BOSSI E BERLUSCONI ORMAI PARLANO DA SOLI, MA FORSE SONO I SOSIA DEL BAGAGLINO
UNO SI INVENTA DI AVER PORTATO A CASA IL FEDERALISMO E 15 MILIARDI PER I COMUNI, L’ALTRO FA LE PROVE DA RADIOAMATORE COLLEGANDOSI CON LA BRAMBILLA VIA CAVO OGNI SETTIMANA…. UNO LE SPARA SEMPRE PIU’ GROSSE, L’ALTRO HA NOSTALGIA DELLE RETI UNIFICATE
Hanno stili diversi: uno ama farsi immortalare in foto con il dito medio alzato, rivolto padanamente agli interlocutori, l’altro facendo le corna in seconda fila a qualche riunione internazionale.
Il primo ha sempre un occhio di riguardo verso la sua Rosy (Mauro), badante a tutto campo per mission ricevuta, il secondo alla sua Rosi (Bindi) ricorda spesso invece di non avere il fisico da velina per Mediaset.
Il primo è circondato da una corte dei miracoli, il secondo da una corte di miracolati.
Il primo difende una settantina di ladroni padani delle quote latte, il secondo è passato dal garantismo al giustificazionismo sempre e comunque.
Sono impegnati culturalmente entrambi: mitici i lunedi’ letterari che li vedono protagonisti nella villa di Arcore, dove recentemente è stato ammesso anche l’erede al trono Renzino, in versione trota pensante, in cui amano discettare sul futuro culturale del Paese, tra una barzelletta sui carabinieri e il rischio dei carabinieri sotto casa.
Molti i lati B in comune comunque: entrambi amano spararle grosse dal palco di Manicomio Italia.
Qualche giorno fa Bossi ha approfittato di una piazza importante, quella di Soncino (Cremona), per sostenere che “la Lega ha già portato a casa 15 miliardi per i Comuni”.
In realtà Bossi a casa non ha portato un bel nulla: i 15 miliardi in meno che i Comuni riceveranno dallo Stato potranno riscuoterli in eguale misura dai loro amministrati.
Col rischio e la possibilità concreta che ai cittadini poi i Comuni ne chiedano di più e aumenti quindi il prelievo fiscale.
Nell’occasione, riferendosi ai ladri delle quote latte, Bossi ha assicurato che “ho detto a Berlusconi che non può far chiudere le fattorie del Nord, la gente non capirebbe: Galan io non posso cacciarlo, ma chiederò a Zaia di scendere in campo. E’ uno che fa, non come Galan che parla e basta”.
Infatti Zaia ha fatto così tanto e bene, da far pagare all’Italia 4 miliardi di multe Ue per non avere rispettato la legge.
Oltre ad aver permesso a 70 taroccatori di non pagare le multe, mentre 11.000 onesti hanno pagato.
Per finire con il solito assolo di trombone del senatur: “in parlamento bastiamo io e Silvio, abbiamo quasi tutti i deputati”.
Problemi di matematica lucidità e di barcollamento e andamento lento nel Transatlatico di Montecitorio, probabilmente.
Dall’altra parte invece c’è Silvio che si è ormai specializzato in messaggi di “mobilitazione” giornalieri, come nei vecchi film luce.
Ogni sera invade i TG con un messaggio via etere, come i vecchi radioamatori alle prese con la ricetrasmittente.
“Qua Silvio, qua Silvio, promotori della Libertà ricevuto?”.
E arriva puntuale la sintesi del pensiero unico, un giorno in collegamento con i promotori della Brambilla (che però non si vedono mai sullo schermo), un’altra coi reduci di Rotondi, una terza con i profughi della Gelmini, un quarto con la bocciofila di Gasparri.
Un messaggio al giorno, levano il cattivo governo di torno?
Parole in libertà da una parte e dall’altra, all’insegna del “tutto va bene”, “gli italiani sono felici” e” i padani ancora di più, soprattutto quando li inchiappetteranno con nuove tasse dal nome esotico.
Ma forse in realtà non sono realmente Bossi e Berlusconi quelli che vediamo e sentiamo ogni giorno sparare ai passeri, sono solo i sosia-attori del Bagaglino che li imitano.
Nessun problema: in fondo se lo scopo è quello di far ridere, chi meglio dei comici del teatro di Pingitore possono rappresentare più degnamente la nostra classe politica?
Manicomio Italia forever.
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