CALABRIA, LO SCIVOLONE DEL PRESIDENTE LEGHISTA SPIRLI’: ALLO STADIO CON IL SUO STAFF IN PIENA ZONA ROSSA
PIOVONO CRITICHE SUI SOCIAL, LA PROCURA SPORTIVA FEDERALE APRE UN’INCHIESTA: IL PROTOCOLLO DELLA LEGA NON PREVEDE ECCEZIONI AI DIVIETI ALLO STADIO PER RAPPRESENTANTI POLITICI E ISTITUZIONALI
Avrebbe dovuto essere un volano di like, si è trasformato in un boomerang e in un’inchiesta della procura sportiva federale.
Nel social reality della sua reggenza di Regione Calabria, il presidente facente funzioni Nino Spirlì scivola sulla partita Reggina-Vicenza, in barba ai protocolli e con la regione ancora in zona rossa, gustata comodamente in tribuna d’onore insieme ad un nutrito “staff” a fare da scorta e al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
“Reggio Calabria – Stadio Oreste Granillo. Vai Reggina, facci innamorare ancora” ha scritto sulla sua pagina istituzionale Spirlì, con tanto di tag per acchiappare visualizzazioni e like, più foto e selfie a corredo.
Peccato che gli utenti – inclusi tifosi organizzati e non da tempo costretti a litigare con Dazn per assistere ai match – non abbiano gradito per nulla. Al contrario. Sotto quel post, il presidente facente funzioni ha collezionato per lo più una valanga di commenti furibondi.
“Scusi ma se non sbaglio gli stadi sono chiusi al pubblico. Come mai lei si trova al Granillo?” chiede un utente, “Le palestre sono chiuse da un anno, i nostri figli sono chiusi in casa da un anno, la sanità calabrese fa acqua da tutte le parti… e lei Forza Reggina. Vergogna” rilancia un’altra.
“Come si fa a pensare al calcio ed addirittura andare allo stadio in questo momento terribile? (tra l’altro in zona rossa per dimostrare che le istituzioni danno sempre il buon esempio)” tuona un altro ancora.
“Per fare un vaccino bisogna percorrere 200km, la gente muore perché la sanità calabrese è allo sbando, e lei si permette anche in zona rossa di andare allo stadio…..ma in che mondo viviamo?” si legge in un altro commento. E sono fra i più pacati.
Spirlì non la prende bene. E sempre a mezzo social risponde alle critiche e si racconta vittima di “un manipolo di mestatori di fango mediatico che ha tentato di mescolare verità e opinione, col solo fine di attaccare il presidente della Regione”.
Insomma, quella valanga di critiche sarebbe stata una sorta di agguato ordito da misteriosi mandanti.
Insomma, tutto regolare e anche doveroso. Non sembra pensarla così la procura federale che ha aperto un procedimento per accertare eventuali violazioni relative all’applicazione del Protocollo gare di calcio professionistico in modalità ‘a porte chiuse’.
Si tratta del documento secondo cui, in tempi di Covid, gli unici a poter accedere allo stadio sono – oltre ai componenti tecnici e societari delle due squadre – operatori medici e paramedici, delegati Lega, personale dell’antidoping, dipendenti dei servizi di pulizia, steward, vigili del fuoco, forze dell’ordine e raccattapalle.
Di figure istituzionali non si fa menzione, tanto meno dello staff con cui si accompagnano. Un guaio per Spirlì, come per il sindaco Falcomatà
(da “La Repubblica”)
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