ASSALTO SEDE CGIL, CONDANNATI I LEADER DI FORZA NUOVA FIORE E CASTELLINO A 8 ANNI PER DEVASTAZIONE, ISTIGAZIONE A DELINQUERE E RESISTENZA AGGRAVATA
IN AULA SALUTI ROMANI E CORI DOPO LA SENTENZA
Adesso non c’è più dubbio, il tribunale di Roma ha condannato sette persone, tra cui i principali esponenti del partito di estrema destra Forza Nuova con pene che vanno da 8 anni a 8 anni e sette mesi.
Si tratta di Roberto Fiore, il leader del movimento, Giuliano Castellino, all’epoca numero uno di Fn a Roma, e poi l’ex Nar Luigi Aronica, Pamela Testa, Salvatore Lubrano e Lorenzo Franceschi anche loro esponenti del neofascismo.
Dopo la lettura della sentenza è esploso il caos in aula. Un gruppo di neofascisti rivolti verso il giudice ha iniziato a cantare “la gente come noi non molla mai”. Poi, in molti, hanno rivolto il saluto romano verso la Corte. Le forze dell’ordine li hanno dovuti portare a forza fuori dall’aula.
“Quel giorno la città venne messa a ferro e fuoco”, ha detto durante la sua requisitoria il pm Gianfederica Dito.
Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, la Procura contesta i reati di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza pluriaggravata.
Nel corso della requisitoria il pm ha ricostruito quanto avvenuto quel giorno. “Emerge dai video, che hanno cristallizzato i fatti, che siamo in presenza di eventi drammatici e cruenti con il tragico epilogo della devastazione della sede del sindacato. Quel giorno la parte centrale di Roma è stata in mano a sconsiderati. Un giorno funesto per la città e un attacco ad un simbolo dei lavoratori e della democrazia”, ha aggiunto il pm.
Nel corso della requisitoria la pm Dito aveva ricordato le parole di Castellino considerato: «leader con ruolo preponderante», presente in «tutta l’azione dell’assalto» alla sede del sindacato e con “78 pagine di carichi pendenti” al seguito.
«Nel video del suo intervento e nel più ampio discorso – dal palco di piazza del Popolo -, spiccano frasi di Castellino come: ‘oggi non ci sono più canti e balli, ma ci andiamo a prendere la città’ e, ancora: ‘Partiamo in corteo e ci andiamo a prendere la Cgil’», ha ricordato l’accusa. Ruolo di leader che, a parere del pm Dito, Castellino condivide con «Fiore e Aronica» considerati tutti e tre gli organizzatori del corteo di circa 3 mila persone che da piazzale Flaminio si sono recate a piazzale del Brasile, nei pressi della sede della Cgil, per poi assaltarla. «Il corteo era stato organizzato ben prima di una ipotetica autorizzazione», aveva affermato il pubblico ministero.
(da agenzie)
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