BONDI, DOPO LA POESIA, SI DA’ ALLA MUSICA: DIVENTA PIANISTA IN AULA E VOTA PER IL MINISTRO SACCONI ASSENTE
SUL WEB LA PERFORMANCE DEL CHIACCHIERATO MINISTRO ALLA CULTURA… DOPO IL RICCO CONTRIBUTO ASSEGNATO AL TEATRO DI NOVI LIGURE, HA PENSATO FORSE DI ESIBIRSI COME PIANISTA IN QUALCHE ORCHESTRA?… CERTO CHE IL GOVERNO SEMBRA DAVVERO UNA CORTE DI MIRACOLATI
Chi urla, chi vorrebbe il coprifuoco, chi minaccia dimissioni, chi non vorrebbe darle e poi è costretto a rassegnarle, chi litiga con altri ministri, chi è indagato, chi in delirio di onnipotenza, chi compra e chi acquista.
Un quadro teatrale o il governo del fare?
L’ultima scena, in ordine di tempo, della piece teatrale di “berluscolandia” è andata in scena poche ore fa al Senato, durante la discussione sulla riforma universitaria.
Protagonista il ministro della cultura (si fa per dire) Sandro Bondi.
È il capogruppo dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, a denunciare il ruolo di ‘pianista’ del ministro, colpevole di aver votato per conto del ministro Sacconi, durante le votazioni del ddl Gelmini.
Belisario ha chiesto l’annullamento delle votazioni della mattinata e le dimissioni del ministro o, in alternativa, la convocazione della Giunta del Regolamento per affrontare la questione.
”Quando ci sono delle irregolarità nell’esercizio del voto, le votazioni – ha osservato Belisario – vanno annullate ai sensi dell’art. 118, primo comma, del Regolamento. Il ministro Bondi ci ha dimostrato di essere un bravo pianista. Oggi, si deve vergognare. Un ministro sotto sfiducia ritiene di far cadere il decoro del Parlamento. Sapevamo che era un poeta ma che fosse anche un pianista ci risulta nuova. Chiedo alla presidenza l’annullamento delle votazioni di questa mattina, come risulta dal web, di un ministro della Repubblica che bara al momento del voto. La seconda richiesta in via subordinata è che venga convocata con urgenza la Giunta del Regolamento”.
Bondi si è fatto beccare in pratica mentre vota con la scheda anche per conto del ministro Sacconi, in quel momento assente.
Una leggerezza che un ministro non dovrebbe mai compiere, pure a favore di telecamere, tra l’altro.
Esiste un regolamento che lo vieta ormai in modo ferreo, voluto da Fini tra l’altro, per porre un limite a quella indecente prassi che ormai ci aveva sputtanato in tutto il mondo, ovvero di decine di parlamentari che votavano per il vicino di banco assente.
Ma che un ministro sotto richiesta di sfiducia per fatti gravi si faccia anche beccare in questa prassi induce davvero a interrogarsi sulla superficialità della nostra classe politica.
Se poi Bondi preferisse darsi al piano, abbandonando la politica, non potremmo che accogliere come una liberazione questa sua scelta.
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