BERLUSCONI NEGA I BOMBARDAMENTI, MA I PILOTI RACCONTANO: “COLPITI OBIETTIVI LIBICI”
LE VERSIONI EDULCORATE DEL GOVERNO SECONDO LE QUALI I NOSTRI AEREI DEVONO SOLO PATTUGLIARE CONTRASTANO CON LE DICHIARAZIONI DEI NOSTRI MILITARI CHE, RIENTRATI ALLA BASE, HANNO PARLATO DI “SOPPRESSIONE” DELLE DIFESE AVVERSARIE E DI AVER “COLPITO” OBIETTIVI LIBICI…UN GOVERNO SERVO DI BOSSI E DEI COMPAGNI DI MERENDE DEL BOIA DI TRIPOLI
Se sulla gestione del comando dell’operazione militare internazionale in Libia regna un’incertezza responsabile di forti tensioni diplomatiche, non è certo più chiara la dimensione del ruolo svolto dalle forze armate italiane.
I nostri Tornado partecipano attivamente alla missione, colpendo gli obiettivi nemici, o si limitano ad appoggiare i mezzi alleati?
Sui limiti e le caratteristiche dell’impegno dei nostri veivoli le versioni fornite da politici e militari sono quanto mai discordanti.
“I nostri aerei non hanno sparato e non spareranno”, ha assicurato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in serata, preoccupato tra l’altro di tranquillizzare una Lega resa sempre più irrequieta dall’impegno italiano in Libia.
“I nostri aerei – ha aggiunto il premier – sono lì per il pattugliamento e per garantire la no-fly zone”.
Ma le parole di Berlusconi cozzano con il resoconto fatto oggi dal comandante Mauro Gabetta, pilota e portavoce della base di Trapani Birgi.
“L’operazione di soppressione delle difese degli avversari condotta dai nostri apparecchi è stata positiva, gli obiettivi sono stati colpiti”, ha spiegato l’ufficiale. “La zona interessata era nei pressi di Bengasi”, ha sottolineato. “Siamo pronti a operare in seno alla coalizione internazionale e ci sentiamo responsabili nei confronti dei cittadini italiani e di tutti i paesi della coalizione – ha aggiunto
Gabetta – la nostra missione non è finita, siamo pronti a rispondere ogni volta che ci viene richiesto”.
A rendere ancora più confusa la situazione la notizia della rimozione dall’incarico del maggiore Nicola Scolari, uno dei piloti dei Tornado italiani che ieri sera hanno svolto una missione nei cieli di Bengasi.
Al rientro alla base di Trapani l’ufficiale aveva raccontato. “Abbiamo verificato la presenza o meno di radar nemici, ma non abbiamo rilevato emissioni tali per cui un nostro impiego fosse necessario”.
Oggi dallo Stato maggiore dell’Aeronautica si è appreso che per Scolari è stato disposto il rientro al suo reparto di appartenenza, a Piacenza.
La tesi del premier secondo la quale “i nostri aerei non sparano” rasenta l’umorismo, perchè la risoluzione dell’Onu autorizza a bombardare obiettivi militari libici che possano essere usati contro la popolazione civile.
Se non potessero neanche sparare, viene da chiedersi, che li avremmo mandati a fare? A giocare a tresette col morto?
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