BANDO PERIFERIE, L’ANCI LANCIA L’OFFENSIVA: “DIREMO AI CITTADINI CHE COSA HANNO PERSO”
LA PROTESTA DEI SINDACI ITALIANI SUL CONGELAMENTO DEI FONDI DESTINATA ALLA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE
“Invieremo a tutti i cittadini residenti nelle periferie, casa per casa, il libro dei sogni infranti: un fascicolo in cui inseriremo i progetti previsti prima e tagliati dopo”.
È pronto a dare battaglia su tutti i fronti il sindaco dei sindaci, Antonio Decaro. Presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari, annuncia la linea dura sul taglio dei fondi per le periferie: “Siamo pronti a fare ostruzionismo”.
Siete arrabbiati?
“Tutti i sindaci, da Nord a Sud, di ogni schieramento politico mi hanno chiamato: vogliono reagire. Gli staremo addosso tutti i giorni e in tutte le sedi finchè non ripristineranno i fondi”.
In tutto 2 miliardi e 100 milioni di euro. Quali erano i progetti dei Comuni per quel tesoretto?
“Tante opere piccole con un grande valore dal punto di vista sociale: piazze, parchi, marciapiedi, giochi. Con quei soldi interveniamo nei luoghi del degrado economico e sociale, quei quartieri che abbiamo costruito negli anni per dare una risposta all’emergenza abitativa senza realizzare nè i servizi nè gli spazi per la socializzazione. Per la prima volta nella storia di questo Paese si fa un investimento straordinario per intervenire nelle periferie e poi, di notte e in maniera furtiva, viene presentato un emendamento che taglia 1 miliardo e 600 milioni di euro che vuol dire 96 progetti e 326 Comuni. La periferia non è una voce di bilancio, è la vita delle persone”.
Come spiegherete ai cittadini che i progetti presentati non si faranno più?
“Non intendiamo assolutamente farlo noi. Vengano i rappresentanti del governo e del Senato a farlo. Provino loro a spiegare ai cittadini perchè il sindaco di Treviso non potrà più riqualificare la piazza e quello di Livorno non potrà più realizzare i sottopassi, il sindaco di Napoli non potrà più riqualificare strade e marciapiedi intorno a Scampia e quello di Palermo non avrà più fondi per le scuole di Brancaccio. Questa è una manovra di palazzo. I parlamentari, invece, escano e vengano per strada con i sindaci a parlare con i bambini, gli anziani, i disabili. E soprattutto i giovani visto che i nuclei familiari nuovi si vanno a insediare nelle zone periferiche dove i costi degli appartamenti sono più bassi rispetto al resto della città “.
Vi sentite traditi dal governo?
“Abbiamo rapporti quotidiani attraverso l’Anci con il governo, siamo andati in audizione a parlare del decreto Milleproproghe e nessuno ci ha detto che avrebbero tolto quei soldi. Hanno stracciato i contratti che i sindaci, con tanto di fascia tricolore, avevano firmato”.
Tutti, compreso il Pd, hanno votato il taglio al piano periferie.
“E adesso pongano rimedio. Ho scritto ufficialmente alla presidenza del Consiglio dei ministri per portare la questione nella Conferenza unificata, il tavolo dove il governo incontra Regioni, Comuni e Province. Siamo pronti a interrompere tutti i rapporti istituzionali con il governo e a fare ostruzionismo. Chiederemo anche al presidente della Repubblica di non firmare la legge. Altrimenti…”
Altrimenti cosa?
“Manderemo alle persone che vivono nelle periferie che erano interessate da questi progetti un fascicolo, un piccolo libricino dove metteremo i progetti che abbiamo concordato con i cittadini, il contratto sottoscritto da sindaco e presidente del Consiglio e alla fine l’emendamento che ha tagliato quel fondo e che ha tolto un pezzo di futuro a quella comunità , lo chiameremo il libro dei sogni infranti”.
Renzo Piano propone un “periferia pride”. Che ne pensa?
“Sicuramente una proposta interessante. Il bando periferia nasce da un’idea di Renzo Piano, come dice lui è una grande operazione di rammendo con tante piccole opere che sono punti di sutura per rimarginare le ferite urbane e gli errori del passato”.
Lega e 5Stelle riscuotono consensi soprattutto nelle periferie; perchè allora, secondo lei, il governo ha fatto questa operazione?
“Inspiegabile, forse perchè gli servono i soldi per fare altre iniziative”.
Ma come si fa adesso con i progetti già avviati e i soldi impegnati?
“I Comuni sulla base di un contratto, non sulla base di una parola data che tra gentiluomini dovrebbe già valere come contratto, hanno preso impegni che sono giuridicamente vincolanti; abbiamo affidato progettazioni e lavori, chi paga ora i progettisti e le aziende che stanno eseguendo i lavori? Non abbiamo fondi, faremo un buco di bilancio. E qualcuno sarà chiamato a rispondere di danno erariale”.
(da “La Repubblica”)
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