BANCA POPOLARE DI VICENZA, I CENTO DEBITORI DEL CRAC: DA MARIELLA BURANI A PARNASI
ECCO LA LISTA DEI DEBITORI INSOLVENTI CHE HANNO PORTATO AL CRAC LA BANCA
Da Mariella Burani all’Hotel Dolomiti, dalla Ginori Real Estate al noto costruttore Luca Parnasi. C’è di tutto nella lista dei 100 debitori insolventi che hanno portato al crac della Banca Popolare di Vicenza. A rivelarne i nomi è oggi il Corriere della Sera, che spiega come si è arrivati al maxi-buco dell’istituto.
La lista è stata acquisita dalla commissione parlamentare banche guidata da Pierferdinando Casini mostra chiaramente come Gianni Zonin, all’epoca numero uno, abbia gestito l’istituto e come si sia potuti arrivare a oltre 5 miliardi e mezzo di euro “sofferenze” e più di 4 miliardi di euro “inadempienze”.
Cominciamo con i nomi eccellenti.
La Mariella Burani Fashion Group, spiega il Corriere della Sera, aveva una “sofferenza” di 7 milioni e 600mila euro. Ben più alta quella della Vimet, colosso nel campo della gioielleria con oltre 43 milioni di euro fallita pochi mesi fa.
Dopo il crac però l’azienda ha assistito “a un quasi completo azzeramento delle somme investite”.
Il CorSera prosegue poi con la Champions Re, la società dei campioni di calcio del calibro di Vincenzo Iaquinta, Sebastian Giovinco, Nicola Amoruso e Matteo Guardalben, che all’epoca vantava un’esposizione ben oltre i 23 milioni e mezzo di euro.
Decisamente esposto era anche il costruttore romano dello stadio della Roma Luca Parnasi: 16 milioni e 400mila euro.
Nella lista anche la Monte Mare Grado dell’ex presidente del Palermo Maurizio Zamparini, insolvente per 57 milioni e 800 mila euro. Il prestito si riferisce a un progetto immobiliare al quale rinunciò nel 2013.
Tra i finanziamenti anche due società collegate al crac di Banca Etruria.
Si tratta di Etruria Investimenti e della Sant’Angelo Outlet. La prima ha provocato una sofferenza di 7 milioni e 200mila euro, l’altra ha un’inadempienza di oltre 12 milioni. “Nel gennaio 2016 – spiega il Corriere della Sera -, su ordine della procura di Arezzo, la guardia di Finanza ha perquisito numerose società che avrebbero ottenuto fidi in conflitto di interessi perchè riconducibili all’ex presidente di Etruria Lorenzo Rosi e all’ex consigliere Luciano Nataloni. Nella lista delle aziende c’erano proprio Etruria Investimenti e Sant’Angelo Outlet entrambe destinatarie di finanziamenti senza le garanzie necessarie. A legare tutte queste aziende è la Castelnuovese di cui Rosi è stato presidente fino a luglio 2014. È stato infatti accertato che proprio quella ditta ha costruito a Pescara l’outlet Città Sant’Angelo, destinatario di un ulteriore finanziamento. Un fido che risulta «incagliato»”.
Della lista nera fanno parte anche la Nsfi srl con una sofferenza da 62 milioni e 500mila euro.
Si tratta di una delle 19 aziende finite nell’inchiesta della Procura di Roma che nel novembre di un anno ordinò perquisizioni contestando all’imprenditore ex candidato sindaco di Roma Alfio Marchini il reato di concorso in false comunicazioni sociali.
E poi la Tirrenia con una sofferenza di 16 milioni di euro; l’Hotel Dolomiti di Cortina, per 19 milioni di insolvenza; Sorgente Group che ha affari immobiliari in tutto il mondo dagli Emirati Arabi a New York, passando per il Lussemburgo e il Brasile e ha una sofferenza di oltre 26 milioni di euro.
(da agenzie)
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