BERLUSCONI AL QUIRINALE? I GIORNALONI STANNO ZITTI
NESSUNO SI SCANDALIZZA DI QUESTA INDECENZA
Massimo Fini ha ragione a scrivere “Berlusconi for President è un’indecenza” (il Fatto, 11 giugno). È un’analisi precisa. Puntuale.
Ricca di fatti documentati su cui tornerò, intanto dico che B. al Quirinale è uno scandalo a) Per la malafede di chi, per calcolo politico, ha avanzato l’idea; b) Per l’assenza di rossore dello stesso B. che punta a candidarsi pur sapendosi impresentabile; c) Per il fetore che emanano alcuni media (giornali e tv) capaci d’ingoiare e giustificare qualsiasi cosa torni utile al loro “campo di appartenenza”. Perché questo è il punto: quintali di carta e chilometri di paroloni sull’“interesse generale” e “il bene del Paese”, poi tutti proni ad accettare (anche) Silvio Berlusconi presidente della Repubblica.
Dai giornali di famiglia non mi aspetto nulla contro il Caimano, ma dai direttori di Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa… attendo qualcosa di più di una semplice “registrazione” di ciò che accade perché quando vogliono sanno opporsi, indignarsi, organizzare campagne giornalistiche di protesta. Adesso invece tacciono. Perché?
A Molinari, a Fontana, a Giannini… sta bene la candidatura del plurinquisito al Quirinale? Lo dicano.
Il prezioso articolo di Fini è scritto con la schiena dritta (non è un particolare secondario) e ricorda che “Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni, poi ridotti, via condono, a un anno e mezzo, per una colossale evasione fiscale”. È un dato enorme che dovrebbe bastare a squalificarlo, e invece prevale l’incredibile tendenza a soprassedere: gli italiani dimenticano.
Insomma, mentre negli Stati Uniti gli evasori fiscali vengono sbattuti in prima pagina, indicati agli americani con disprezzo, e, naturalmente, finiscono in carcere; in Italia accade il contrario: dopo la ridicola “rieducazione” ai servizi sociali, finiscono al Quirinale.
Bisogna fermare questa sconcezza! E ricordare a tutti – “gridarlo dai tetti” – che oltre alle condanne, B. “ha usufruito di nove prescrizioni e in tre casi la Cassazione ha accertato che i reati li aveva commessi.”
È sulla parola “prescrizione” che bisogna soffermarsi. I cortigiani del Re giocano spudoratamente su questo termine sproloquiando in tutti i salotti Tv come se “prescrizione” significasse “assoluzione”. È un falso assoluto.
È sulla manipolazione della realtà che poggia la credibilità sia pur ridotta di cui gode B; mentre in verità, ricorda l’autore de La ragione aveva torto?, una sentenza della magistratura dice che si può definirlo “delinquente naturale, pregiudicato, corruttore”. È una miniera d’informazioni il suo articolo, invito chi l’avesse perso a leggerlo perché ogni riga è un omaggio alla giustizia. E all’etica.
Vedi la denuncia della “truffa miliardaria” di B. “ai danni di un’orfana minorenne”; un dato scandaloso che i giornaloni nascondono
Breve considerazione finale. Sono stati scritti migliaia di articoli, e molti libri e girati film su Berlusconi, e tutti (tranne quelli agiografici) colgono qualche suo tratto. L’indole. Una sfumatura del carattere. Il cinismo. L’arroganza. La sete di potere. Il disprezzo delle regole. Il rifiuto della giustizia.
È nella satira latina tuttavia che trovo meglio rappresentata la fase odierna del Caimano. Sto pensando a Giovenale; scrisse 16 Satire pubblicate in 5 libri: “Di fronte a una società che gli appare irrimediabilmente corrotta – dice la critica – Giovenale svela i vizi e le ingiustizie della società romana… il servilismo, l’indegnità delle classi dominanti, il legame tra ricchezza, corruzione e potere”: afferma: “C’è chi, come prezzo del proprio misfatto, ebbe la forca, chi la corona”.
Sembra scritto per il Caimano. Ha compiuto molti misfatti: ora è pronto per il Quirinale.
Grandezza di Giovenale! Insisto: non hanno nulla da dire Molinari, Fontana, Giannini? Tacciono. “Le menzogne più crudeli sono spesso dette in silenzio”.
(da La Notizia)
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