BOLLETTINO DALLA RUSSIA CHE RESISTE
L’INNO UCRAINO NEI LICEI, GLI SCIOPERI DELLA FAME E LE AZIONI CONTRO LA GUERRA TRA ARRESTI E PRESSIONIO SUI MEDIA
Memorial Italia ha deciso di rendere disponibile anche in italiano la cronaca, curata ogni settimana dai volontari di Memorial, delle proteste che si svolgono in Russia contro la guerra. Si ringrazia il collettivo di traduttori volontari che l’ha resa possibile.
Repressioni in ambito scolastico
Durante la lezione di “Conversazione su temi importanti”, due studentesse del liceo della Scuola Superiore di Economia di Mosca (HSE) si sono rifiutate di alzarsi in piedi per l’inno russo, e hanno fatto sentire l’inno ucraino, come riporta Doxa. Il loro gesto è stato ripreso in un video poi caricato su un canale privato. Il filmato, tuttavia, è stato reso pubblico e di conseguenza le ragazze hanno iniziato a essere vessate sia al liceo sia fuori, anche sui canali che sostengono l’invasione dell’Ucraina (Z-kanaly) e sul canale Telegram di Russia Today.
Entrambe le studentesse, per non incorrere in un procedimento penale, sono state costrette a girare un video di scuse. I lettori di Doxa riferiscono che le ragazze potrebbero essere espulse dall’istituto scolastico. L’amministrazione del liceo non ha commentato la situazione.
Scritte di protesta
Il 15 novembre a Voronež in via Antonov-Ovseenko ignoti hanno imbrattato il cartellone affisso “in onore del valore militare del capitano della guardia Sergej Rešetnikov”, come riporta il canale Telegram di Aktivatika. L’amministrazione locale sta cercando testimoni.
Nella regione di Tomsk è stato archiviato il procedimento penale per atti vandalici contro la pensionata Natal’ja Indukaeva, scrive Akvatika. Nel marzo di quest’anno la donna aveva scritto una frase contro la guerra sul muro di una locale casa della cultura. L’archiviazione è arrivata grazie al “ravvedimento operoso” della donna, сhe ha risarcito i danni materiali, pari a 16.900 rubli, con l’aiuto degli abbonati al canale Sibir’Media.
A San Pietroburgo il giudice di pace del distretto Puškinskij ha inflitto a Egor Kazanec, cittadino ucraino, una multa di 30.000 rubli. Il 10 maggio l’uomo aveva scritto “Gloria all’Ucraina!” sulla facciata di una casa. Non avendo riscontrato circostanze aggravanti, il giudice ha rilasciato Egor che, essendo già stato detenuto in custodia cautelare, non ha dovuto pagare alcuna multa. In precedenza, l’uomo aveva rischiato di essere coinvolto in un processo penale.
A Krasnoobsk (nella regione di Novosibirsk) Dimitrij Karimov, sospettato di aver dato fuoco a uno striscione a sostegno della guerra, è stato obbligato a sottoporsi a un controllo al dispensario psichiatrico, scrive OVD-info. Il giovane dovrà restare nella struttura sanitaria per almeno un mese. Contro Karimov è stato avviato un procedimento ai sensi dell’articolo sulla distruzione intenzionale o danneggiamento di proprietà causato da incendio.
A Penza, il tribunale ha archiviato un procedimento amministrativo contro il cittadino Al’bert Gerasimov, scrive OVD-info. A giugno Gerasimov era stato accusato di diffamazione dell’esercito russo per aver scritto “Pace nel mondo e niente guerra, per gli amici di tutta la terra”, sulla recinzione della villa di Ivan Belozercev, ex governatore della regione di Penza. Gli esperti del laboratorio forense di Penza presso il Ministero della Giustizia hanno concluso che la scritta non diffama le forze armate.
A San Pietroburgo, il tribunale distrettuale Moskovskij ha archiviato i casi contro Elizaveta Savina e Marina Sergeeva, secondo quanto riportato da OVD-info. A metà luglio, le ragazze avevano scritto “Pace all’Ucraina” davanti alla stazione “Elektrosila” della metropolitana. Erano state arrestate e dopo 15 ore la polizia gli aveva notificato un verbale per diffamazione dell’esercito e vandalismo. Nei confronti di Marina Sergeeva era stato anche avviato un procedimento penale, e per questo la ragazza ha lasciato il paese.
Singole azioni di picchettaggio
A Mosca la polizia ha arrestato Leonid Ljapunov, il quale si trovava vicino al Cremlino con uno striscione con la scritta “No alla guerra”, riporta Aktivatika.
A San Pietroburgo nel centro commerciale “Galereja” Lilija Juščenko, madre di due bambini, ha esibito un cartello con la scritta “No alla guerra”. Le guardie del centro commerciale le hanno sequestrato il cartello e chiamato la polizia, scrive Aktivatika.
Nella regione di Kaliningrad alcuni attivisti hanno manifestato contro la guerra, scrive Aktivatika.
A Chabarovsk, l’attivista Nikolaj Zodčij è andato in giro con un cartello con scritto “La Russia è governata da satana”, riporta Aktivatika. All’attivista si è avvicinato un poliziotto, che ha cercato di accusare Zodčij di diffamazione delle autorità russe, ma non ha saputo indicare in base a quale articolo del Codice penale.
Pressioni sul mondo della cultura
Il teatro drammatico accademico della Baschiria “Mažit Gafuri” ha annullato lo spettacolo basato sul romanzo Zulejka apre gli occhi di Guzel’ Jachina, scrive ODV-Info. La scrittrice si è schierata contro la guerra in Ucraina.
L’artista Pokras Lampas, l’attrice Ksenija Rappoport e l’ex direttore del dipartimento di arte contemporanea del museo Ermitage Dimitrij Ozerkov, che si sono schierati controla guerra, sono stati esclusi dal Consiglio per la cultura e l’arte di Pietroburgo, riferisce ODV-Info. Dal Consiglio è uscito anche Pavel Prigar, ex direttore del centro espositivo “Il Maneggio” di Mosca.
Procedimenti penali
A Irkurtsk è stato arrestato il diciottenne Il’ja Podkamennyj che aveva avvolto del filo di rame intorno alle rotaie e attaccato sui binari dei volantini scritti a mano su fogli di quaderno. L’uomo è accusato di incitamento all’estremismo.
Il tribunale di Ulan-Udė ha disposto la custodia cautelare fino al 5 dicembre per l’attivista locale Natalija Filonova, comunica il FAS (Resistenza Femminista Contro la Guerra). L’attivista, che attualmente sta facendo lo sciopero della fame, è accusata di violenza contro le forze armate: secondo gli inquirenti, il 26 settembre in tribunale avrebbe malmenato un poliziotto e colpito con una penna al volto un altro. Il colpo con la penna è considerato dalle forze dell’ordine “violenza pericolosa per la vita e la salute”, poiché la donna avrebbe toccato il poliziotto vicino all’occhio. Dal 22 ottobre la donna è agli arresti domiciliari.
Le autorità stanno anche cercando di portarle via il figlio adottivo invalido. Secondo gli attivisti per i diritti umani, ciò è necessario per per poterla mandare in prigione, poiché alle madri di figli invalidi sono accordati benefici sulle pene che prevedono la detenzione. Adesso il figlio minorenne della donna verrà preso in carico dai servizi sociali. Il marito di Natalija si trova in ospedale a causa di un infarto.
Pressioni a causa di attività online
Il Tribunale del distretto Leninskij a Vladimir ha decretato il blocco della petizione anti-mobilitazione su Change.org. La petizione contro la mobilitazione generale e parziale, lanciata dal movimento “Mjagkaja sila” (Soft power), ha raccolto finora oltre 452.000 firme.
Roskomnadzor ha limitato sul territorio russo l’accesso al sito di “Novaja Gazeta” e al suo progetto “Svobodnoe prostranstvo” (Spazio libero). Già il 28 marzo “Novaja Gazeta” aveva interrotto la pubblicazione dei suoi materiali “sul sito, sui social e su carta stampata” fino alla fine della guerra in Ucraina. Anche la testata “Sachkom”, con sede a Sachalin, ha riferito che le sue risorse sono state bloccate. I giornalisti della testata riferiscono di non avere ricevuto alcuna notifica da Roskomnadzor.
OVD-Info riporta che a Mosca la Procura del distretto sud-occidentale ha confermato la sentenza di condanna a Dimitrij Talantov, un avvocato dell’Udmurtia. Talantov è accusato di aver diffuso pubblicamente informazioni deliberatamente false sulle azioni delle forze armate russe e di aver incitato all’odio o all’ostilità. Il procedimento penale è stato avviato per i post pubblicati da Talantov sui social network. In uno di questi le azioni dell’esercito russo a Mariupol’, Irpin’ e Buča vengono definite “pratiche naziste estreme”.
Ad Abakan (Repubblica di Chakassia) il tribunale ha rinviato alla Procura il procedimento penale contro Michail Afanas’ev, direttore di “Novyj fokus”, per “fake news” relative аll’esercito russo. Nei suoi confronti è stata disposta la custodia cautelare fino al 16 gennaio. Il giornalista è accusato di aver diffuso “fake news” militari sfruttando la propria posizione ufficiale. Il procedimento contro di lui è stato avviato in aprile, a causa della pubblicazione sul sito di “Novyj fokus” della notizia che 11 membri delle unità speciali della Chakassia si erano rifiutati rifiutati di combattere in Ucraina. Il 15 aprile il tribunale ha disposto per Afanas’ev la custodia cautelare e da allora l’uomo si trova in carcere. Alla fine di ottobre, l’indagine si è conclusa e il fascicolo è stato trasmesso al tribunale.
Nell’appartamento del blogger di sinistra Andrej Rudoj a Dzeržinsk (regione di Nižnij Novgorod), è stata condotta una perquisizione.
Al momento della perquisizione nell’appartamento era presente la moglie dell’attivista. La perquisizione è avvenuta a seguito del procedimento penale avviato per dei post contro la guerra pubblicati in VKontakte. A seguito della perquisizione non è stato confiscato nulla.
Nella regione di Nižnij Novgorod, il tribunale ha emesso un’ordinanza restrittiva nei confronti dell’attivista Andrej Rossiev, riferisce OVD-Info. È stato accusato di aver diffuso “fake news” sull’esercito russo e di aver incitato all’odio e all’ostilità su Internet con intimidazioni violente.
Gli inquirenti hanno chiesto che Rossiev fosse trattenuto in custodia cautelare ma il tribunale ha respinto la richiesta. Rossiev non può utilizzare mezzi di comunicazione e Internet, ma gli è stato permesso, sotto la supervisione di un ispettore, di cancellare le sue “affermazioni che incitano all’odio”. All’attivista vengono contestati i due reati per 37 commenti lasciati su VKontakte.
Fuori categoria
Un attivista ha sporto querela alla Procura Generale contro l’organizzatore della marcia “su Washington” che si è svolta di recente a Mosca, durante la quale i manifestanti avevano incitato il governo a colpire i “nemici” con un missile nucleare, riporta Aktivatika.
L’attivista ha richiesto che l’organizzatore sia indagato per pubblico incitamento alla guerra, diffamazione delle Forze Armate russe e violazione delle misure anti-Covid nell’organizzazione di manifestazioni pubbliche.
Il tennista russo Andrej Rublev ha lanciato un appello alla pace dopo la vittoria sul connazionale Daniil Medvedev durante le ATP Finals di lunedì. Rublev, classificatosi al settimo posto, ha scritto sull’obiettivo della telecamera “la pace, la pace, la pace è tutto quello che ci serve”, riporta il canale Telegram OČNIS’!.
(da Memorial Italia)
Leave a Reply