BERLUSCONI TEMPOREGGIA E SOGNA LA RIVINCITA
L’EX PREMIER DICE NO AL VOTO IN AUTUNNO E LAVORA ALLA LEGGE ELETTORALE… SCIOGLIERA’ LA RISERVA SULLA SUA RICANDIDATURA SOLO A SETTEMBRE
Con lo spread a 520 punti e che nelle prossime settimane potrebbe arrivare a 600, la missione di Monti potrebbe essere considerata fallita: Berlusconi ha in testa questo concetto e avrebbe tanta voglia di dirlo pubblicamente, ma per il momento tace, segue l’evoluzione della situazione italiana ed europea.
Così come avrebbe voglia di salire al Quirinale e dire a Napolitano «dove eravamo rimasti?», cioè a quel 12 novembre 2011 quando dovette dimettersi perchè tutto precipitava e lo spread era arrivato a 574 punti.
Lasciando Palazzo Chigi al Professore della Bocconi, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi del Paese perchè portatore della necessaria credibilità europea, pure per «piegare» frau Merkel.
E ora, ragiona il Cavaliere, dopo i sacrifici degli italiani e l’aumento delle tasse, «a che punto è la notte?».
Certo, di chiedere le dimissioni di Monti per il momento non ci pensa, anzi è d’accordo con il suo successore che a Soci ieri ha spiegato che il motivo di tanto nervosismo sui mercati non sono «i problemi specifici dell’Italia, ma le notizie, le dichiarazioni e indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni prese dal vertice Ue di fine giugno».
Dito puntato sulla Germania che frena e sulle affermazioni del ministro dell’Economia Roesler che ha rafforzato le voci su un’imminente uscita della Grecia dall’euro.
Ecco, negli atteggiamenti della Merkel e dei suoi alleati (Roesler è un esponente del Partito liberale) il Cavaliere vede la conferma delle sue critiche rivolte a Berlino e contenute in una recente intervista alla Bild intitolata «Non vogliamo un’Europa più tedesca».
Ecco, se oggi non sono «i problemi specifici dell’Italia», secondo l’ex premier, non lo erano nemmeno quando governava lui.
Oggi come allora sarebbe l’attacco speculativo sull’euro a romperci le ossa, con la Merkel che continua a sbagliare.
E taccia Bersani, eviti di sostenere «stupidaggini» del tipo che ci troviamo in queste condizioni perchè raccogliamo quello che le destre hanno seminato in 10 anni di governo in quasi tutti i Paesi europei.
E che «Berlusconi di nuovo in campo non è una buona notizia vista dal mondo». Dopo Berlusconi, dice il diretto interessato, non sembra che sia cambiato granchè.
L’ex presidente del Consiglio non tifa per elezioni ad ottobre.
Nel Pdl sono in molti ad escludere questa ipotesi.
Lo esclude il capogruppo Gasparri, perchè primabisogna cambiare la legge elettorale e a suo giudizio non sarà possibile in tempi stretti, nemmeno in prima lettura al Senato entro il 10 agosto quando il Parlamento chiuderà i battenti per la pausa estiva. Tuttavia, ragiona il Cavaliere, se la situazione dovesse precipitare, con lo spread attorno a quota 600, nulla a quel punto può essere escluso.
E’ sicuro però che lui si prepara a portare il conto sul tavolo di chi l’ha voluto fuori da Palazzo Chigi perchè bisognava salvare l’Italia e invece non è servito il suo sacrificio e i sacrifici che gli italiani stanno sopportando.
Così come è abbastanza sicuro che si ricandiderà per la sesta volta.
Vorrebbe annunciare il ritorno in pista tra settembre e ottobre, quando sarà chiaro con quale legge elettorale si andrà a votare e quali saranno le condizioni finanziarie del Paese.
Ma se gli eventi precipitassero, l’annuncio ufficiale verrebbe anticipato.
L’orizzonte per il momento rimane il 2013.
Ma c’è un macigno sul suo cammino e sono le elezioni regionali in Sicilia. Berlusconi vorrebbe che anche questo appuntamento elettorale venisse fissato per il prossimo anno, evitando il voto ad ottobre.
Nell’isola, che è stata una miniera di voti prima per Forza Italia e poi per il Pdl, il Cavaliere ha certezza di un pessimo risultato.
Le ultime elezioni amministrative, quelle comunali di Palermo in particolare, sono state un amarissimo assaggio.
Ecco, una debacle in Sicilia sarebbe un terribile viatico per le elezioni politiche, un modo per mettere piombo sulle ali di un Berlusconi che pensa di rinascere sull’onda del malcontento popolare, di un’Europa a predominio tedesco.
Peggio ancora se in quella Regione Pd e Udc dovessero sperimentare la nuova alleanza e magari con successo.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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