MARRA “SERVITORE”, MA NON DELLO STATO
DIFESO DA DI MAIO SOLO PERCHE’ HA INDOSSATO LA DIVISA DELLA GDF
Lasciando da parte verità e bugie, nell’sms di Luigi Di Maio sui guai di Raffaele Marra c’è una frase che colpisce: «Lui è un servitore dello Stato».
Il vicepresidente della Camera usa questa definizione per spiegare a Virginia Raggi che Marra non è un politico di carriera, ma solo un funzionario del Comune, ed essendo stato un ufficiale della Finanza dovrebbe sapere bene che spirito di sacrificio e la capacità di abnegazione fanno parte del bagaglio di chi è appunto, «un servitore dello Stato».
Ora, facciamo finta che il giovane deputato pentastellato oltre a non leggere le mail non leggesse neanche i settimanali, e dunque gli fosse sfuggita l’inchiesta che l’Espresso aveva pubblicato due mesi prima di quel suo sms.
Un’inchiesta nella quale si dimostrava che quando era capo del dipartimento Patrimonio e Casa, Marra aveva acquistato dal costruttore Scarpellini un attico di 165 metri quadri con uno “sconto” di mezzo milione, esattamente quell’affare che poi è costato a entrambi l’arresto per corruzione.
Facciamo finta che non sapesse nulla dei servigi resi da Marra non allo Stato ma ad Alemanno e a Polverini, occupandosi di galoppo o di mobilio a seconda del politico da servire (sempre con spirito di sacrificio e capacità di abnegazione, si capisce).
Facciamo finta. Ma definire uno come Marra «servitore dello Stato» solo perchè ha vestito la divisa della guardia di finanza (altrimenti sarebbe, in quanto funzionario del Campidoglio, solo un «servitore del Comune») vuol dire non conoscere il significato di quell’espressione.
Che non equivale affatto a «dipendente pubblico».
Servitore dello Stato è chi ha contribuito alla sua nascita. Chi ha preso le armi per difendere la democrazia e la libertà . Chi ha dato la vita per far rispettare la legge. Servitori dello Stato sono stati Cavour e De Gasperi, il maresciallo Diaz e Massimo D’Azeglio, il governatore Baffi e il presidente Ciampi.
Servitori dello Stato erano poliziotti come Boris Giuliano, magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, giuristi come Massimo D’Antona, avvocati come Giorgio Ambrosoli, uomini che per lo Stato hanno dato la vita.
Non basta aver indossato la divisa, per meritare questo titolo.
Certo, Raffaele Marra è stato un servitore: ma non dello Stato.
Sebastiano Messina
(da “La Repubblica”)
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