CARO PROFESSOR BRUNETTA, CHI SE NE FREGA DELL’IMU?
MEGLIO TASSARE LE COSE CHE LE PERSONE CHE PRODUCONO REDDITO… L’IMPORTO MEDIO DELL’IMU E’ DI 225 EURO…PER QUEL 28% CHE STA SOTTO I 10.000 EURO DI REDDITO SI TRADUCE IN 187 EURO L’ANNO, 52 CENTESIMI AL GIORNO: COME SI PUO’ PENSARE DI RISOLVERE I PROBLEMI DI QUESTA FASCIA SE POI IL CAROVITA SI MANGIA 10 VOLTE QUESTA CIFRA?
Caro professor Brunetta,
da alcuni mesi la politica italiana ruota attorno alle sue dichiarazioni quotidiane in materia di Imposta municipale unica sulla prima casa.
Nonostante il Fondo monetario — rubando un antico slogan del Pdl — dica che è meglio tassare le cose invece che le persone che producono reddito, in barba alla Commissione europea che nelle raccomandazioni di primavera notava che il gettito 2012 aveva tenuta solo grazie all’Imu, opponendosi a ogni ipotesi di compromesso rispettoso della Costituzione che impone la progressività dell’imposta, lei insiste con ammirevole tenacia, sia pure degna di miglior causa: l’Imu sulla prima casa va abolita.
Ieri, sul Corriere della Sera, ha scritto che cancellarla avrebbe un impatto sui consumi, anche se lei stesso ammette che l’effetto sarebbe “altamente simbolico”, più che concreto.
Secondo i dati del ministero del Tesoro, l’importo medio dell’Imu prima casa versata nel 2012 è stato di 225 euro.
Il grosso (un terzo del gettito) è arrivato da quel 6,8 per cento dei contribuenti con case di valore che hanno pagato oltre 600 euro.
A un economista come lei non sfugge cosa implicano questi numeri: cancellare l’Imu significa dare un forte beneficio in valore assoluto — cioè lasciare in tasca alcune centinaia di euro — a chi ha uno stipendio elevato e quindi neanche se ne accorgerà .
Il beneficio per i contribuenti a basso reddito è troppo piccolo per incidere sulle loro scelte di consumo: per quel 28 per cento che sta sotto i 10 mila euro annui si tratterebbe di 187 euro all’anno, 15 euro al mese, 52 centesimi al giorno.
Senza l’Imu prima casa questi milioni di italiani non potrebbero neppure permettersi di prendere un caffè al bar tutti i giorni.
Lei è davvero convinto che la ripresa passi da lì?
Come ha detto il suo collega ministro Graziano Delrio a La Stampa, “poichè le risorse sono scarse e la priorità è averne per stimolare l’occupazione, regalare 300 euro all’anno a famiglie con un reddito sopra i 75 mila euro sarebbe perdere un’occasione per i nostri giovani”.
Tra l’altro, con tutti i pasticci di comunicazione che il vostro governo ha fatto, anche l’effetto psicologico è ormai bruciato: nessuno si fida di spendere gli eventuali risparmi dell’Imu perchè chissà cosa state architettando su Tares, Iva, accise sulla benzina, tasse sulle sigarette elettroniche e aumenti a sorpresa perfino delle marche da bollo.
In sintesi: chi se ne frega dell’Imu.
Possiamo iniziare a parlare di qualcos’altro prima di ritrovarci, come alla fine del governo Berlusconi del 2011, ad avere come unico argomento di conversazione il rischio default dell’Italia?
Stefano Feltri
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