BRASILE SENZA OSSIGENO E SEDATIVI, PAZIENTI INTUBATI SENZA ANESTESIA, OLTRE 360.000 MORTI: CATASTROFE UMANITARIA
MEDICI SENZA FRONTIERE DENUNCIA IL FALLIMENTO DEL SOVRANISTA BOLSONARO: OLTRE MILLE BAMBINI MORTI PER LA POLITICA SANITARIA CRIMINALE DEL GOVERNO
Dall’inizio della pandemia in Brasile sono morte più di 360mila persone, con quasi 3.500 morti registrati nelle ultime 24 ore.
Una strage che non sta risparmiando nemmeno i più piccoli: tra febbraio 2020 e la metà di marzo del 2021 si contano almeno 852 morti sotto i 9 anni, inclusi 518 arrivati nemmeno a un anno di età, secondo le cifre fornite dal ministero della Salute, riportate in un servizio della Bbc. Si tratta dei casi conclamati, ma secondo le stime di medici e Ong potrebbero essere più del doppio.
È in questo contesto drammatico – con notizie di pazienti intubati che vengono legati al letto perché mancano i sedativi – che si inserisce la denuncia di Medici Senza Frontiere, secondo cui il fallimento del governo brasiliano nel rispondere al virus sta causando una “catastrofe umanitaria”.
La scorsa settimana i brasiliani hanno rappresentato l’11% della popolazione mondiale contagiata dal Covid-19 e il 26,27% dei decessi globali. Solo l’8 aprile si sono registrati 4.249 decessi e 86.652 nuovi contagi in 24 ore. “Queste cifre sbalorditive sono una chiara prova dell’incapacità delle autorità di gestire le crisi sanitarie e umanitarie nel paese e di proteggere i brasiliani, soprattutto i più vulnerabili, dal virus”, afferma la Ong.
“Le misure di sanità pubblica sono diventate un campo di battaglia politico in Brasile. Per questo politiche che dovrebbero fondarsi sulla scienza vengono orientate da opinioni politiche più che dalla necessità di proteggere individui e comunità dal Covid-19”, dichiara il dott. Christos Christou, presidente internazionale di MSF. “Il governo federale ha rifiutato di adottare linee guida di salute pubblica di valenza scientifica, lasciando il personale medico brasiliano a gestire i malati più gravi nelle terapie intensive e improvvisare soluzioni quando non ci sono abbastanza letti. Questo ha messo il Brasile in uno stato di lutto permanente e ha portato il sistema sanitario brasiliano vicino al collasso”.
Per Meinie Nicolai, direttore generale di MSF, “la risposta al Covid-19 in Brasile deve iniziare nella comunità, non nelle terapie intensive”. “Non solo le forniture mediche come ossigeno, sedativi e dispositivi di protezione individuale devono arrivare dove servono, ma devono essere promossi e implementati nella comunità l’uso di mascherine, il distanziamento fisico, misure igieniche rigorose e la limitazione di movimenti e attività non essenziali, secondo la situazione epidemiologica locale. Le linee guida per il trattamento del Covid-19 devono essere aggiornate per riflettere le ultime ricerche mediche e i test antigenici rapidi devono essere resi ampiamente disponibili per facilitare sia la cura del paziente che il controllo dell’epidemia”.
La scorsa settimana, le terapie intensive erano piene in 21 delle 27 capitali federali del Brasile. Negli ospedali di tutto il paese c’è carenza sia di ossigeno, necessario per curare pazienti gravi e in condizioni critiche, sia dei sedativi che occorrono per le intubazioni. Le équipe di MSF hanno visto pazienti, che avrebbero avuto una possibilità di sopravvivenza, lasciati senza cure mediche adeguate.
“La devastazione che le équipe di MSF hanno visto all’inizio nella regione amazzonica è diventata realtà nella maggior parte del Brasile”, afferma Pierre Van Heddegem, coordinatore dell’emergenza Covid-19 di MSF in Brasile. “La mancanza di pianificazione e coordinamento tra le autorità sanitarie federali e le loro controparti statali e municipali sta avendo conseguenze per la vita o la morte delle persone. Non solo i pazienti muoiono perché non hanno accesso all’assistenza sanitaria, ma il personale medico è esausto e soffre di gravi traumi psicologici a causa delle condizioni di lavoro”.
Altro limite è la carenza di operatori sanitari locali. Nonostante ciò, il personale sanitario straniero e i brasiliani con titoli acquisiti all’estero non sono autorizzati a lavorare in Brasile.
Contagi e morti si moltiplicano in Brasile anche a causa della disinformazione che circola nelle comunità di tutto il paese. Le mascherine, il distanziamento fisico e le limitazioni ai movimenti non sono attuate e diventano uno strumento politico. Inoltre, l’idrossiclorochina (un farmaco antimalarico) e l’ivermectina (un farmaco antiparassitario), raccomandate dai politici come panacea per il Covid-19, vengono prescritte dai medici sia come profilassi che come trattamento.
A peggiorare la situazione, in un paese che ha vaccinato 92 milioni di persone contro l’H1N1 (influenza suina) in soli tre mesi nel 2009, la campagna di vaccinazione Covid-19 procede a rilento. Finora, solo l’11% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino. Ciò significa che milioni di vite in Brasile, e anche oltre i suoi confini, sono a rischio a causa di oltre 90 varianti del virus attualmente in circolazione, nonché di eventuali nuove varianti che potrebbero emergere.
“Le autorità brasiliane hanno assistito alla diffusione illimitata del Covid-19 nell’ultimo anno”, afferma il dott. Christou di MSF. “Il loro rifiuto di adattare le misure di salute pubblica basate sull’evidenza ha costretto troppe persone a una morte prematura. La risposta in Brasile necessita di un ripristino urgente, basato sulla scienza, e ben coordinato per prevenire ulteriori morti evitabili e la distruzione del sistema sanitario brasiliano, un tempo prestigioso”.
(da “Huffingtonpost”)
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