BREXIT, PORTE CHIUSE AGLI EUROPEI: “ENTRA SOLO CHI HA UN LAVORO QUALIFICATO E PARLA INGLESE”
QUANDO NON TROVERANNO PIU’ INFERMIERI NEGLI OSPEDALI LASCIATELI MORIRE DA SOLI, COME MERITANO… E SI PREPARINO A PULIRSI I CESSI E I PIATTI DEI RISTORANTI
Il Regno Unito si prepara dal 2021 a sbarrare gli ingressi, dopo la fine della transizione post Brexit, ai nuovi immigrati “a bassa qualificazione” e non a loro agio con la lingua inglese: inclusi quelli che dall’anno prossimo busseranno alle porte dell’isola dai Paesi dell’Ue.
Regole destinate a chiudere le frontiere alla pratica di chi finora è andato nel Regno Unito proprio per imparare l’inglese, lavorando come lavapiatti o cameriere.
Il visto di lavoro destinato ad essere introdotto a regime dopo la Brexit potrà essere concesso solo ai richiedenti – europei e non – che abbiano un minimo di 70 punti. I punti saranno attribuiti (10 o 20 per voce) soltanto a chi avrà già in mano offerte di lavoro da 25mila sterline l’anno in su, titoli di studio specifici (come Phd), qualificazione per settori con carenza occupazionale nel Regno Unito e conoscenza dell’inglese.
La “priorità assoluta” del sistema sarà dunque quella di dare l’ingresso “alle persone più qualificate e talentuose”. Le offerte di lavoro per gli immigrati dovranno garantire uno stipendio superiore alle 25.600 sterline (30.800 euro) all’anno, meno dunque delle 30mila sterline (36mila euro) ora offerte agli stranieri extracomunitari.
Fra le misure elencate sul sito del Guardian viene anche specificato che alla frontiera non verranno più accettate carte d’identità di paesi come Francia e Italia.
Secondo il quotidiano il motivo è di evitare che lavoratori extra Ue ingannino il sistema con carte d’identità falsificate. Gli studenti saranno coperti dal sistema basato sui punti, ha specificato il governo, mentre ci saranno iniziative separate per scienziati, laureati, operatori del servizio sanitario nazionale e quelli del settore agricolo.
Lo scopo è riprendere “il pieno controllo” delle frontiere “per la prima volta in decenni” ed eliminare “un sistema migratorio distorto dalla libertà di circolazione europea”. Secondo il progetto, gli europei e gli immigrati del resto del mondo che vogliono vivere nel Regno Unito saranno trattati con gli stessi standard.
Le modifiche entreranno in vigore il 1 gennaio 2021, dopo la fine del periodo di transizione Brexit, durante il quale il Regno Unito continuerà a mantenere la libera circolazione delle persone per i cittadini dell’Ue.
“Siamo consapevoli – ha concluso Patel – che queste proposte rappresentano un cambiamento significativo per le aziende”, ammette l’esecutivo, che sta preparando un “programma di comunicazione globale”.
Le opposizioni hanno contestato questa strategia, sostenendo che il modello australiano filtra ma incoraggia l’immigrazione, mentre questa versione minaccia di scoraggiarla tout court. Il Labour ha chiesto di assicurare almeno delle eccezioni in settori strategici quali la sanità , dove i ruoli infermieristici sono coperti attualmente in buona parte da stranieri.
Mentre i Liberaldemocratici hanno accusato il governo di “xenofobia”.
La Confindustria britannica, a nome degli imprenditori, ha da parte sua elogiato alcuni aspetti dell’annunciata riforma ma non senza riserve sui rischi di limitazione nel reperimento della forza lavoro da parte del business.
ll Migration Advisory Committee (MAC) ha stimato con queste soglie di competenze, circa il 70% dei cittadini europei che sono arrivati in Gran Bretagna dal 2004, non avrebbero potuto beneficiare del visto.
(da agenzie)
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