“BASTA RIFIUTARE GLI ATTRACCHI, 556 ITALIANI SONO ANCORA IN MARE SULLE NAVI DI CROCIERA”
IL COMANDANTE DELLE CAPITANERIE DI PORTO: “LE REGIONI DEVONO FARLI SBARCARE, E’ IL MOMENTO DELLA SOLIDARIETA'”
«C’è un detto che dice: gli uomini si dividono in tre categorie, vivi, morti e naviganti. Anche questi ultimi appartengono alla nostra comunità e ora è il momento di far vincere la solidarietà ».
Giovanni Pettorino è l’ammiraglio al comando di tutte le Capitanerie di porto italiane. Dal quartier generale di Roma coordina il lavoro di più di diecimila addetti, con presidi in tutte le coste e 95 motovedette in mare.
La sua emergenza ora è far rientrare un pezzo d’Italia in giro per il mondo: tre navi da crociera di Costa, che battono appunto bandiera italiana, con più di tremila passeggeri e marittimi a bordo, 556 dei quali italiani.
“Deliziosa”, partita a gennaio per il giro del mondo, sta facendo solo scali tecnici per il rifornimento, anche perchè più nessun porto ha autorizzato l’attracco nonostante non ci fossero a bordo passeggeri positivi al virus.
Ora si trova in Oman con 1.830 passeggeri e 899 membri d’equipaggio (456 in tutto gli italiani) e dovrebbe arrivare a fine mese.
“Magica” e “Favolosa” sono state fermate a Freeport, nelle Bahamas, e ora hanno a bordo gli equipaggi (618 e 674 persone, 100 delle quali italiane) che possono però sbarcare solo tornando in Italia.
Ammiraglio Pettorino, perchè dice che ora deve vincere la solidarietà
«Fino all’esplosione dell’emergenza tutti si contendevano le navi da crociera. E si può ben capire il perchè: solo in Italia trasportano più di dieci milioni di passeggeri, creano ricchezza e lavoro. Adesso però sono temute perchè sono indicate come focolai di contagio. Invece è questo il momento di agire senza fare polemiche».
Lo dice perchè c’è chi le fa
«Lo dico perchè di fronte a una questione così delicata l’unica via d’uscita è quella di un accordo condiviso fra le regioni».
Come vi state muovendo?
«Gli enti territoriali non sono chiamati a intervenire sull’ormeggio delle navi. Ma, come dicevo prima, è necessario riportare le navi italiane qui anche dopo una interlocuzione con le comunità locali. Noi abbiamo un dialogo aperto con tutti, a cominciare dalle autorità di sistema portuali. Ora dobbiamo coordinarci per far entrare queste navi nei nostri porti».
E con il ministero dei Trasporti come dialogate?
«Devo dire che la ministra De Micheli si sta impegnando tantissimo su questa vicenda e sta coordinando il tutto. Noi facciamo e faremo la nostra parte per garantire l’attracco di queste navi su cui ci sono tantissimi italiani, fra passeggeri ed equipaggio».
Ma se qualcuno dovesse opporsi?
«Lo ripeto la solidarietà è indispensabile, è un momento difficile, dobbiamo fare tutti quanti un po’ di sforzo. Serve una distribuzione equa fra i porti. Lo hanno già fatto i tedeschi e gli americani con le loro navi. Non è il momento dei distinguo, ma del lavoro. Essere una comunità significa appunto saper condividere anche le situazioni difficili».
(da “La Repubblica”)
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