BERLUSCONI L’EDUCANDO “I GIUDICI FANNO POLITICAâ€
L’EX CAVALIERE PRIMA SI TRATTIENE E POI ATTACCA I MAGISTRATI: “CON ME FUORI, FAVORE ALLA SINISTRA”… E DOPO PASQUA ANDRà€ IN TV
Questo non è Silvio Berlusconi. Eppure questa è la sede di Forza Italia, quel bonario omone è Giovanni Toti e questa è la presentazione di decine e decine di candidati con Clemente Mastella dotato di chioma color ruggine e Corrado Guzzanti che non ripudia la “mignottocrazia”.
Questo non è Silvio Berlusconi, che prova a cucirsi la bocca per non essere sboccato contro i giudici, che celebra l’affidamento ai servizi sociali e poi, consumato il copione, un testo concordato con gli ansiosi collaboratori, non si trattiene: “Sappiamo come ci sia una corrente della giustizia che ha dichiaratamente finalità di intervento nella politica. Io non posso votare e non posso essere votato: è un aiuto per la sinistra”.
Questo sì, questo è Silvio Berlusconi: l’incontrollabile che con una parola fa svenire gli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi che stanno lì, in ufficio, esanimi, a impilare carte per annullare la sentenza e scovare giustizia in Europa.
Ma il repertorio classico dura un attimo: stavolta, più che il consenso, Silvio rischia la galera.
E no, allora, questo non è Silvio Berlusconi. Perchè Roberto Gasparotti, assistente inquadratura di un ex Cavaliere stratega di immagini ingannevoli, corre verso il muro di telecamere e ordina di non abusare col primo piano: anche il cerone è sconfitto. Questo non è Silvio Berlusconi. Perchè Giovanna Del Giudice, tacchi a spillo da codice penale, è delusa, demoralizzata, quasi disperata per il viaggio da Napoli soltanto per rendere testimonianza: “Ma come? Io mi avvicino, lo saluto e la scorta mi respinge brutalmente perchè sono una donna e posso ingelosire qualcuno…”.
Ex meteorina al Tg4, assessore provinciale a Napoli, Del Giudice non capisce che i tempi sono andati, che Francesca Pascale è piuttosto possessiva: “Questa è discriminazione. Io ho un marito, due bambini e faccio politica”.
E Francesca è già infuriata per la presenza in Sicilia di Ylenia Citino, ex Uomini e donne, vecchia conoscenza del fidanzato.
Berlusconi l’atteggiamento di un pesciolino d’acqua dolce, dice cose che l’orecchio fatica a recepire e il cervello a interpretare: “In attesa che sia riconosciuta la mia innocenza, non posso che rispettare l’ordinamento e darò corso alle decisioni della magistratura, nonostante le ritenga ingiuste”.
Questo non è Silvio Berlusconi. Che accetta persino con gratitudine l’espiazione ai servizi sociali: “Mi ha fatto piacere. Ho sempre fatto attività di supporto a chi ha bisogno. Lo farò più che volentieri, cercherò di essere utile”.
Poi ci ripensa. Torna in se stesso: “È la prima volta in 20 anni che non sarò candidato nel voto europeo, a causa di un’ingiusta condanna della magistratura che favorisce in tutta evidenza la sinistra. E me ne rammarico”.
In quel momento, mentre Fitto sta per sonnecchiare e l’ex attrice Elisabetta Gardini cerca di ipnotizzare i fotografi, la sedia di Toti sembra ricoperta di chiodini: l’ex direttore Mediaset fa uno sforzo di anca per abbracciare il tavolo, spinge la schiena indietro, s’agita verso sinistra, verso destra.
E forse vorrebbe gridare: Silvio, così ti sbattono dentro. E Silvio, che deve recitare la castità eversiva, non molla il giochino: “Qualcuno può arricciare il naso davanti a questa espressione. Ma se andate a vedere il vocabolario, colpo di Stato si ha quando un governo eletto dal popolo viene sostituitoda un governo nominato senza passare per le elezioni. Negli ultimi vent’anni ne abbiamo avuto 4”.
Nessuna illusione. Sono brandelli di un discorso, noioso, che con prudenza gira intorno a pareggio di bilancio, vincoli europei, moneta unica.
Un discorso che sarà replicato in tv la settimana prossima con una serie di interviste. Poi evoca i patti di riforma con Matteo Renzi, che tratta come se fosse il fantasista olandese di un Milan ormai archiviato, un ragazzo di talento che vorrebbe in squadra, e invece gli tocca il baciamano a Iva Zanicchi: “Ho proposto l’elezione diretta del presidente della Repubblica”.
Son vent’anni che lo ripete. E da vent’anni portava con sè Claudio Scajola: “Una scelta molto dolorosa”. Ma l’ex ministro ha scoperto che l’hanno escluso perchè i suoi voti ostacolavano la riconferma di Licia Ronzulli e Lara Comi: “Cosa le posso rispondere, caro mio. Ho avuto la sensazione — spiega — di aver un grosso seguito in Liguria e Piemonte e questo successo preoccupava i miei colleghi di partito”.
Quello non era Berlusconi.
Ma questo Scajola non scherza mica.
Carlo Tecce
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