“ASPETTANDO PIGNATONE”: LA CHAT SU MARRA NON DA’ AFFATTO RAGIONE A DI MAIO
DALLA CHAT NON EMERGE PER NULLA CHE DI MAIO AVREBBE INTIMATO A MARRA DI LASCIARE IL POSTO, SEMMAI L’OPPOSTO: LUI LO ASCOLTA E ASPETTA PIGNATONE… DUE GIORNI DOPO (IL 12 AGOSTO) ARRIVA LA RISPOSTA SIBILLINA DEL PROCURATORE DI ROMA, MA MARRA RESTA FINO A DICEMBRE, QUANDO VIENE ARRESTATO: CHE HA FATTO DI MAIO IN QUESTI 4 MESI PER CACCIARLO? NULLA
Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero replicano colpo su colpo assicurando di essere in grado di documentare che il procuratore di Roma Pignatone aveva poi risposto il 12 agosto osservando che non c’erano notizie che “potessero essere comunicate” sul conto di Raffaele Marra.
“Una risposta sibillina, ma non assolutoria, nel rispetto del segreto sulle indagini in corso. Nonostante questo, Marra è rimasto al suo posto ed è stato addirittura promosso da vicecapo di gabinetto a capo del personale dell’intero Comune, mantenendo la carica fino al momento dell’arresto per corruzione nello scorso dicembre”, fa notare La Repubblica.
“Il blog di Grillo – continua La Repubblica — spiega la definizione di ‘servitore dello Stato’ con cui Di Maio indica Marra con ‘il fatto che Marra era della Guardia di finanza’.
Va ricordato che Marra ha lasciato la Guardia di finanza da più di dieci anni.
Da allora ha lavorato come direttore dell’Unire guidata all’epoca da Franco Panzironi, lo stretto collaboratore di Gianni Alemanno arrestato nella retata di Mafia Capitale del dicembre 2014. Poi è entrato al Comune di Roma con lo stesso Alemanno, che dal 2015 è sotto processo per corruzione e finanziamento illecito”.
In conclusione, “questi sono i fatti, ma Grillo continua ad attaccarci con una propaganda delirante e pericolosa, che diffonde nel Paese un clima di odio”.
Il Messaggero fa notare che “con quel messaggio, lo scorso 10 agosto, Virginia Raggi intendeva tranquillizzare Marra trasferendogli le considerazioni di Luigi Di Maio che, da una parte lo definiva ‘un servitore dello Stato’ e dall’altra segnalava alla stessa Raggi l’opportunità di conoscerne la posizione giudiziaria e il suo convincimento sul fatto che Marra non potesse restare nel Gabinetto in Campidoglio”.
“Per una sua scelta – osserva Il Messaggero – Virginia Raggi decise di inoltrare a Marra solo la parte ‘positiva’ del messaggio di Di Maio, per dargli l’impressione che la fiducia fosse incondizionata”.
(da agenzie)
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