ARRIVA LA GUARDIA DI FINANZA NELLA SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
UNA QUINDICINA DI MILITARI HANNO ACQUISITO DOCUMENTI SULLE SPESE DEI GRUPPI NEGLI ULTIMI 4 ANNI…. NEI GIORNI SCORSI LE DICHIARAZIONI DEL DEPUTATO ROSSO
Una quindicina di uomini della Guardia di Finanza è negli uffici dei gruppi politici del consiglio regionale del Piemonte per acquisire documentazione relativa alle spese degli stessi gruppi.
L’acquisizione avviene nell’ambito di un’indagine conoscitiva avviata nei giorni scorsi dalla Procura di Torino.
L’acquisizione dei documenti sta avvenendo negli uffici di tutti i gruppi consiliari e — da quanto si è saputo — riguarda le spese sostenute dai gruppi a partire dal primo gennaio 2008.
Nell’operazione sono impegnati gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino della Guardia di finanza, ai quali i pm Andrea Beconi ed Enrica Gabetta, titolari dell’inchiesta, hanno delegato le indagini.
L’inchiesta riguarda i bilanci dei gruppi del Consiglio regionale del Piemonte ed è nella fase iniziale.
Al momento — da quanto è trapelato — i pm non hanno formulato ipotesi di reato e non vi sono persone sottoposte a indagini.
Il senso degli accertamenti è verificare se ci sono casi di malversazione dei fondi o di irregolarità nella rendicontazione di spese e nelle richieste di rimborso, o di percezione irregolare di benefit come le autocertificazioni di missioni e trasferte, i rimborsi chilometrici, e cosi via.
I finanzieri hanno preso contatto con i rappresentati dei gruppi consiliari, in particolare quelli più corposi, cioè Pd e Pdl.
Davide Bono, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio ha chiesto copia nei giorni scorsi dei giustificati dal 2001 a oggi dei rimborsi ai consiglieri regionali: “Ma ci sono stati negati per una volontà politica”.
Proprio il Piemonte era finito casualmente sotto la lente d’ingrandimento dopo le dichiarazioni di Roberto Rosso, parlamentare del Pdl ed ex sottosegretario, che aveva raccontato in tv come un suo amico consigliere si faceva rimborsare con delle indennità il proprio soggiorno in settimana bianca al Sestriere: “Che porcata le Regioni”, aveva esclamato Rosso.
Il parlamentare aveva poi confermato tutto e il consigliere al centro dei sospetti aveva smentito, alimentando così la “caccia al furbetto”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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