BERLUSCONI SUL COLLE: “RENZI PROPORRA’ UNA TERNA DI NOMI”
STRAPPA UNA TREGUA CON FITTO SULL’ITALICUM E PENSA A GIANNI LETTA COME SEGRETARIO GENERALE DEL QUIRINALE
«Renzi bluffa sul Quirinale, non ha ancora una soluzione, ma come per le riforme, vedrete che non potrà fare a meno di noi».
Silvio Berlusconi incontra in sequenza a Palazzo Grazioli singoli dirigenti e parlamentari, poi i consiglieri neoeletti in Calabria, prima di rientrare ad Arcore.
A tutti predica prudenza, in vista della partita più delicata. «Matteo mi proporrà una terna di nomi e su quelli sceglieremo insieme, dopo che l’assemblea del suo partito gli avrà tracciato un identikit », è quanto va sostenendo il leader.
Forse, non a caso, dopo l’incontro di un paio di giorni fa tra l’«ambasciatore» Denis Verdini e il sottosegretario Luca Lotti a Palazzo Chigi sulle riforme.
In ogni caso, la controproposta che l’ex Cavaliere intende mettere sul tavolo al momento debito per garantire il sostegno di Forza Italia, è quella già discussa con i fedelissimi nei giorni scorsi, oltre che con lo stesso interessato: indicare Gianni Letta come segretario generale del prossimo presidente.
Tanto più se a succedere a Napolitano dovesse essere un altro «di sinistra ».
Clausola difficile da negoziare, non fosse altro perchè difficilmente il futuro capo dello Stato si farebbe imporre il più fiduciario dei collaboratori da un suo grande elettore. Ma tant’è.
Il punto è se Berlusconi riuscirà a garantire il voto di tutti i suoi 130.
Insomma, se Raffaele Fitto e i suoi 38 seguiranno la linea su riforme o Quirinale. Denis Verdini con l’eurodeputato ha cenato mercoledì sera in un noto ristorante dietro la Fontana di Trevi e ha assicurato ieri al capo che la tregua interna è siglata.
Che Fitto non ha nulla da obiettare contro il rinvio dell’entrata in vigore dell’Italicum al 2016 e il Consultellum in caso di voto anticipato.
Sul Quirinale, poi, sarà un’altra partita.
Il fatto è che “Mr 280 mila preferenze” tiene il punto.
Berlusconi ha cenato con tutti i parlamentari? Lui ieri pomeriggio ha riunito ancora una volta la sua truppa nella sala detta “catacomba” di un hotel romano.
Ha confermato ai suoi che l’Italicum a queste condizioni in effetti può andare, ma sul resto «la posizione non cambia di una virgola e da Berlusconi vogliamo prima vedere cammello».
Il capo farebbe volentieri a meno di incontrarlo, ma lunedì se lo ritroverà a tavola ad Arcore per il pranzo natalizio con i 13 eurodeputati.
Il «dimissionario » Verdini gli ha fatto un favore incontrando Lotti e poi Fitto l’altra sera, ma proprio del fedele braccio destro ormai si fida meno, ritiene che proprio con l’ex governatore stia facendo un gioco di sponda.
«Chi pensa a noi come possibili franchi tiratori per il Colle si sbaglia di grosso, quando abbiamo voluto attaccare lo abbiamo fatto apertamente, come nella riforma del Senato, votando contro in 19», mette in chiaro il “fittiano” Saverio Romano. Certo, poi il voto è a scrutinio segreto e quella, ragiona il pugliese Francesco Paolo Sisto, «è sempre una incognita ».
Quanto ai nomi, il consigliere Giovanni Toti a Radio2 ne fa un po’. «La Severino? Con tutti i danni fatti dal governo Monti… Prodi? Lo escludo. Amato? Un moderato di tutto rispetto». Casini? «Un centrista che viene dalla nostra area politica».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply