BERLUSCONI, PRENDE QUOTA LA OPZIONE MARCHINI, CON DENTRO ANCHE STORACE…IN FORZA ITALIA I “POLTRONISTI DEL NORD” MESSI IN MINORANZA
TOTI, GELMINI E ROMANI SONO ISOLATI: A LORO INTERESSA SOLO MANTENERE I GOVERNI REGIONALI AL NORD… PASCALE SCATENATA CONTRO SALVINI: “INGINOCCHIATI DAVANTI AI MERIDIONALI, TROGLODITA”
Il vento di Cologno Monzese (e non solo) soffia forte, allontanando una possibile ricucitura con Salvini e Meloni.
Per ora, ripetono i big, “il candidato è Bertolaso”, ma sottotraccia in parecchi tessono la tela che porta a Marchini.
I rapporti, ormai, con Salvini e la Meloni segnano il minimo storico. Siamo al più classico dei momenti che precede una ostilità aperta, come si evince dal principio di rissa ingaggiata da Francesca Pascale, che sul suo profilo Instagram ha di fatto insultato il leader leghista. Posta un’altrettanto raffinato ragionamento del leader leghista e scrive, a commento: “Inginocchiati ai meridionali, troglodita”.
A voler cercare un minimo di razionalità all’interno di una vicenda surreale, si potrebbero così sintetizzare le posizioni.
Il partito “Mediaset”, che considera pericolosa per gli interessi aziendali la deriva lepenista. Non solo Confalonieri, ma è da giorni che è tornato in campo Gianni Letta. Attenzione: non per Bertolaso, ma per favorire un passo indietro di Bertolaso a favore di Alfio Marchini. Letta che di Bertolaso conosce virtù e peccati, lo considera debole. E pensa che sarebbe necessario un suo passo indietro a favore di Marchini.
Seconda corrente è guidata da Francesca Pascale, che da giorni lavora sull’ego del Cavaliere, all’insegna del “non puoi farti trattare così”, “fagli vedere chi sei a quei due là ”. Il tutto in un clima assai meno pacato di come il cronista lo può raccontare senza scadere nella volgarità .
La terza il partito romano, che si è riunito con Berlusconi a Grazioli.
Uno dei presenti, Davide Bordoni, dice: “Molti sondaggi dicono che ad un eventuale ballottaggio Marchini avrebbe la meglio sulla raggi, sarebbe un’ipotesi”. Un pressing cui si è unito anche Antonio Tajani che, nei giorni scorsi, pur di far saltare l’accordo pressochè fatto con la Meloni ha minacciato di lasciare Forza Italia.
Poi c’è la spaccatura coi poltronisti .
Il fronte del Nord — Romani, Gelmini, Toti, Bergamini — è preoccupato che una rottura con Salvini a Roma possa compromettere alleanze e governi locali sopra il Po, dalla Lombardia alla Liguria.
“Silvio, con la Lega siamo obbligati a governare, non possiamo rompere sennò succede un casino”, è il refrain.
Su di loro grava però il sospetto di tradimento, non si capisce se reale o messo in giro ad arte dal fronte opposto, i “lealisti”, che stanno con Berlusconi qualsiasi decisione prenda.
Secondo questi ultimi (Gasparri, Tajani, Maria Rosaria Rossi, Matteoli, Fiori) il fronte del Nord sarebbe pronto alla scissione, proprio per una questione di poltrone.
Fonti interne a Grazioli raccontano che, Bertolaso e Marchini si sentono con una certa frequenza e non è escluso che, nelle prossime ore, ci sarà un contatto tra Berlusconi e Marchini che — chissà se è un caso — ha rallentato iniziative e dichiarazioni come in ogni trattativa che si rispetti.
E, proseguono le stesse fonti, lo stesso accadrà con Storace: “L’idea è costruire una coalizione da Marchini a Storace da contrapporre alla Meloni”.
Nel resto d’Italia, ad eccezione di Milano, gli accordi tra Lega e Forza Italia sono in alto mare.
(da Huffingtonpost e Fatto Quotidiano)
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