AVVISO A RENZI: “AL SENATO NON CE LA FAI”. PD E FORZA ITALIA SULLA CARTA HANNO 168 VOTI SU 321
IL VOTO E’ SEGRETO: BASTEREBBERO OTTO FRANCHI TIRATORI E MATTEO TORNEREBBE A FIRENZE IN BICI
Il segretario che ha stravinto tira dritto, perchè “ci sono state le primarie”.
Ma la minoranza che ha straperso ora lo aspetta al varco e annuncia battaglia, per la sopravvivenza. La crisi di governo, complice un Letta più che stufo, è a un passo. Micce perfette, per rendere la direzione Pd di lunedì la resa dei conti con Matteo Renzi.
Sono pronti allo scontro, i bersaniani-cuperliani. Invocano un cambio di rotta, proprio con Gianni Cuperlo: “Sulla legge elettorale si parta da un’intesa della maggioranza: possiamo portare a casa il doppio turno, la proposta del Pd. Ma si può valutare anche un Letta bis, per ripartire”.
Minacciano la fronda, con Alfredo D’Attorre: “Il sistema spagnolo non lo votiamo, è incostituzionale: sarà battaglia politica a viso aperto”.
Ed è sempre D’Attorre a paventare il rischio massimo: “Se Renzi chiude il patto con Berlusconi che esclude tutti gli altri, il governo finisce domani”.
Tradotto, bisogna rimettersi al tavolo con il Nuovo Centro Destra (pro doppio turno). Altrimenti sarà crisi (quasi) certa.
O comunque flop in Senato, dove i numeri sono stretti, senza Ncd.
E le fronde più che possibili. Perchè il sistema spagnolo, quello che vuole Renzi, non prevede le preferenze.
Comporta liste bloccate, cioè decise dai segretari.
La minoranza del Pd lotta anche per salvarsi. Vuole vendere cara la pelle, nel lunedì in cui si voterà la proposta di Renzi sulla legge elettorale.
Tappa delicata, a leggere anche la frase attribuita da Panorama a Ugo Sposetti: “Matteo deve stare attento, mettendosi d’accordo con Berlusconi rischia di ripetere gli errori di Veltroni, che dopo l’accordo con lui sulla legge elettorale perse tutto. Il Pd è un partito carnivoro, che non perdona nessuno”.
Un anonimo bersaniano protesta: “Ha voluto umiliarci: è la sua idea di partito, quella di chi tiene la prima riunione della segreteria nel suo comitato elettorale”.
Come reagire? “Da giorni i cuperliani ripetono a Letta di mettere un punto. ‘Renzi continua ad attaccare il governo? Digli che ti dimetti. Poi vediamo se continua a demolire la maggioranza di cui fa parte il suo partito”.
Cesare Damiano, cuperliano: “Se Renzi pensa che i 10 mesi di governo siano stati un fallimento, meglio andare al voto. Se si taglia fuori Ncd dalla trattativa sulla legge elettorale, è crisi automatica. E questo provocherebbe due effetti: il crollo degli indicatori economici e un voto con la legge cambiata dalla Consulta, con cui non potrebbe vincere nessuno”.
E se l’esecutivo reggesse? “I numeri in Senato non mi sembrano così scontati”.
Breve ripasso: se Renzi trovasse la quadra sull’ispanico con Berlusconi, Pd più Forza Italia avrebbero 168 voti su 321.
Avrebbero, se la spaccatura non fosse già conclamata.
Il senatore lettiano Francesco Russo rinforza il concetto: “Un’intesa senza Ncd è una bomba sotto la sedia governo: non avrebbe i numeri, soprattutto in Senato. Anche perchè c’è il voto segreto”.
E poi, “Berlusconi non è affidabile, per il sì alla riforma chiederebbe qualcosa in cambio”.
Il governatore toscano Enrico Rossi lascia il suo promemoria: “Berlusconi ha già infinocchiato due leader della sinistra, D’Alema e Veltroni: a Renzi ho consigliato di stare attento”.
Luca De Carolis
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