CARDINI: “MELONI E’ DIVENTATA LA PUPILLA DEGLI USA E ORA GUARDA AL CENTRO”
“SA RECITARE, VA D’ACCORDO CON ZELENSKY PERCHE’ SONO DUE ATTORI, ORA E’ PURE AMICA DI RENZI”
“Giorgia Meloni è una ragazza intelligente e spregiudicata. Ha pure studiato un po’. La carta con cui ha deciso di giocarsi il destino è chiara: è quella degli Stati Uniti”.
Secondo lo storico Franco Cardini – che la destra postfascista la conosce bene, anche per militanza – alla premier “non frega niente” di quegli spazi politici che non presidia più: “Ormai ha scelto di stare al centro”.
Gli slanci iperatlantici di Meloni sono una rottura forte con la cultura da cui proviene. O no?
Meno di quello che si crede. Quei fermenti erano vivi tra i quadri del Movimento sociale e di An, ma soprattutto nei gruppi locali, marginali rispetto al centro e alla classe dirigente del partito. Anche se in teoria doveva essere il contrario, il Msi ha sempre praticato politiche profondamente atlantiste, occidentaliste, con un’impostazione liberista.
Quindi non rischia emorragie a destra?
Non credo se ne preoccupi più di tanto. Fratelli d’Italia non è cresciuta perché la gente è diventata missina all’improvviso, a scoppio ritardato, ma perché molti hanno trovato in FdI quello che prima avevano cercato nella Lega e anche nel M5S. Gente senza fissa dimora politica, in continua ricerca di un approdo. Il problema sarà mantenerli.
Appunto: Meloni non finirà per deluderli, con questa cosmesi impressionante?
Il cambiamento è notevole, ma Meloni in plancia di comando ha una bussola che funziona: il rapporto con gli Stati Uniti e con la Nato. Una carta come questa, in mano, non le capiterà più. Assicurarsi le simpatie a destra non le conviene: vuole giocarsi una carta più alta.
Lei che la conosce bene, se l’aspettava la conversione a stelle e strisce?
È bravissima a recitare, per questo va d’accordo con Zelensky: sono ottimi attori. Meloni ha avuto un endorsement non da quel bollito di Biden, ma dal segretario di Stato, Antony Blinken, una figura chiave. Avete visto come è cambiato l’atteggiamento verso Meloni in tv e in certi settori dell’opinione pubblica? Le hanno steso ponti d’oro e tappeti di velluto rosso, perché è molto gradita alla Casa Bianca. Biden ha giocato persino a fare da “nonno” alla figlioletta Ginevra.
Sempre più al centro, dove andrà a finire?
Meloni ha in mente convergenze parallele, come direbbe Aldo Moro. Lo dico con certezza, avendo parlato con tutti e due: con Renzi ci sono stati diversi colloqui e c’è molta simpatia reciproca.
Per Giorgia non sembra un affarone.
Ho letto Travaglio, secondo lui Meloni ci mette i voti e Renzi ci mette la sfiga… Non so, può anche darsi, ma lei ha scelto il discorso centrista anche per anticipare i suoi alleati, Tajani e Salvini, che speravano di occupare quello spazio. È un macrofenomeno della politica italiana, dai tempi di Cavour in poi: il potere si governa al centro.
Salvini quindi torna a destra e corteggia Vannacci.
Vannacci tira molto, ma il suo libro è come il Mein Kampf, il Capitale o la Bibbia: lo citano tutti, ma non l’ha letto nessuno. Altrimenti saprebbero – pure Alemanno, che è un altro suo simpatizzante – che Vannacci è un ferocissimo atlantista, occidentalista, neoliberista, a favore dell’energia atomica.
Nemmeno l’insistenza sulla guerra può far male alla premier?
A lei, di Zelensky, sospetto non freghi nulla, ma il Paese è spaccato in due. Non nel senso delle linee di frattura politiche, destra-sinistra, ma nel senso che c’è un paese “legale”, formato dal blocco della gente “che conta”, dei poteri forti, della classe politica e dei media, che è filo Zelensky e filo Usa quasi al 100 per cento. E poi c’è il paese “reale”, della gente comune, libera di dire che questa guerra è una porcata.
Meloni ha nominato il fedelissimo Fazzolari alla comunicazione e la sorella Arianna in segreteria. Come lo interpreta?
La politica di stampo familiare è un po’ pericolosa. Escludo che lo faccia per spirito nepotistico, non è un Papa del Rinascimento: si vede che si fida poco degli altri. Non mi paiono scelte felici, ma una prova di debolezza. Il familismo è sempre pericoloso, anche se è in Italia è molto comune.
(da Il Fatto Quotidiano)
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