CAMERA CON RISSA
LEGITTIME PROTESTE DELLE OPPOSIZIONI, ACCUSE A FICO, INSULTI E SPINTONI ALL’ULTIMO MIGLIO DELLA MANOVRA CHE NESSUNO HA POTUTO DISCUTERE
Tra i banchi volano fogli, addirittura alcuni fascicoli che racchiudono i commi della manovra.
È l’azione-raffigurazione della rabbia delle opposizioni che esplode contro il governo. Tomi di carta lanciati per aria, ma anche contro le sedute del governo. E poi interventi intrisi di accuse, insulti, urla, risse sfiorate.
L’ultimo miglio della manovra – nell’aula della Camera per la terza e ultima lettura – si consuma in un clima da stadio. Le opposizioni – Pd in testa – non fanno sconti.
La maggioranza ha fretta di chiudere: il 31 dicembre è vicino e oltre non si può andare perchè altrimenti scatta la ghigliottina dell’esercizio provvisorio.
Il governo è in modalità fantasma: qualche sottosegretario dall’aria stanca, il ministro dell’Economia Giovanni Tria compare quasi al termine della lunga seduta che dalla mattina si snoda fino al tardo pomeriggio.
Del premier Giuseppe Conte nessuna traccia, così come dei due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. È un dèjà -vu di quello che è successo pochi giorni fa al Senato.
Il secondo tempo della rissa parlamentare sulla manovra. Con l’arbitro – il presidente di Montecitorio Roberto Fico – che fa fatica, e non poca, a gestire il caos.
Ore 10, emiciclo di Montecitorio. Il deputato del Pd Emanuele Fiano tuona contro Fico: “Non è mai successo che si arrivasse a una terza lettura della legge di bilancio senza che si esaminassero i relativi emendamenti”.
Le opposizioni non ci stanno: la ferita dello stop al voto degli emendamenti in commissione Bilancio, che si è aperta nella notte, è ancora fresca. Francesco Paolo Sisto, per Forza Italia, promette “opposizione dura” in aula e nelle piazze. Passano circa trenta minuti e finisce tutto in bagarre. Per l’intera giornata.
Nel mirino delle opposizioni finisce ancora Fico, destinatario di una richiesta precisa: sospendere la discussione generale perchè “la Costituzione è stata calpestata”.
Il Partito democratico e Forza Italia non lamentano solamente l’andamento dei lavori in commissione, che nella notte ha consegnato il testo all’aula, ma anche i tempi contingentati dell’esame del provvedimento in aula.
Chiedono di mettere ai voti la richiesta di sospensione. È un modo per pesare la maggioranza visto che alcuni banchi dei 5 Stelle e della Lega sono vuoti.
Ma il presidente della Camera decide di sospendere la seduta per dieci minuti rimettendo tutto nelle mani della conferenza dei capigruppo “come richiesto dalle opposizioni”. Scoppia il caos.
Fiano, seguito dal collega Enrico Borghi, si dirige di corsa verso il banco della presidenza agitando un fascicolo di emendamenti, che finirà addosso al viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia. Momenti di concitazione, urla. Intervengono i commessi per fermare Fiano. Fogli che volano per aria tra i banchi. I lavori vengono sospesi.
Si va in capigruppo, ma le opposizioni decidono di lasciare la riunione dopo pochi minuti. I lavori riprendono in aula e il Pd attacca ancora Fico.
Questa volta perchè non ha dato una risposta alla richiesta di votazione di sospensione dei lavori, decidendo invece di convocare la capigruppo.
Fiano insiste, chiedendo allo stesso tempo scusa per avere colpito Garavaglia. Il presidente della Camera prova a parare i colpi degli attacchi e si dice sensibile al tema dell’allargamento dei tempi per l’esame della manovra, ma ricorda che mancano pochi giorni al 31 dicembre e il testo “non può arrivare al presidente della Repubblica il primo gennaio”.
Maria Elena Boschi tiene il punto e twitta: “Fico ha scelto di rinunciare a fare il presidente della Camera e vestire i panni del capogruppo M5S. Ha fatto ostruzionismo per evitare che si votasse alla Camera mandando sotto la maggioranza, non pervenuta in aula. Fico non sei più il presidente di tutti”.
Matteo Orfini, presidente del Pd, e Andrea Marcucci, capogruppo dei dem al Senato, si infilano nella sala stampa di Montecitorio. Qui annunciano il deposito di un ricorso alla Consulta con cui sollevano un conflitto di attribuzione contro il governo.
“Ci appelliamo alla Corte per ristabilire le regole essenziali di questa democrazia”, spiega Marcucci. Il ricorso è centrato sulla presentazione last-minute del maxiemendamento a palazzo Madama: “C’è stata la precisa volontà di maggioranza e governo di impedire ai parlamentari di capire cosa si stesse votando”, accusano i dem.
Il clima resta teso. La maggioranza decide di non leggere le relazioni, espediente per restringere i tempi. Di nuovo proteste.
“Non c’è modo al momento di verificare cosa c’è nelle relazioni di maggioranza dei colleghi perchè non sono disponibili nè online nè cartacee”, tuona ancora Fiano. Fico replica: “Li stiamo caricando online”. Borghi insiste, il presidente della Camera lo richiama: “Deputato Borghi primo richiamo formale. Lei non finisce l’aula oggi”. L’esponente del Pd sbotta: “Cosa fa mi minaccia? Lei non mi minaccia!”.
La discussione generale va avanti.
Intorno alle 17.30 ancora tensioni in aula. Il deputato del Pd Luigi Marattin e il sottosegretario leghista Nicola Molteni si rinfacciano gli insulti che arrivano dai banchi dei rispettivi gruppi. Fico richiama all’ordine: “Evitiamo di dare questo spettacolo”. Marattin poi chiarisce: “Io ho stima di Nicola Molteni e gli ho sentito pronunciare un insulto a un collega. Siccome io ho stima di lui, sono andato da lui e gli ho chiesto di evitare. Lui ha risposto che siamo uno pari perchè ce n’era stato un altro. Io dico: evitiamo di proferire insulti gli insulti gli uni agli altri”.
Dai banchi della maggioranza piovono fischi.
I dem provano l’ultima carta e chiedono di mettere ai voti la richiesta di rinviare la manovra in commissione. Fico concede il voto, ma l’aula respinge la richiesta.
Parola al ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: il governo pone la questione di fiducia sul testo approvato dal Senato. La maggioranza applaude, le opposizioni urlano. L’ultimo miglio della manovra è all’insegna della bagarre parlamentare.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply