ATAC: I GRILLINI RIESCONO A RITIRARE LE DELEGHE A ROTA DOPO CHE SI ERA GIA’ DIMESSO
SCELTO DAL M5S E GIA’ FATTO FUORI: “MI ERO DIMESSO UNA SETTIMANA FA CON FOGLIO PROTOCOLLATO, CONTINUANO A FARE PROPAGANDA”
Sono state ritirate le deleghe al direttore generale di ATAC, Bruno Rota. A quanto apprende l’agenzia di stampa AGI la decisione è stata comunicata oggi dai vertici aziendali al manager .
L’amministratore unico Manuel Fantasia ha ritirato le deleghe secondo l’ANSA.
Rota ha fatto sapere di aver presentato on realtà le dimissioni sette giorni fa con una lettera datata 21 luglio 2017, (Protocollo n. 0117314): “Con la presente rassegno le mie dimissioni da dipendente di Atac e cesso da ogni incarico. Sono disponibile a concludere la mia prestazione il giorno 4 agosto, come previsto dalla lettere di assunzione che mi impone una lettera di preavviso. Resta inteso il mio fermo interesse a concludere, anche in una data precedente, se ovviamente ciò non comporta oneri da parte mia”, si legge nella lettera.
“Ho mantenuto la notizia riservata, come mi era stato richiesto. Vedo però che questa correttezza viene ripagata con comportamenti non di pari correttezza e quindi sono costretto a precisare questa circostanza. Come si possa silurare un manager che ha dato le dimissioni da sette giorni resta un mistero dell’amministrazione capitolina. O forse l’ennesimo tentativo di ingannare l’opinione pubblica senza rispettare dignità e lavoro“, dice Rota evidentemente piuttosto arrabbiato all’ANSA.
Rota dice che oggi le dimissioni sono state accettate: “’Egregio dottor Rota, facendo seguito alla sua lettera, prendiamo atto delle sue dimissioni che accettiamo con decorrenza dal 2/8 o altra data antecedente lei riterrà opportuna. Protocollo 0120875′. Così Atac mi ha comunicato oggi di aver accettato le mie dimissioni”.
Bruno Rota, che aveva parlato di “errori anche del M5S” nella gestione dell’azienda in un’assemblea dei grillini a Brescia (è anche attivista M5S), nell’intervista ha raccontato di una «situazione dell’azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi»; aveva poi aggiunto che «l’effetto combinato dell’anzianità del parco mezzi e l’impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento».
Poi aveva ribadito di far fatica anche “a pagare gli stipendi” e detto che occorrevano quindi “misure serie e immediate” e “un sistema di controllo sulle regole che pur ci sono ma da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare”.
A partire da quelle sulle presenze: “I dipendenti in un certo senso mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo. Oggi si fa fatica a coprire i turni. Si parla di turni massacranti e c’è gente che non arriva a tre ore effettive di guida, quando le fanno”.
Perplessità anche sui sindacati: “quando ho incontrato i loro rappresentanti ho avuto l’impressione che che non avessero fino in fondo la percezione della gravita’ e della dimensione del problema”.
Servono quindi decisioni, e fondi, subito: “I modi per affrontare questo debito spaventoso sono nell’ordinamento italiano, si tratta di percorrerli con trasparenza, coraggio e rapidità . Ma sono scelte dell’azionista”
Bruno Rota aveva accusato il consigliere M5S Stefano di avergli raccomandato una società e di avergli parlato di “giovani da promuovere, sempre i soliti”: «So del vivo interesse del consigliere Stefano alle soluzioni della società Conduent Italia che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare più volte. Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefano, nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. Sempre i soliti».
D’altro canto non è la prima volta che il M5S finisce nelle polemiche per il suo interesse nei confronti del personale ATAC.
Il precedente direttore generale Marco Rettighieri se ne andò sbattendo la porta dopo aver denunciato un’ingerenza dell’assessora Linda Meleo su un lavoratore sottoposto a provvedimento disciplinare.
Il sanzionato era Federico Chiovelli, rimosso — e poi reintegrato — dal vertice della ferrovia Roma-Viterbo, simpatizzante Cinquestelle e parente di un’assessora M5S.
(da NextQuotidiano”)
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