AUTO, MUTUI, BARCHE. ECCO LA MACCHINA DELLA VERITA’ FISCALE
COME FUNZIONA E SU CHE DATI SI BASA IL REDDITEST
Non è difficile da usare il Redditest.
Prima di iniziare è meglio avere con sè la dichiarazione dei redditi per trarne alcuni dati certi.
Alla fine è consigliabile salvare il profilo e stamparlo. sempre possibile modificarlo. La prima schermata chiede di scegliere il tipo di famiglia tra 11 tipologie possibili e di inserire il Comune di residenza e il reddito familiare complessivo lordo, comprendendovi quelli esenti, esclusi, soggetti a tassazione separata, a ritenuta alla fonte a titolo di imposta e a imposta sostitutiva.
Cliccando su «continua», apparirà una banda laterale con le sette principali voci di spesa: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, spese varie, investimenti immobiliari e mobiliari netti. Ciascuna di queste voci, una volta cliccata, si apre rivelando altre voci: ad esempio, cliccando su «abitazione», si avranno «abitazione principale», «altre abitazioni», «spese abitazioni».
Ciascuna di questi voci fa accedere a una schermata in cui vanno inseriti i dati richiesti.
Completato l’inserimento si passa a cliccare sulla voce successiva: «mezzi di trasporto», anche qui con delle sottovoci da compilare.
Una volta esaurito il test si va al bottone in basso a sinistra «stima coerenza».
Se il semaforo è verde, il reddito dichiarato all’inizio è coerente con le spese inserite. Se invece è rosso, vuol dire che non c’è coerenza, dunque, siamo potenzialmente a rischio di risultare evasori qualora subissimo un accertamento.
Attenzione: chi fa il Redditest non invia i propri dati all’Agenzia delle Entrate.
Non c’è alcun collegamento.
Quindi il rischio di venire scoperti, in caso di evasione, attiene sempre all’iniziativa autonoma del Fisco.
Antonella Baccaro
(da “il Corriere della Sera“)
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