di una rivoluzione mai fatta ora amano cullarsi nell’identificazione con il “decisionista” di turno che possa ricordargli passate mascelle volitive.
Per loro, abituati non a creare ma a “seguire”, poco importa che di destra in certi personaggi non vi sia nulla, tanto meno il richiamo a quei valori di unità nazionale, onestà , legalità , socialità e solidarietà che dovrebbe costituire la via maestra di un impegno in politica.
Sanno solo posizionarsi in base a mero opportunismo, dopo aver frequentato troppe parrocchie e aver portato in processione troppe statue di finte icone, pronti ai dovuti inchini di fronte alle case dei boss di turno in cambio di qualche poltrona.
Ai pochi in buona fede varrebbe la pena di ricordare che la “terza via” o la “terza posizione” non sono mai state quella di accasarsi con la prima o la seconda, ma ricercare e perseguire la propria location.
Ovvio che per farlo occorrono coerenza e sacrifici personali, lucidità di analisi e cultura politica, sensibilità ai mutamenti sociali e carisma personale.
Più facile vivere in subaffitto e vendersi al primo cazzaro che gonfia il petto, ma non è coi bulli di periferia che la destra troverà il terreno su cui erigere il proprio futuro.
C’è una grande fascia di elettori che non vota più proprio perchè non vuole vedersi taglieggiare dal racket dei fintidestri in circolazione.
Sono loro gli interlocutori privilegiati della destra che (per ora) non c’è.
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