BUFERA SUL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA MORRONE: “VIA LE CORRENTI DI SINISTRA DELLA MAGISTRATURA, IL MIO PARTITO HA UNA QUESTIONE APERTA CON LORO”
UN POLITICO CHE MINACCIA LA MAGISTRATURA E’ INDEGNO DI OCCUPARE QUEL RUOLO… IL CSM CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTRO BONAFEDE
“Voi sapete a che partito appartengo, cioè la Lega, e mi auguro che la magistratura si liberi dalle correnti”. E fin qui passi.
Ma al Csm, in un incontro ufficiale con i giovani magistrati, il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, 36 anni, avvocato di Forlì e uomo del ministro dell’Interno Matteo Salvini, aggiunge: “Mi auguro in particolare che si liberi di quelle di sinistra”. Questo detto a due giorni dalle elezioni dei togati per lo stesso Csm che si svolgeranno domenica e lunedì e dopo la dura polemica tra lo stesso Salvini e le toghe per la sentenza della Cassazione.
Si scatena la tempesta nel mondo giudiziario. Protestano, come vedremo, nel giro di sole due ore, i responsabili di Artea, la corrente di sinistra delle toghe, l’Anm, i singoli consiglieri attuali e futuri del Csm.
Ma ecco, alle 13, di fronte agli stessi magistrati che alle 9 hanno ascoltato il sottosegretario, le parole del vice presidente del Csm Giovanni Legnini: “Telefonerò e scriverò una lettera al ministro della Giustizia sulle parole del sottosegretario Morrone per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni”.
Da via Arenula non parla il Guardasigilli Alfonso Bonafede, ma lo stesso Morrone è costretto a una dichiarazione che suona come un’ammissione e al contempo un mea culpa: “In magistratura non ci sono correnti migliori di altre. E le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono un’opinione personale che non rappresenta la posizione del ministro Bonafede. In questo senso ho avuto un’uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza. Rivendico comunque la posizione politica, la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura perchè portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni. Non era mia intenzione sostituirmi al ministro di cui stimo e rispetto la posizione. Così come rispetto la stragrande maggioranza della magistratura che porta avanti la propria missione con abnegazione e imparzialità ”.
Ma ecco la cronaca della convulsa mattinata.
Sono passate da poco le 9 a palazzo dei Marescialli e un brusio percorre la grande sala delle conferenze. I Mot, i magistrati ordinari in tirocinio, reduci dall’ultimo concorso e pronti a giurare al Quirinale tra qualche settimana, che stanno partecipando a un seminario di due giorni reagiscono stupiti. Qualcuno di loro, che coglie subito la gravità delle parole di Morrone, si alza e lascia la sala. Un luogo ufficiale quindi, dove si sta svolgendo il seminario, a porte chiuse, con le giovani toghe.
Passano una decina di minuti e Morrone si rende conto di aver fatto una grave gaffe, di cui sono testimoni anche numerosi consiglieri del Csm che erano presenti.
Cerca di correggere il tiro, ma in realtà rende la situazione ancora più grave. Interviene di nuovo e dichiara: “Ho parlato così prima perchè come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati”.
Morrone si riferisce ovviamente alla sentenza della Cassazione che ha confermato l’ordine di sequestro di 49 milioni di fondi della Lega scomparsi nel nulla. Ma con le sue parole addebita alla sinistra della magistratura una decisione che è stata assunta in Cassazione, dalla seconda sezione penale, in un collegio composto da 5 magistrati.
Immediata la reazione di sconcerto degli stessi componenti del Csm.
Ecco quella di Antonello Ardituro, ex pm di Napoli, della corrente di sinistra di Area: “Le dichiarazioni del sottosegretario sono inaccettabili nel contenuto e gravissime quanto al contesto in cui sono state rese. Un incontro di formazione per giovani magistrati non può essere strumentalizzato per finalità politiche da chi è stato invitato per rappresentare il ministero della Giustizia nell’ambito della collaborazione istituzionale che la costituzione sollecita e che il Csm ha sempre onorato e continuerà ad onorare. Mi auguro che il Guardasigilli voglia prendere le distanze da queste dichiarazioni”.
Alla riunione dei Mot era presente il consigliere laico Paola Balducci. Ecco la sua ricostruzione: “Alla due giorni sui Mot sarebbe dovuto intervenire il ministro Bonafede. Ma il suo capo di gabinetto Baldi ci ha avvisato che sarebbe venuto al suo posto il sottosegretario Morrone che doveva essere presente già ieri. Morrone invece è arrivato stamattina e ha parlato delle correnti, per dire che non sono un elemento positivo perchè rischiano di offuscare l’imparzialità del magistrato, in particolare quelle di sinistra. In sala c’erano 300 persone e subito si è levata una protesta. Molti giovani magistrati sono usciti dalla sala mostrando di essere esterrefatti per le frasi del sottosegretario”
Sulle mailing list dei magistrati si susseguono le proteste. Ufficialmente esce con una nota la corrente Area, quella di sinistra che raccoglie Magistratura democratica e il Movimento giustizia: “Quella del sottosegretario Morrone è un’affermazione gravissima che non solo porta un attacco indebito all’associazionismo giudiziario e al pluralismo, ma costituisce un’inammissibile confusione tra ruolo politico e ruolo istituzionale. Fatto ancor più grave perchè avvenuto a due giorni dal voto, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del Csm, quindi con un chiaro intento propagandistico”.
Giuseppe Cascini, pm a Roma e candidato di Area al Csm nella quota dei pm, parla di episodio “oltre che sgradevole, dell tutto inaccettabile”, e conferma che la dichiarazione di Morrone “è stata seguita da un diffuso mormorio di disappunto da parte della platea dei Mot”. Cascini aggiunge che il consigliere di Area Nicola Clivio “è elegantemente intervenuto sulla vicenda, sottolineando come tali interventi poco si addicano a una figura istituzionale quale quella di sottosegretario, rasentando piuttosto discorsi da bar”.
Protesta anche l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, di Area e pm a Roma: “Le dichiarazioni del sottosegretario Morrone interferiscono gravemente sul voto per le imminenti elezioni del Csm e alludono in modo improprio e infondato a un collegamento tra il mondo delle correnti e le decisioni della Cassazione. Sono segno di un analfabetismo istituzionale inaccettabile in un sottosegretario o peggio l’avvisaglia di una concreta volontà di aggredire la funzione giudiziaria solo perchè prende decisioni sgradite”.
(da agenzie)
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