BERLUSCONI PROPONE LA CARTA DELL’AFFIDAMENTO A CASA: POTREBBE SVOLGERE UN “LAVORO DI PUBBLICA UTILITA'”
DEPOSITATA L’ISTANZA DAI LEGALI DI BERLUSCONI PER L’AFFIDAMENTO AI SERVIZI SOCIALI
Gli avvocati dell’ex premier, da quanto si è saputo, hanno fatto pervenire in mattinata la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali all’ufficio esecuzione della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto.
Istanza che è stata poi già trasmessa al Tribunale di Sorveglianza. Berlusconi, lo scorso primo agosto, è stato condannato a 4 anni di reclusione dalla Cassazione nel processo sui diritti tv Mediaset per l’accusa di frode fiscale.
Tre dei quattro anni di pena sono coperti dall’indulto e quindi per l’ex premier resta da scontare un anno, per il quale ha chiesto l’affidamento in prova.
Il termine per la presentazione, prima che la sentenza diventasse definitiva, scadeva il 15 ottobre.
Ora il fascicolo sarà istruito dal Tribunale di Sorveglianza che seguirà tutti i passaggi fino all’udienza per decidere sulla richiesta di affidamento in prova e sulla proposta da parte dell’ex premier di quale servizio sociale svolgere.
Udienza che dovrebbe svolgersi nei prossimi mesi e forse non prima della prossima primavera.
Negli ultimi giorni, intanto, si sono moltiplicati gli inviti al leader del Pdl: tutti lo vorrebbero tra i propri volontari, da Don Mazzi a Gino Strada, che lo inserirebbe volentieri in Emergency in Sudan o a Kabul.
L’ultima offerta, in ordine di tempo, viene da Francesco Storace: “Vieni a fare i servizi sociali al Giornale d’Italia. Potresti occuparti della raccolta pubblicitaria, sei un professionista”.
Ipotesi a cui Berlusconi avrebbe risposto “valuterò”.
Il tentativo “affidamento a casa”.
I legali di Berlusconi, però, stanno lavorando anche alla carta dell’affidamento a casa. Come ha lasciato intendere l’avvocato Coppi, dicendo che Berlusconi “potrebbe anche trascorrere il tempo con un’assistente sociale che poi attesti l’avvenuto recupero”.
Lo stratagemma per restare a casa consiste nell’impegnare Berlusconi un un “lavoro di pubblica utilità ” che possa essere svolto anche nella sua residenza, come ad esempio – suggerisce il Corsera – la stesura di un programma economico per le fasce più deboli della popolazione.
In questo caso, il Cavaliere resterebbe a casa, come negli arresti domiciliari, ma potrebbe uscire dopo aver svolto le ore di lavoro stabilite.
I tempi, in ogni caso, saranno lunghi.
A decidere sul luogo in cui Berlusconi svolgerà i servizi sociali sarà infatti un tribunale, che prima però dovrà aspettare il completamento dell’istruttoria dell’Uepe (Ufficio di esecuzione penale esterna).
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