CALABRESI SFIDA DI MAIO: “DAI, QUERELAMI”
DI FRONTE ALLA RIVELAZIONE DELL’INCIUCIO SALVINI-CASALEGGIO, IL FUORICORSO GRILLINO AVEVA INVITATO IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA” A FORNIRE LE PROVE O DIMETTERSI… CALABRESI PRIMA LO INCHIODA: “COME MAI NON AVEVI CHIESTO QUELLE DI DE BORTOLI?”, POI LO SFIDA: “QUERELAMI, COSI’ IN TRIBUNALE FACCIO I NOMI E FORNISCO I DETTAGLI”
Oggi Repubblica in un articolo a firma di Matteo Pucciarelli ha raccontato di un incontro tra Davide Casaleggio e Matteo Salvini avvenuto dieci giorni fa a Milano. L’incontro è stato smentito prima da Rocco Casalino a nome del MoVimento 5 Stelle e poi dallo stesso Davide Casaleggio sulla sua pagina Facebook, infine anche dall’ufficio stampa della Lega Nord.
Il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha però confermato su Twitter che l’incontro è avvenuto, parlando di fonti certe e di false smentite da parte di Casaleggio e Salvini.
“Di Maio mi dice “di tirare fuori le fonti, di tirare fuori le prove oppure di dimettermi. È uno strano modo di interpretare le cose”. Lo dice il direttore di Repubblica Mario Calabresi a Rainews 24. Calabresi ricorda che dal “Watergate in poi le fonti si tengono segrete altrimenti verrebbero bruciate” e nessuno più si fiderebbe.
C’è però un altro dato, prosegue il direttore di Repubblica, “nei giorni scorsi, dopo l’uscita del libro di De Bortoli, Di Maio e Di Battista”, ripetutamente, “hanno chiesto le dimissioni non di De Bortoli ma della Boschi. Non hanno chiesto a De Bortoli quali erano le sue fonti, ma hanno detto alla Boschi che se sostiene che non e’ vero allora deve querelare”.
Ecco, “io restituisco” questo ragionamento e “dico a Di Maio: se sei convinto che è stato detto il falso querela ‘Repubblica’, davanti ai giudici tireremo fuori le nostre fonti”.
La vicenda non può non ricordare infatti quella che coinvolse la ministra Boschi e l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.
Luigi Di Maio chiedeva a Calabresi di “mostrare le prove” dell’incontro o di dimettersi (prima Di Maio chiedeva le dimissioni degli indagati, poi dopo la Raggi ha smesso, adesso ha ricominciato senza i reati).
Il riferimento alle fonti di Calabresi suggerisce che ci sia una fonte da tutelare, come conferma sul suo profilo facebook l’autore dell’articolo: «Le fonti non si danno in pasto a nessuno, se non lo desiderano. E’ un concetto basilare della deontologia professionale».
Intanto su internet torna a circolare questo articolo di Dagospia in cui si racconta di un incontro a casa del console generale americano tra Roberto Maroni e Davide Casaleggio propiziato da Arturo Artom, corredato dalla foto che pubblichiamo.
“Ancora una volta il Movimento 5 Stelle dimostra di avere paura della verità e si nasconde dietro smentite false e minacciose”.
Comincia cosi’ l’articolata e severa messa a punto che apre l’edizione on line di Repubblica dopo che “Luigi Di Maio e Davide Casaleggio hanno negato la notizia data oggi in prima pagina da Repubblica di un incontro tra lo stesso Casaleggio e il leader della Lega Matteo Salvini”.
Il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha risposto così all’attacco dei Cinquestelle, che sempre attraverso Di Maio hanno chiesto le sue dimissioni: ‘In un paese normale i politici non si nascondono dietro false smentite: confermiamo l’incontro Casaleggio- Salvini. Abbiamo fonti certe’”, si legge ancora.
Largo Fochetti sintetizza così “la ricostruzione della notizia:
1 — L’incontro si e’ svolto a Milano una decina di giorni fa prima che la trattativa sulla legge elettorale fallisse
2 — A chiedere il colloquio il leader della Lega Matteo Salvini preoccupato dall’ipotesi di un accordo tra Renzi e Berlusconi dopo il voto, che in quel momento era previsto da tutti a settembre.
3 — Non abbiamo mai scritto di patti o alleanze elettorali concordati tra Casaleggio e Salvini, ma solo dell’apertura di un canale di comunicazione legato agli scenari futuri.
4 — L’incontro ci è stato confermato da due autorevoli fonti della Lega Nord”.
— “In questa vicenda — si legge ancora nella nota di Repubblica — l’unico falso arriva dal Movimento Cinquestelle: attaccare Repubblica per cercare di nascondere la verita’. E farlo con minacce che non possiamo accettare e che rispediamo al mittente. Luigi Di Maio, che ricopre anche la carica istituzionale di vice presidente della Camera dei deputati, usa queste parole per offendere il direttore di Repubblica Mario Calabresi e l’editore Carlo De Benedetti: ‘Il direttore e’ stato messo li’ da un certo De Benedetti, tessera numero uno del Pd e editore con enormi interessi economici in questo paese. Se doveste mandarci al governo l’Italia avra’ finalmente una legge sugli editori e i loro conflitti d’interesse’”.
“Sono parole inaccettabili — si legge ancora — e fondate su una doppia mistificazione. La prima: che Repubblica sia mossa da intenti politici. La seconda: che vi sia un interesse economico tra la politica e il nostro gruppo editoriale. Il Movimento Cinquestelle, se andra’ al governo, faccia pure tutte le leggi che crede nel campo dell’informazione, ma non potra’ toglierci alcun finanziamento pubblico, semplicemente perche’ Repubblica non ne percepisce alcuno”.
“E, soprattutto — conclude il quotidiano — non saranno le minacce di qualsivoglia esponente politico che potranno impedirci di esercitare il nostro principale diritto: svolgere con correttezza, scrupolo e imparzialita’ il nostro mestiere di giornalisti. Al servizio di un unico giudice: il lettore”.
(da agenzie)
Leave a Reply